Secondo molti (tra cui chi scrive), simulare l’orgasmo è una pessima abitudine e ci sono almeno 5 buoni motivi per cui le donne dovrebbero smettere di farlo, tra cui: fingere l’orgasmo vuol dire accontentarsi, e non negarsi da sole la possibilità di godere. Nulla infatti vieta che dopo il classico rapporto, lui si dedichi al nostro piacere, se non il fatto che ci creda già soddisfatte, condizione che si verifica appunto nella simulazione.
Nonostante questo, fingere l’orgasmo è un vizio che le donne non riescono a perdere. Come mai? Gli ultimi ad essersi posti la domanda sono i ricercatori della Temple University della Pennsylvania, secondo cui il 60% delle donne ha simulato il piacere almeno una volta e molte continuano a farlo, non tanto – come si potrebbe credere – per compiacere o non deludere l’ego del partner, piuttosto per quietare ansie da prestazione e insicurezze. In altre parole, potrebbe essere proprio la paura di non riuscire ad arrivare all’orgasmo a spingerci a produrne uno contraffatto, purché sia.
La conclusione è stata tratta dalla correlazione tra le risposte delle intervistate sul perché simulassero l’orgasmo e il loro sentire riguardo l’attività sessuale.
Infatti la dottoressa Eric Cooper, che ha guidato lo studio, ha ricevuto principalmente due tipi risposte alla domanda “Perché continui a simulare l’orgasmo?”: la prima motivazione è “per mascherare la mancanza di una soddisfacente intesa con il partner“, la seconda invece riguarda “l’impossibilità di trarre piacere dal rapporto sessuale“, cosa ritenuta piuttosto imbarazzante, per non dire dolorosa e che quindi si cerca abilmente di camuffare con vocalizzi da opera lirica e spasmi. La grande scoperta fatta dai ricercatori sarebbe quindi che oltre all’orgoglio sessuale maschile, esiste anche un orgoglio sessuale femminile, in cui la capacità di godere, di trarre piacere dal sesso, è ugualmente importante per uomini e donne. E ugualmente problematica: come i maschietti soffrono da ansia da prestazione, così le donne, che però rispondono in maniera diversa, ovvero: simulando. D’altra parte, la prova dell’orgasmo femminile è assai meno visibile e più facile da camuffare.
Il problema su cui spesso e volentieri affonda l’istinto a simulare l’orgasmo è quindi non l’impossibilità, ma l’insicurezza – dettata dalla scarsa conoscenza del proprio corpo, dei propri “interruttori del piacere” – nel provare piacere, cosa che spinge a una conseguente paura dell’intimità, di lasciarsi andare ed essere davvero nudi davanti al partner. Così, restiamo tese, tanto inconsciamente spaventate da bloccare la maggior parte delle sensazioni piacevoli che si possono trarre dal sesso, e speriamo solo che il rapporto – che sottolinea ancora una volta, con grande imbarazzo, la difficoltà nel godere – finisca il più presto possibile (altra motivazione molto in auge per la simulazione), [questo anche perché il sesso viene vissuto ancora maggiormente secondo il modello maschile, e quindi coitale, n.d.r.].
Ma non tutte le simulazioni vengono per nuocere. Se infatti l’orgasmo femminile è un meccanismo che necessita spesso di un lungo apprendimento, di esperimenti e sperimentazioni, per poter essere sfruttato al meglio (generalmente la soddisfazione sessuale femminile cresce con l’età e l’esperienza, proprio perché il piacere è spesso così complesso da necessitare di un apprendistato), alcune donne usano la simulazione proprio come un attivatore dell’orgasmo, sfruttando il poter eccitante di gemiti e movimenti simulati proprio per raggiungere – con grande soddisfazione – il climax. Una dimostrazione ulteriore del fatto che ognuna ha il suo modo di accedere al piacere, poco importa quale: basta che funzioni.