Il rapporto fra l’amore immaginato e una relazione reale deve considerare una variabile fondamentale: il tempo. Quante volte ti è capitato di investire infinite risorse in una relazione aspettando un cambiamento positivo che non non arriva mai? Ipotechiamo il presente in attesa del futuro, ma nel frattempo ci svuotiamo di ogni energia.
Crediamo che lui finalmente vedrà il nostro valore, intanto passano giorni, settimane, anni. Eppure non ci chiediamo mai il motivo per cui siamo noi ad aver bisogno di cercare un riconoscimento nell’altro.
Ti hanno insegnato che due persone che si amano si supportano, credono reciprocamente nell’altro, si tendono la mano: lo hai sempre creduto. Ma, non sai nemmeno come, tu sei finita in una relazione che ti sminuisce e adesso devi fare i conti con un uomo incapace di provare a manifestare genuina stima verso di te. Sopravvivere giorno dopo dopo è ormai solo una questione di forza interiore, quella che troverai dentro te stessa.
“E così ti ritrovi ad amare sul serio; ma per una qualche ragione non si tratta di un amore gratificante, e prima o poi dovrai chiederti: e adesso che faccio? Questo interrogativo segnerà il momento della tua vita nel quale potrai scoprire altre forme di amore, a cominciare dall’amor proprio. Non sarà uguale, non sarà lo stesso, ma ti assicuro che sarà mille volte meglio che vivere male pretendendo l’impossibile o subendo una frustrazione dopo l’altra”
Montse Barderi
1. Costruisci fiducia verso te stessa
“Il compito principale nella vita di ognuno è dare alla luce se stesso”
Erich Fromm
L’autostima non è un corredo che si regala alla nascita. Al contrario, la dobbiamo costruire con il sudore della fronte. È vero che a seconda del contesto familiare può diventare più facile o difficile sviluppare autostima, ma non farti ingannare. La fiducia verso te stessa è qualcosa di unicamente tuo: a dispetto delle condizioni di vita, che possono essere difficilissime o apparentemente più facili, comincia a crescere quando tu inizi a vedere le tue possibilità.
La consapevolezza che puoi farcela è il primo passo per farcela davvero: significa ammettere le proprie risorse e iniziare a considerarle tali.
2. Riservati il diritto di cambiare
“Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione”
James Russell Lowell
“Sei cambiata”: nei rapporti violenti, anche quelli violenti in modo silenzioso, è una delle accuse che fa più male. È un giudizio che spiazza, lascia tramortite e incapaci di reagire. Come rispondere a un’accusa del genere? Non si trova nessun appiglio. Questa semplice frase ha il potere di far scattare immediatamente il senso di colpa. Ma questa è la chiave: che cosa fa scattare i tuoi sensi di colpa?
Per chi ti conosce bene i sensi di colpa sono un tasto molto facile da premere per avere una reazione. Quello che puoi fare tu è smettere di lambiccare la mente in cerca di giustificazioni. E se anche fosse? Cambiare idea, orizzonti, obiettivi è un diritto: nessuno di noi è la stessa persona dell’adolescenza… per fortuna! Cambiamento significa capacità di evoluzione.
3. Dai spazio alla forza che è in te
“Per una volta, hai creduto in te stessa. Hai creduto di essere bella e così ha fatto il resto del mondo”
Sarah Dessen
L’altro dice o fa qualcosa nei miei confronti: mi tocca, fisicamente oppure a parole, e questo provoca una reazione in me. Disgusto, tristezza, rabbia, gioia, paura: sull’onda delle emozioni continuiamo a gettare la palla uno all’altro. Giochiamo a palla avvelenata, ogni giorno. Oggi prova a trattenere la palla fra le tue mani, osservala: rappresenta il tuo potere personale.
Quando smetti di lanciare messaggi all’altro, ogni volta che consapevolmente accetti di fare un passo indietro e decidi di non rispondere alla provocazione, scopri il grande coraggio del silenzio. Dentro c’è il seme della forza che abbiamo in noi. Inizia a vedere la bellezza che è in te e concentrarti sulla tua energia. Smetto di guardare l’altro, inizio a dare attenzione a me: una rivoluzione!
4. Diventa amica della tua paura
“Il maggiore nemico dell’uomo è la paura, che appare sotto forme così diverse come la vergogna, la gelosia, la collera, l’insolenza, l’arroganza… Qual è la causa della paura?
La mancanza di fiducia in se stessi”
Svami Prajnanapada
Più facile a dirsi che a farsi, è vero. Lavorare sulle proprie paure è un lungo processo interiore. Possono volerci anni e alla fine scoprire che non ci si libera mai dalla paura: le persone coraggiose non sono quelle che non hanno mai paura, bensì chi è capace di agire nonostante la paura. “Il nemico è la paura. Si pensa che sia l’odio, ma è la paura” predicava Gandhi.
Invece di scacciarla, prova a diventare amica delle tue paure, incontra il loro sguardo: i tuoi timori più profondi ti raccontano verità sepolte dentro di te. Quando trasformiamo la paura in un’alleata scopriamo che possiamo auto-sbloccarci e agire torna a essere possibile.
5. Sfida il tuo bisogno di approvazione
“La cattiveria nasce sempre dalla debolezza”
Lucio Anneo Seneca
Sembra impossibile, eppure puoi sopravvivere anche senza approvazione né sua, né degli altri. Sì, possiamo sopravvivere anche senza avere il riconoscimento di quelli intorno a noi: è quello che sanno fare i dissidenti, i ribelli e tutti coloro che riescono a opporsi alla logica dominante mantenendo una mente libera. Altrimenti come pensi che potrebbe sopravvivere un essere umano che lotta per i suoi diritti in una società che non li ammette?
Trasporta il sociale nel personale, potresti trarne una lezione preziosa. Spesso chi si manifesta con piccole cattiverie gratuite e atti di misera bassezza è il primo a nutrire una bassa autostima verso di sé. Quando imparo a far rimbalzare il giudizio altrui, è perché sto dando spazio alla mia forza interiore: non ho più bisogno che sia l’altro a nutrirla.
6. Abbandona il senso di colpa
“Stima te stesso. Gli unici che apprezzano uno zerbino sono quelli con le scarpe sporche”
Leo Buscaglia
Sappiamo benissimo come ferire l’altro. Ma non vogliamo farlo. E così finiamo per ferire noi stessi. Il senso di colpa è un meccanismo perverso, che affonda le sue radici profonde nella nostra storia e ha un territorio privilegiato nelle persone ipersensibili.
Considera questo: un conto è ferire volontariamente, un altro è che le nostre azioni finiscano involontariamente per ferire. A volte ferire è una conseguenza, a volte è persino necessario, per esempio quando si tratta di prendere una decisione per il proprio bene. Un po’ come far prendere una medicina amara a un bambino: non esiteresti solo perché lo vedi piangere, giusto?
Riconsidera il senso di colpa e inizia a guardare quanto facilmente cadi nella vergogna, nel sentirti responsabile per la vita degli altri, nel senso di abbandono. Tu come ti senti? Forse è alle tue reazioni che dovresti iniziare a dare attenzione.
7. Metti la giusta distanza
“Gli insicuri camminano modesti a testa bassa, gli spavaldi incedono fieri a testa alta: in entrambi i casi il rischio di inciampare è elevato”
Emanuela Breda
Vicini, vicinissimi, oppure lontani, lontani, lontani: spesso chi risulta incapace di una relazione d’amore equilibrata è molto bravo a saper stare da solo, oppure così vicino da asfissiare o soffocare. Il difficile è trovare una giusta distanza. Questo amore è una camera a gas, cantava Gianna Nannini: la giusta distanza è quella che permette di respirare.
Qual è il tuo padrone? Ne esistono tanti, soprattutto invisibili. Ci sono padroni mentali, come il bisogno di mantenere il controllo a ogni costo, e padroni emotivi, per esempio il bisogno di riconoscimento e approvazione. Ricorda che in genere tiranno e vittima si nutrono a vicenda… tenendosi a stecchetto. Ma quando decido a che distanza ho bisogno di stare dall’altro, ritrovo il mio spazio, ecco la vera conquista.
8. Affronta la situazione
“Il dolore di ieri è la forza del guerriero della luce”
Paulo Coelho
La capacità di risposta non nasce solo dalla mente, è anche una questione del corpo. Come spiegano i principi di bioenergetica, come la mente influenza il corpo, tutto quello che parte dal fisico influenza il mentale.
Fai un respiro profondo, apri il petto. “Su con le spalle e guarda negli occhi le persone quando parli“, ci dicevano da piccoli. Sì, anche dalle posizioni assunte dal nostro corpo nasce la capacità di risposta. C’è bisogno di un lavoro su se stessi per diventare forti interiormente.
9. Nutri il tuo orgoglio personale
“Nessun può obbligarti a sentirti inferiore senza il tuo consenso”
Eleanor Anne Roosevelt
La parola orgoglio ha una doppia valenza. Può trasformarsi in rigidità coriacea, ma costituisce anche un ingrediente fondamentale per una buona autostima. Orgoglioso è il bambino felice dei suoi primi passi e forte delle prime scoperte del mondo, curioso e proiettato verso la libertà. Recuperare questa parte di spontaneità, spesso sepolta sotto il polveroso senso del dovere quotidiano, ci distoglie dal ristagno di pensieri. È una boccata d’aria fresca.
Che cosa mi fa sentire soddisfatto di me? Inizia a farti questa domanda. Costruire i nostri piccoli motivi di orgoglio personale è una missione che ha bisogno di tutto il nostro impegno e… amore per noi stesse.
10. Sii fedele a quello in cui credi
“Libertà: camminare liberi e non avere padroni”
Walt Whitman
Che cosa vale davvero la pena per te? Non sto parlando di questa giornata: oggi è solo una fotografia tra le tante di un mese o un anno. Ma settimana dopo settimana la vita procede, continua a fluire. L’amore che provi per una persona importante non cesserà di esistere. Eppure accade uno stop, in genere non per scelta razionale ma perché qualcosa dentro dice basta. È la classica immagine della goccia che fa traboccare il vaso.
Come sto usando il mio tempo? Questa domanda possiamo ignorarla, oppure iniziare a rifletterci seriamente. C’è un cassetto segreto della memoria che contiene i nostri sogni, integri come un tempo, i valori profondi in cui crediamo, i bisogni fondamentali che per anni ci siamo nascosti. Ritrovare quella scatola nera è riappropriarsi della libertà mentale e fisica necessaria per decidere cosa vuoi veramente dalla tua vita. Tutto il resto verrà di conseguenza.