CARA CHIARA, da quasi 8 anni io e mio marito abbiamo smesso di comunicare. I problemi, in realtà, erano iniziati da prima, da quando la sua famiglia ha detto che non avrebbe mai avuto niente a che fare con me. Lui all’epoca era già sposato e io ero vista come la “peccaminosa” che aveva messo fine alla sua relazione. Oggi abbiamo 3 gemelli di 17 anni e io mi sento morta dentro: non ci amiamo più, i miei figli si lasciano condizionare dal padre e io mi prendo solo insulti. Il giorno del nostro matrimonio ci ha provato con la mia migliore amica e da allora io e lei non ci siamo più viste né sentite. Mia figlia sostiene che avremmo dovuto lasciarci anni fa e che ora non sopporterebbe l’idea di un genitore fuori casa. Grazie per avermi ascoltata. Anonima
CARA AMICA, sai cosa ho sentito, leggendo la tua lettera, assieme al desiderio di abbracciarti? Il bisogno che hai di un nemico. L’ex moglie di tuo marito. La famiglia di tuo marito. La tua ex migliore amica. Tuo marito, tuo marito, tuo marito. Ti lancio una provocazione: sapresti starci senza? Senza un nemico, intendo. Non è che gli ultimi lunghissimi anni della tua vita ti hanno creato una dipendenza, mentre non te ne accorgevi, dal conflitto e dalla delusione? Perché non provi ogni sera ad appuntare su un diario i motivi per cui la giornata appena finita ha meritato di essere vissuta? È un piccolo esercizio che credo potrebbe trasformarsi nel primo passo per riconquistare un po’ di fiducia nel bene. Sai cosa sosteneva Pasolini? Che soffre tutto quello che cambia, anche per farsi migliore. Non avere paura di quella sofferenza. Non sarà mai più perversa di quella che, da davvero troppo tempo ormai, si sveglia prima di te e dopo di te s’addormenta. Se non riesci a farlo per te, fallo per quella figlia che, a furia di respirare l’aria viziata di un matrimonio tanto in crisi, si è convinta che quell’aria sia ossigeno per lei. Spezza la catena. Solo tu puoi farlo.
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