Un recente studio della New York University pubblicato sulla rivista Developmental Science ha preso in esame il concetto di “mascolinità fragile”, espressione che indica tutti quei comportamenti che si discostano dalla mascolinità veicolata dalla cultura ancora patriarcale nella quale viviamo: un modello tossico del “maschio alfa” da cui è ancora difficile scostarsi e che si basa su machismo, ruoli di genere stereotipati che rimandano a sessismo e supremazia dell’uomo sulla donna. Quando i maschi iniziano ad avvertire pressanti le aspettative della società a doversi comportare da “veri uomini” e, al contempo, nascondere emozioni e sentimenti per evitare di essere considerati dei deboli o delle “femminucce”?
Le aspettative culturali nei confronti nei maschi
Secondo uno studio condotto negli Stati Uniti su oltre 200 giovani di età compresa tra 10 e 14 anni, già durante la pubertà i giovani maschi percepiscono di non essere all’altezza delle aspettative sociali legate al loro sesso. La sensazione di non essere abbastanza “machi” può innescare ansia e insicurezza. In risposta a questa pressione, gli adolescenti possono adottare comportamenti volti a rafforzare la propria immagine di virilità, come assumere atteggiamenti più assertivi o aggressivi, prendere decisioni rischiose e sopprimere emozioni quali compassione ed empatia.
Durante la pubertà, i ragazzi adolescenti possono reagire in modo aggressivo quando ritengono che la loro mascolinità sia minacciata.
Uno studio su 200 adolescenti negli Stati Uniti
La ricerca ha coinvolto più di 200 ragazzi adolescenti negli Stati Uniti e uno dei loro genitori. I giovani hanno riferito in quale misura la loro motivazione a comportarsi “da veri uomini” fosse guidata internamente o derivasse dal desiderio di ottenere l’approvazione degli altri. Nel corso di una sperimentazione è stato detto loro se le loro risposte erano tipiche del loro genere (ad esempio simili a quelle degli altri ragazzi) o atipiche e più simili alle risposte delle ragazze. Successivamente è stato svolto un compito cognitivo per misurare l’aggressività.
Aggressività e pressione sociale nel doversi sentire “uomini”
I genitori hanno risposto a domande utili per valutare l’ingresso dei figli nell’età della pubertà, ad esempio se avevano notato un cambiamento nella voce o l’inizio della crescita dei peli sul viso dei ragazzi. L’analisi ha rivelato che i ragazzi adolescenti nella fase intermedia o avanzata della pubertà reagivano con aggressività quando si sentivano minacciati rispetto al loro genere. L’aggressività risultava più accentuata tra i ragazzi la cui motivazione a essere “uomini” era dovuta alla pressione degli altri.
La pressione dei genitori sui ragazzi a dimostrarsi “virili”
“L’aggressività maschile pone sfide per le società di tutto il mondo, che spaziano dalla sicurezza pubblica alle relazioni personali intime”, ha detto l’autore principale Andrei Cimpian, della New York University.
“Identificando quando e perché alcuni ragazzi iniziano a mostrare risposte aggressive alle minacce alla mascolinità, questa ricerca rappresenta un primo passo per prevenire lo sviluppo di mascolinità ‘fragili’, ovvero mascolinità che devono essere costantemente dimostrate e riaffermate, e le loro numerose conseguenze negative tra gli uomini adulti”.
I risultati, pubblicati sulla rivista Developmental Science, hanno inoltre rivelato che i ragazzi più inclini a sentirsi sotto pressione per essere “virili” erano quelli i cui genitori nutrivano convinzioni stereotipate sullo status e il potere degli uomini.
L’autore principale Adam Stanaland ha affermato: “Oltre alla semplice aggressività, le minacce alla virilità sono associate a un’ampia gamma di comportamenti negativi e antisociali, come il sessismo, l’omofobia, l’intolleranza politica e persino l’anti-ambientalismo“. “I nostri risultati ci spingono a sfidare attivamente le norme restrittive e la pressione sociale che i ragazzi subiscono per essere stereotipicamente maschili, in particolare durante la pubertà e da parte dei genitori e dei coetanei”.