I ricercatori dell’Università del Missouri hanno scoperto che le persone che vivono la vita da protagonista, considerandosi personaggi principali piuttosto che figure secondarie, presentano livelli più elevati di benessere generale. «Questi individui – scrivono gli studiosi nel loro articolo pubblicato sul Journal of Research in Personality – si sentono più autonomi, più competenti ed efficaci e sperimentano anche una maggiore soddisfazione nelle relazioni con gli altri».

Cosa significa “identità narrativa”

In psicologia, il termine “identità narrativa” si riferisce al modo in cui concepiamo il nostro ruolo nella storia della nostra vita. Come sottolineano i ricercatori, per tradizione si è sempre dato per scontato che le persone vedessero se stesse come i personaggi principali della storia. È tuttavia possibile che alcuni si ritengano parte marginale in una storia più ampia, o sentano di avere un ruolo secondario nella storia di qualcun altro.

Protagonista o personaggio secondario? Gli esperimenti

La ricerca ha messo in campo tre esperimenti per misurare l’impatto dell’identità narrativa sulla soddisfazione dei bisogni psicologici di base.

Nel primo, 385 studenti universitari hanno compilato un questionario in cui veniva loro chiesto di valutare la sensazione che provavano nel ruolo di personaggio principale o secondario di una narrazione. Il test ha rivelato che i partecipanti che si percepivano come personaggi principali sperimentavano livelli significativamente più elevati di soddisfazione dei bisogni e di benessere. Un livello più elevato di “percezione del personaggio principale” è stato indicatore di miglior benessere anche dopo quattro settimane dall’esperimento, segno di soddisfazione psicologica a lungo termine. «Al contrario – si legge nella ricerca – coloro che si considerano personaggi secondari hanno maggiori probabilità di sentirsi ostacolati nel soddisfare questi bisogni, una condizione associata a una ridotta autointegrazione e al benessere».

In un secondo esperimento, è stato chiesto a 326 studenti di compilare un sondaggio per valutare il loro benessere prima e dopo aver ricordato un’esperienza personale in cui sono stati personaggio principale o secondario. I ricercatori hanno scoperto una differenza nei risultati dei questionari, a seconda del tipo di storia raccontata, con aumenti significativi nel benessere e nella soddisfazione dei bisogni dopo aver ricordato la storia da protagonisti.

In un terzo esperimento, 298 partecipanti hanno descritto tre obiettivi che stavano perseguendo valutando le motivazioni che li spingevano a farlo. I partecipanti hanno poi ripetuto i sondaggi sul personaggio principale e sul benessere prima di scrivere una storia in cui descrivevano loro stessi come i protagonisti della loro vita. Gli esperti hanno scoperto che coloro che avevano una percezione più elevata dei propri caratteri principali perseguivano obiettivi significativamente allineati con i propri valori e mostravano livelli più elevati di auto-motivazione. Allo stesso modo, l’analisi delle narrazioni scritte ha mostrato che coloro che avevano un complesso di protagonista più marcato sentivano di avere un maggiore controllo sul mondo e sulle proprie azioni.

Il metodo del protagonista

L’idea che diventare il “personaggio principale” possa dare alle persone più potere decisionale si è ampiamente diffusa recentemente sui social media. Su TikTok, alcune persone descrivono quello che chiamano il metodo del “personaggio principale”, che mira a interpretare tutti gli eventi della propria vita come episodi di una serie TV. In un video, un utente di TikTok afferma: «Ho iniziato a vivere la mia vita in modo che ogni giorno sia parte della trama. Quando vivi la tua vita come se fosse una stagione di una serie, ogni volta che succede qualcosa di brutto la tua mentalità cambia completamente e pensi: ‘Alla fine si tratta solo si una puntata’».

L’impatto sul benessere personale

Sebbene queste idee possano non avere un solido fondamento scientifico, rispecchiano proprio la scoperta dei ricercatori secondo cui la percezione dei personaggi principali è collegata a una maggiore capacità di azione. Gli esperti non si pronunciano sulla possibilità che si possa fare qualcosa per migliorare la sensazione di essere il personaggio principale, ma sottolineano che «il modo in cui un individuo percepisce se stesso come personaggio nella storia della propria vita può avere un impatto sul suo benessere». «Quando le persone si considerano la forza agente della propria vita – scrivono – e prendono decisioni autonomamente, come fanno i personaggi principali, anziché farsi travolgere da forze esterne (e da altre persone), sono un sé più integrato e pienamente funzionante”.