Quante volte avete pensato di aver incontrato sulla vostra strada un partner narcisista? Sicuramente almeno una volta! E in film e serie tv certamente qualcuno lo avete individuato: qualche esempio?

Don Draper di “Mad men”, Gregory House di “Dottor House”, Jordan Belfort in “The wolf of Wall Street”, Miranda in “Il diavolo veste Prada”, Patrick Jane in ”The mentalist”.

Sappiamo davvero cosa significa essere narcisista?

Partiamo con il ricordare che questo termine lo prendiamo in prestito dalla mitologia greca: il mito di Narciso, infatti, narra la storia di un giovane bellissimo che perde la vita perché si innamora perdutamente del suo riflesso.

Ad oggi viene utilizzato comunemente per indicare la tendenza a provare un amore smisurato verso se stessi. Ma questo si posiziona lungo un asse molto ampio e ricco di sfumature.

Il narcisismo è un tratto della personalità che può essere considerato fisiologico. Se questo però interferisce con i rapporti interpersonali, gli impegni quotidiani e la propria qualità della vita si parla allora di narcisismo patologico.

Non voglio entrare nel
dettaglio del disturbo narcisistico di personalità o fare diagnosi in senso
stretto, ma piuttosto vorrei fare una panoramica che aiuti a comprendere meglio
ciò di cui parliamo e presentarvi una sorta di identikit.

Quindi chi è un/una
narcisista?

Se parliamo di narcisismo sano, allora identifichiamo una persona che ha un buon concetto di sé, possiede livelli di autostima realistici, conosce e distingue i punti di forza e di debolezza, è in grado di regolare le emozioni in modo corretto in relazione al mondo esterno. È una persona determinata e solitamente di successo, ambiziosa e propensa alla vita. Investe su di sé in maniera realistica e adeguata.

Il narcisista patologico invece ha una percezione esasperata di sé, si eleva sopra gli altri, si crede unico e speciale, necessita di ammirazione e lusinghe continue, si preoccupa solo di se stesso, diventando il suo centro del mondo; bisognoso di numerose e continue attenzioni e conferme, pretende di essere ammirato da complimenti e lodi.

Ha un continuo bisogno di approvazione e di essere accettato dagli altri, nascondendo un profondo senso di insicurezza e di inadeguatezza.

Non è in grado di provare empatia, sfrutta e manipola gli altri per il proprio tornaconto, non tiene conto dei sentimenti altrui, entra con difficoltà in contatto con le proprie emozioni perché non è in grado di regolarle, svaluta gli altri per il bisogno di innalzare se stesso, prova poco interesse verso l’altro tendendo a prevaricarlo e manipolarlo, per il profondo bisogno di sopraelevarsi rispetto al resto del mondo.

Tende ad essere arrogante e presuntuoso, credendosi l’ unico ad avere una visione corretta del mondo e tende a sovrastimare le proprie capacità e abilità. Non tollera le frustrazioni e prova rabbia di fronte agli insuccessi, perché nulla deve intaccare il suo valore e il nucleo di grandiosità che si è costruito.

Mentre nella versione sana il narcisista conosce il proprio funzionamento, non accade lo stesso per il narcisista patologico che non ne è per nulla consapevole, non lo riconosce né lo ammette. Innesca perciò delle relazioni che rispondano al bisogno costante di dimostrare la propria grandiosità.

Leggendo queste ultime
caratteristiche, vi starete chiedendo perché mai iniziare una relazione con una
persona così?

Semplice, i narcisisti possiedono grande fascino: hanno carisma, si mostrano sicuri di sé e quindi sembrano irresistibili. Inoltre, proprio perché vogliono essere ammirati, sono dei validi corteggiatori, ma solo appunto per dimostrare il proprio valore e mantenere il potere seducendo l’altra persona.

L’altro diventa perciò uno specchio, in grado di gratificarli.

Le fasi della relazione con un narcisista

1. Love bombing (bombardamento d’amore)

Nella fase dell’innamoramento, il narcisista indossa una maschera e si mostra come il partner ideale, compiendo grandi gesti e dimostrazioni d’amore e affrettando di molto i tempi. Sembra rispondere a tutti i desideri e bisogni della persona corteggiata che si lascia perciò ingannare.

Lo scopo di tutto ciò è
agganciare l’altra persona, accaparrarsi delle sicurezze e arrivare il più in
fretta possibile alla seconda fase (questa infatti è per il narcisista molto impegnativa).

2. Svalutazione (gaslighting)

In questa fase il narcisista mostrerà il suo vero volto. Si dimostrerà inconstante, freddo, distaccato, bugiardo, non empatico, poco disponibile. Saranno evidenti distacco emotivo, indifferenza e silenzi.

Le critiche del partner che non ritrova più la persona della fase precedente non porteranno a grandi risultati, anzi scateneranno rabbia e manipolazioni, per dimostrare che è l’altro ad essere sbagliato.

Inizierà quindi una fase caratterizzata da svalutazioni e umiliazioni, per innalzare ancora di più la propria persona e non intaccare l’immagine di perfezione costruita.

L’altra persona si sentirà quindi sminuita, non considerata,
maltrattata; percepirà di essere un oggetto .

Il narcisista non sarà interessato a vedere i bisogni dell’altra persona, né a prendersene cura, manifestando il suo non interesse al punto di vista altrui. I pregi tanto elogiati nella prima fase diventeranno difetti sui quali infierire per annullare l’autostima dell’altra persona e ferirla.

Ogni comportamento, ogni azione, saranno sbagliati o insufficienti
agli occhi del narcisista.

In questa fase si potrebbe creare una dipendenza affettiva, dove la persona dipendente giustificherà il partner narcisista, non volendo rinunciare all’immagine perfetta della fase di love bombing e darà inizio ad un rapporto caratterizzato da manipolazione, prevaricazione e controllo (e qui si aprirebbe un altro capitolo).

3. Scarto (discard)

Il partner narcisista si stanca, si annoia, ha bisogno di un nuovo soggetto (perché l’accondiscendenza creatasi nella seconda fase diventa per il narcisista svalutante e perciò di scarso interesse). Avviene così una rottura drastica, inaspettata, dolorosa. Il narcisista annienta l’altra persona come ultima mossa: ripristina così la propria immagine e la propria autostima, senza affrontare colpe e responsabilità perché la debolezza dell’altra persona non permetterà una ribellione.

Inoltre, indebolire l’altro è un modo per tenerlo a disposizione in caso di un nuovo riavvicinamento.

Cosa significa innamorarsi di un narcisista?

Significa avere a fianco una persona che ha difficoltà ad amare, che non vede il/la proprio/a partner, che si accompagna all’altro solo se vengono soddisfatti i propri bisogni.

Questo porta chi si innamora a sentirsi solo e accessorio, incompetente e sbagliato. Non esistono reciprocità e condivisione, la disparità all’interno della relazione è evidente.

Il partner narcisista non si prende cura dell’altro, non vede la persona che gli sta affianco, non presta attenzione al partner. Occupa gli spazi dell’altro perché ha difficoltà a riconoscerne i bisogni e le sofferenze.

Non è in grado di riconoscere i propri errori e per questo non si mette in discussione, preferendo incolpare l’altro di ogni incomprensione o litigio. La relazione viene perciò vissuta dal narcisista come una sorta di gioco dove è lui/lei a definire le regole e nel quale vince sempre.

Cosa fare: rassegnarsi o cambiare partner?

Forse c’è un’altra strada, che potrebbe essere quella di assumere un’altra prospettiva. Dipende ovviamente dal grado di narcisismo di cui stiamo parlando.

Se parliamo di
narcisismo come lieve tratto di personalità, allora potreste imparare a gestire
una relazione con una persona così. Lo so, vi starete chiedendo: “Ma è davvero
possibile?”

Io vi rispondo che ci si
può provare, se davvero per voi ne vale la pena.

Partiamo dal presupposto che una persona narcisista nasconde in realtà una forte fragilità e una profonda paura di subire umiliazioni (Non entro qui nei motivi che portano un individuo a nutrire simili sentimenti).

  • Cogliete questi suoi momenti di fragilità (che saranno pochi e che dureranno un tempo limitato) per supportarlo e sostenerlo, per creare un’empatia solitamente assente nel vostro rapporto, per mostrargli che capita di sentirsi deboli a volte ma che in due si possono superare anche certi momenti: ecco, approfittare di questi momenti non sarà facile perché appunto dovrete essere brave a vederli in fretta, ma può essere un ottima base su cui costruire un rapporto nuovo.
  • Mostratevi indipendenti e prendete delle decisioni per la vostra vita, senza aspettare il suo lascia passare: voi non dipendete da nessuno
  • Mettete dei paletti rispetto alle sue richieste: non dovete accontentarlo in ogni richiesta o accettare ogni capriccio; trovate una via di mezzo per cui ad alcuni bisogni risponderete e ad altri no. Il segreto è non dargliela sempre vinta!

Per comprendere meglio se la relazione che state vivendo non sia gestibile con alcuni semplici accorgimenti, può essere necessaria una nuova narrazione, cioè osservare dall’esterno (amici e parenti in questo senso sono un ottimo aiuto) e ridefinire i comportamenti all’interno del rapporto in maniera obiettiva.

Iniziate a distaccarvi dal narcisista imparando a dire “no”, soprattutto in caso di comportamenti aggressivi, violenti e offensivi; difendetevi dai suoi attacchi e non fatevi abbattere dalle sue svalutazioni: sviluppate la vostra autostima, imparate a credere nelle vostre capacità, siate consapevoli del vostro valore e dei vostri diritti.

Inoltre, se vi rendete conto che la manipolazione è alla base della vostra relazione, che dipendete da questo rapporto e da quella persona, se il potere nella coppia è sbilanciato, ma se non riuscite a sganciarvi, o meglio liberarvi, rivolgetevi ad un professionista che vi aiuti ad uscirne e soprattutto a rispondere alla domanda ”perché ho scelto una relazione così?”. È facile infatti cadere in relazioni di dipendenza affettiva, quindi relazione tossica, e non riuscire ad uscirne.

Un ultimo suggerimento che mi sento di darvi è di non soffermarvi troppo sul categorizzare come sia l’altro o la relazione, ma su come state voi: lavorate sui vostri desideri, sui vostri bisogni, su quanto una relazione debba essere fedele ai vostri valori e alle vostre necessità. Imparate a capire cosa significa per voi stare bene all’interno di un rapporto e a prendervi cura di voi stesse.

Giulia Marchesi
Giulia Marchesi
Psicologa – se4sexeducation

Psicologa iscritta all’Albo, appassionata di relazioni, benessere e sessualità, motivi che l’hanno spinta a diventare Sessuologa, Consulente di coppia e Esperta in Educazione Sessuale. Professioni che svolge a Dolo, provincia veneziana dove si è appena trasferita, dopo una vita vissuta a Verona.

Ama viaggiare e lo fa anche per lavoro, organizzando corsi di educazione sessuale sparsi per l’Italia.

Proprio dell’educazione sessuale ha fatto una missione, che porta avanti attraverso la divulgazione sui social e la recente pubblicazione della sua prima guida rivolta ai genitori “Vorrei spiegare il sesso ai miei figli” sulla piattaforma Discorsi Online.