Basta illusioni, il 2025 potrebbe essere l’anno in cui si afferma il realismo, anche in amore. In una parola: inutile sognare, meglio puntare, invece, sulla passione, sulla fiamma, insomma su storie che iniziano senza porsi troppe domande sul futuro. Anzi, con la consapevolezza che potrebbero durare ben poco. Questa tendenza, che sembra stia prendendo piede, specie online, ha un nome: nanoships.

Cosa sono le nanoships

Il termine è piuttosto eloquente: quel prefisso “nano”, infatti, rende bene l’idea dell’orizzonte – ben ristretto – che portano con sé le nanoships. «Una nanoship è la versione più piccola di una relazione», spiega a Mens’ Health Gabrielle Kassel, educatrice sessuale queer e giornalista. Il concetto che sta alla base è ancora una volta mutuato dall’inglese: ‘low maintenance, low commitment’, stile Barbie, che si può tradurre con un semplice “poco esigente, poco impegnativo».

Poche aspettative e più leggerezza

Questo tipo di rapporti, dunque, non richiede grandi aspettative o comunque molto poche. Non serve neppure sforzarsi di etichette predefinite (compagno, fidanzato, amico, ecc.), non hanno lacci né sono appesantite da pressioni inutili. Ma soprattutto – ed è questa la novità –«possono durare anche non più di due secondi», cioè tanto quanto un battito di ciglia, come spiega anche Kassel. Gli sguardi, infatti, diventano centrali.

Un’emozione incontrollata e fugace

Si tratta, quindi, di qualcosa di naturale, spontaneo e in qualche modo inspiegabile, ma il fatto di aver dato un nome a quella emozione «rende onore al potere che questo tipo di interazioni possono avere nelle nostre vite», come sottolinea Kassel. «Al di là del termine, coniato appunto in lingua inglese che rende bene il significato, sono relazioni molto particolari, ma che in realtà sono anche sempre esistite», conferma Fabrizio Quattrini, sessuologo clinico conosciuto al grande pubblico per programmi tv come Sex Therapy e Matrimonio a prima vista, socio fondatore e presidente dell’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica di Roma.

Le nanoships sono una novità?

Viene anche da chiedersi, infatti, se sia realmente una novità. Oppure gli sguardi complici, anche con persone mai incontrate prima, possono accadere a qualunque età? «Non è una scoperta nuova e non è solo associabile a un maggior ricorso alla tecnologia, che invade anche la vita sentimentale. Sono i classici rapporti “mordi e fuggi”, dove non c’è investimento emotivo, ma semplicemente un viversi il qui e ora, il momento. A volte si “rubano” quelle sensazioni di piacere che effettivamente lasciano nell’individuo un grande senso di gratificazione», osserva Quattrini.

Emozioni mordi e fuggi

Insomma, si tratta di una sorta di fiamma avvertita all’improvviso, di flirt che però potrebbe benissimo fermarsi allo stadio iniziale, spegnendosi tanto rapidamente quanto si è accesa. «Un tempo potevano essere chiamati “rapporti occasionali”, magari legati solo all’aspetto della sessualità mentre oggi, complice la tecnologia, possono essere anche chiamate relazioni perché richiedono un minimo investimento emozionale, anche se poi tutto svanisce nel momento in cui si entra nella sfera dell’erotismo e della sessualità», commenta Quattrini.

La differenza tra “situationships” e “nanoships”

Apparentemente molto simile a una “situationship”, cioè un rapporto anch’esso senza pretese di evolvere in qualcosa di molto serio, la nanoship smette di essere tale quando si passa allo step successivo, come lo scambio di numeri di telefono, il contatto via social o persino qualche “sbaciucchiamento”. Una situationship, infatti, implica un qualche grado di sessualità o contatto romantico, solitamente con un certo coinvolgimento emotivo che invece la nanoship non ha ancora avuto modo o tempo di sviluppare.

I social aiutano certe relazioni brevi

«Quanto sono diventate più normali queste relazioni sentimentali? Pur prendendo col beneficio del dubbio il termine “normale”, perché spesso si definisce così ciò che semplicemente rientra nelle norme, potremmo dire che comunque è più “normale” usare i social, che a loro volta consentono alcune azioni con maggiore libertà, comprese relazioni “mordi e fuggi” – spiega il sessuologo – Ma attenzione: questa tendenza non riguarda solo la Gen Z».

L’età non conta

La tendenza insomma non riguarda in particolare solo la Gen Z, abituata alla “velocità” anche grazie (o per colpa) dei social. In realtà anche i Millennials e la Gen X hanno provato e possono provare il brivido di uno sguardo fugace con uno sconosciuto in metropolitana o in coda al supermercato, o in altre situazioni di ordinaria quotidianità. «La differenza è che la Gen Z, essendo nata con smartphone e social, è quella più capace di vivere le relazioni in maniera fluida, come meglio credono».

Le nanoships piacciono a uomini e donne

«Credo che si vada sempre più verso una parità, non solo rispetto al genere, ma anche al sesso biologico. Significa che le differenze tra uomini e donne, anche per quanto riguarda le nanoships, fanno riferimento soprattutto agli stereotipi. Si potrebbe, infatti, pensare che gli uomini siano più capaci di vivere relazioni “mordi e fuggi”, come se fossero meno emotivi rispetto alle donne. Ma tendenzialmente c’è una certa equità, che tra l’altro è quella che permette oggi a entrambi di vivere certe esperienze simili a quelle delle nanoships», sottolinea Quattrini.

Relazioni veloci in una società veloce

«In concreto, dunque, la nostra società così veloce consente di fare molte cose in un tempo ristretto. Un limite potrebbe essere quello di non porre un’attenzione adeguata alla relazionalità: questo non significa che non esistano più le relazioni di lunga durata, ma che oggi c’è più libertà di decidere che tipo di relazione si vuole mettere in atto. È una nuova modalità di vita, che riguarda quindi anche i rapporti sentimentali. Pur rimanendo insieme alla stessa persona, per esempio, è possibile rinnovarsi, ossia vivere nuovamente la fase dell’innamoramento che è la più bella, ma anche la più breve. La nanoships, con la sua “scintilla”, rientra in questo ambito».