L’amore può essere un sogno ad occhi aperti, in cui camminiamo a mezzo metro da terra e tutto sembra meraviglioso. Ma può anche trasformarsi in un incubo morboso, causando molte sofferenze. Le ossessioni d’amore, infatti, colpiscono tanto chi le prova, tanto l’oggetto dell’amore stesso.
Ossessioni d’amore: quali sono e come riconoscerle
Da gelosia, dipendenza, abbandoni e relazioni bulimiche si può venir fuori, se si guarda dentro di sé con coraggio e determinazione. Così, per uscire dalla spirale degli amori morbosi, bisogna per prima cosa imparare a riconoscere quelle tendenze negative che portano le relazioni verso regioni oscure.
“Disturbi anche latenti di tipo ansioso-depressivo, spesso sviluppati perché alcuni bisogni di dipendenza e di attenzioni che non sono stati adeguatamente colmati durante l’infanzia, trovano sfogo all’interno della coppia e dei rapporti con l’altro sesso”, spiega la psicosessuologa Sara Padovano, “e possono assumere forme diverse, più o meno esplosive ed evidenti”.
Se c’è un elemento comune agli amori morbosi, poi, è l’eccesso: pulsioni normali, come il voler sedurre, un pizzico di gelosia, l’attaccamento e l’istinto di protezione nei confronti del partner vengono portate all’estremo, rendendo la relazione distruttiva e vampirizzante, ben lontana dall’ideale della coppia sana, fonte di gioia e di energie, costruttiva.
La personalità ossessiva in amore
Ricerca della perfezione, criticismo, mania di controllo: questi sono i tratti principali della personalità ossessiva, che poi si riflettono anche sulle relazioni amorose. Queste caratteristiche tendono a minare l’armonia dei rapporti di coppia, perché le manie della personalità ossessiva diventano assillanti anche per l’altro partner, sfociando nell’iper controllo o nella totale indifferenza, nelle attenzioni eccessive o, al contrario, in un atteggiamento lassista. Il partner diventa quindi solo un bersaglio da colpire con le proprie ansie e ossessioni.
L’amore ossessivo compulsivo
Il disturbo ossessivo compulsivo da relazione è molto invalidante e ha un forte impatto nella vita di chi ne soffre. Questo disturbo si manifesta principalmente in due modi: pensieri ossessivi sulla relazione intima con il partner o pensieri ossessivi inerenti il partner. Nel primo caso, si provano dubbi e continue preoccupazioni circa la relazione che si sta vivendo, mettendo in discussione i propri sentimenti o quelli del partner. Nel secondo caso, invece, la persona affetta da disturbo ossessivo compulsivo si concentra solo sui difetti del partner, mettendo continuamente in discussione le sue capacità e le sue caratteristiche sia fisiche sia intellettuali.
Ossessioni d’amore, come guarirne
Il primo passo per guarire dalle ossessioni d’amore è prendere coscienza del problema e delle conseguenze che ha generato. Poi, deve nascere nel soggetto una volontà di cambiamento, reale e forte. Per guarire, bisogna infatti affidarsi a uno specialista e il percorso non è sempre breve e lineare. Possono volerci molte sedute prima di esserne del tutto fuori. Ma quali sono le ossessioni d’amore? Vediamo più nel dettaglio tre forme di ossessioni d’amore:
La dipendenza affettiva
“Il bisogno d’amore e di attenzioni è così forte da trasformare la storia d’amore in una rincorsa affannosa, disperata del partner, che non è più un semplice oggetto del desiderio, ma il nostro salvatore, la nostra droga. Da lui dipende la nostra felicità e siamo disposti a fare qualsiasi cosa per averne anche una piccola dose; più noi lo vogliamo, più lui sfugge, alimentando così l’ossessione.
L’amore diventa qualcosa che subiamo passivamente, su cui non abbiamo controllo e che ci annulla, perché la nostra personalità viene inghiottita dalla necessità di avere il partner, che viene considerato una nostra proprietà, l’idolo di cui abbiamo bisogno per non crollare.
Questa dinamica può esternarsi in modi diversi – dall’essere “zerbini” allo stalking, dalla gelosia patologica alle manie di controllo, ed è sintomo di una profonda insicurezza e una difficoltà a volersi bene, a prendersi cura di sé e la responsabilità del proprio benessere, delegandola all’altro”.
Il “dongiovannismo” il “gattamortismo”
“E’ la necessità di mettere continuamente in atto comportamenti seduttivi, per avere conferme di sé attraverso la conquista. L’obiettivo della seduzione non è più la ricerca del contatto con l’altro, ma il tentativo di affermare continuamente sé stessi, tipico del narcisismo. Che è estremamente fragile e si basa sui responsi che ottiene dall’esterno.
Alla base di questo comportamento infatti ci sono carenze di autostima che non permettono di vedere l’altro per quello che è, ma solo come un mezzo per ricevere quell’approvazione di cui si ha bisogno.
Questo porta ad avere una vita affettiva frammentata, fatta di molti rapporti superficiali, inizialmente molto gratificanti, ma che spesso naufragano per il terrore di instaurare una relazione di vera intimità, in cui verrebbero rivelate le proprie debolezze”.
L’amore dispotico
“Nasce dalle manie di controllo della personalità isterica, dove l’insicurezza e la fragilità diventano desiderio di centralità nelle relazioni.
Anche in questo caso la vita sentimentale è spesso superficiale e i legami si stabiliscono per la necessità di sovrastare l’altro, di usare la relazione per autoglorificarsi e costruire un ambito in cui esercitare il proprio controllo ed essere protagonisti.
Di conseguenza, si vorrà controllare anche il partner – scelto appositamente per avere il ruolo del piedistallo su cui poterci innalzare – per il terrore di perdere la propria posizione e il proprio equilibrio interiore”.