Questa situazione si chiama nesting, da nido in inglese, proprio perché questa parola ne definisce le caratteristiche in maniera precisa: il nido, il luogo in cui vivono i piccoli, in questo caso i figli, non si modifica malgrado la separazione dei genitori. Anzi, sono proprio i genitori che consentono il mantenimento di quello che è da sempre l'habitat dei loro "cuccioli".
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Ma cosa avviene concretamente con il nesting? I genitori separati accettano di continuare a vivere nella stessa casa per rimanere accanto ai figli, oppure si alternano lasciando però che i bambini restino stabilmente nella stessa abitazione. Come si capisce facilmente il nesting implica essenzialmente due cose: che gli ex siano in buoni rapporti (e questo soprattutto se sopravvive la convivenza) e che ci sia una certa disponibilità economica, tanto da poter giostrare ben 3 case o una assai grande.
Il nesting non è quindi una soluzione per tutti, ma solo per chi se la può permettere emotivamente e economicamente. Nel nesting comunque gli ex non sono affatto tenuti a fare vita di coppia e il tempo con i figli rimane, almeno in parte, diviso come in una normale separazione, senza sovrapposizioni. Quando invece il nesting non preveda la convivenza dei due ex coniugi ci si alterna semplicemente: uno entra, l'altro va
Naturalmente questo tipo di sistemazione è pensata per avvantaggiare i figli e fargli subire il meno possibile le conseguenze della separazione dei genitori. Non è una scelta che si deve fare necessariamente all'inizio, quando nessuno dei due ex ha voglia di vedere o sentire l'altro vicino, ma può anche subentrare dopo un certo tempo, una volta che si saranno spenti rancori e sentimenti.