Si dice che del senno di poi son piene le fosse. Questo detto popolare vale particolarmente per chi ha divorziato “a causa” dei parenti acquisiti: l’ago della bilancia è naturalmente sempre il nostro lui, che sceglie o NON sceglie di stare dalla parte della nuova famiglia.
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Quelli che… mammina è nata per fare la nonna – Quando resteremo incinte risulterà chiaro che la nostra funzione è solo quella prettamente riproduttiva: un utero con la donna intorno.
Quelli che… la famiglia prima di tutto – Sicuri che intenda la nostra famiglia? Lì sta l’inghippo: a volta per lui “la famiglia” vera resta sempre quella di origine, e da’ per scontato che la nostra persona ne venga semplicemente assorbita.
Quelli che… più siamo, più ci divertiamo – Tradotto, i suoi vengono coinvolti in qualsiasi iniziativa ludica e di intrattenimento: gite domenicali, anniversari, vacanze e cene fuori.
Quelli che…. non c’è alcun bisogno di buttare i soldi quando possiamo andare in vacanza dai miei – Tradotto, è categoricamente esclusa la possibilità di fare mai una vacanza per i cazzi vostri, come una vera coppia.
Quelli che… i miei sono pessimi, non voglio averci nulla a che fare – Il troppo stroppia. Colui che sbandiera ai quattro venti un totale disprezzo verso la sua famiglia d’origine, è capace di cambiare radicalmente bandiera con la nascita del nipote-cicciobello.
Quelli che… chiediamo prima a mia sorella/mia mamma/mio cognato (per qualunque cosa) – La presenza costante di un parente-oracolo può rendere il matrimonio piacevole quanto sedersi a culo nudo su un formicaio.
Quelli che… nonvedononsentononparlo – Guardatevi dall’uomo che, ad ogni stronzata palese detta o fatta suoi genitori o fratelli, reagisce o con un grugnito incomprensibile, o accampando patetiche scuse: “Non avevo sentito/non c’ero/se c’ero dormivo.” “Sicuramente non voleva dire così.” “Maddai, scherzava!”
Quelli che… i tuoi sono spazzatura – Sia che lo dica, sia che lo lasci intendere, il fatto che consideri i suoi come appartenenti ad una razza superiore non lascia presagire nulla di buono.