Storie di vita vera: c’è chi impedisce alla propria partner di praticare l’autoerotismo durante i rapporti. La mia amica Clara è più giovane di me e, da qualche tempo, è molto impegnata in una rampante relazione con un coetaneo. Come solitamente avviene all’inizio dell’idillio romantico, che può durare 2 settimane o 2 anni a seconda dei casi, non sono sorti evidenti malfunzionamenti, almeno fino all’altro giorno.
Autoerotismo: la telefonata dell’amica
Clara mi ha chiamata (che gesto vintage) e io, per un’imponderabile coincidenza astrale, le ho risposto al primo colpo. «Che succede?» ho chiesto. Avevano appena litigato. Beh, può capitare, ci sta, siete umani anche voi. Motivo? Lui non vuole che lei usi sex toys perché lo vede come tradimento.
Non è uno scherzo
L’autoerotismo non equivale a un tradimento, ma questa persona non lo sa. Confesso che la mia prima reazione è stata una risata. L’ho presa, insomma, per una boutade, prima di capire che invece la faccenda era seria. Lui non scherzava. Ho trattenuto la mia vis vetero-femminista e, con garbo, ho fatto notare alla mia amica che non si può considerare l’autoerotismo un tradimento, né che si tratti di lei che usa i sex toys, né che si tratti di lui chiuso in bagno con un porno sul cellulare a maneggiarsi il gioiello di famiglia. Non esiste.
Autoerotismo: la sessualità individuale è una cosa seria
Ciò che esiste, piuttosto, è la sessualità individuale, l’intimità che ciascuno di noi coltiva col proprio sé. Nessuno ha diritto di chiedere una rinuncia del genere e nessuno dovrebbe aspettarsela. Per darle una briciola di speranza, le ho detto di provare a parlarne con lui.
Ma, allora, il sesso è ancora un tabù
Quando ho chiuso la conversazione, però, non ho potuto evitare di chiedermi come possa ancora succedere, nel 2023, di avere compagni con posizioni tanto retrive. Poi ho ricordato che il mondo non è la mia bolla di Instagram e che il piacere femminile è ancora un gigantesco tabù.