In molti avranno sentito dire che per risposarsi bisogna attendere 300 giorni dalla pronuncia della sentenza di divorzio, ma è veramente così? In generale non si tratta di una indicazione sbagliata, ma ci sono alcuni distinguo da fare circa la possibilità di contrarre un secondo matrimonio prima che trascorrano i fatidici 300 giorni. Per prima cosa i 300 giorni di attesa sono da riferirsi esclusivamente alla donna, per evitare incertezze su una possibile gravidanza.
IL GALATEO DEL SECONDO MATRIMONIO
In realtà però la regola è meno rigida di quanto sembri. Infatti se la coppia si è separata e non ha mai interrotto il regime di separazione di tre anni, questa restrizione decade in quanto è impossibile che vi sia stato il concepimento di un figlio se non si vive più come marito e moglie e non si hanno più rapporti sessuali e ci si può quindi risposare senza attendere quasi un anno.
Allo stesso modo sono esclusi dalla regola dei 300 giorni i matrimoni annullati per impotenza o per mancata consumazione: in entrambi i casi è infatti impossibile che la donna sia incinta del coniuge. Addirittura si tende a far ricadere nell'impotenza non solo l'impossibilità fisica ad avere rapporti, ma anche un'eventuale sterilità di uno dei coniugi.