L’Istat, con i suoi dati sui divorzi dopo i sessant’anni, ha decretato la fine di uno degli stereotipi da ideologia boomer: quella dei coniugi in pantofole e vestaglia ormai assuefatti alla routine pluriventennale senza amore, ma all’insegna del “finché morte non ci separi”.  Tra il 2015 e il 2021 i matrimoni saltati in questa fascia d’età sono aumentati di oltre il 40%, e il trend è in costante ascesa, contando che in queste statistiche non rientrano molte coppie che si lasciano senza rivolgersi al giudice.

Separarsi a 60 anni: il primato è americano

Un fenomeno ormai definito come quello dei “divorzi d’argento”, misurabile già da anni in altri Paesi europei (in Francia e Germania, per esempio, le separazioni fra senior sono raddoppiate in vent’anni, in Svezia hanno toccato il 35%) e che inizia a insidiare il primato americano, dove oggi i Gray Divorces sono il 25% di quelli totali, con un aumento del 109% secondo il Pew Research Center, Centro di studio dei fenomeni sociali.

Separarsi a 60 anni: i motivi

Che cosa è successo? «Innanzitutto è cambiata molto la percezione dell’età», commenta la dottoressa Maria Giovanna Gatti Luini, medico psicoterapeuta e autrice del libro Parla come ami (Mondadori). «I sessantenni di oggi, nella maggioranza dei casi, non si sentono nelle condizioni di tirare i remi in barca, visto che rispetto alle generazioni precedenti la forma psicofisica è più quella dei 50. Desiderano altro, hanno nuovi sogni e hanno scoperto, soprattutto durante la pandemia e non sempre felicemente, cosa significa restare in casa h24 con il partner. Anche il matrimonio è percepito diversamente: non è più uno status indissolubile, l’unione di questo tipo si è molto ridimensionata. E poi ci sono tantissime famiglie allargate, con persone non legalmente separate ma che ormai vivono per conto loro e hanno altri compagni. Oggi siamo più fluidi, ci facciamo domande che una volta erano un tabu, non ci sono più le certezze del passato, dal posto fisso al lavoro fino a quello in casa».

Quando i figli se ne vanno

L’altro elemento che ha “liberato” le coppie di lunga data dallo stare insieme a tutti i costi sta nel fatto che molti figli se ne vanno presto di casa, o per ragioni di studio, o perché ormai adulti e indipendenti. «Il nido vuoto toglie una delle più forti motivazioni dello stare insieme nei matrimoni più longevi», sottolinea l’esperta. «Anche se i figli vanno e vengono da casa, possono stare fuori sede per motivi di studio mesi, anni, o semplicemente preferire di condividere una stanza con altri giovani. Un fenomeno che “svuota” la famiglia sempre più precocemente, e allora i partner si chiedono: ma andati via loro, noi abbiamo veramente voglia di stare da soli per i prossimi vent’anni? E oggi molti hanno il coraggio di dire no».   

Separarsi a 60 anni per risposarsi

Anche i secondi matrimoni sono aumentati, proprio nella stessa fascia d’età, con un incremento del 22,7% nel 2023, con quasi 50mila nuove celebrazioni, un dato mai registrato prima. «L’incontro con un’altra persona oggi è facilitato dai social e dalle tecnologie », commenta Gatti Luini. «Ma anche questo fattore ha alla base un cambiamento di pensiero: mi sento ringiovanire, mi sento rivivere anche nell’amore e quindi non guardo più l’età, inizio a flirtare e poi si vedrà. Ci sono persino delle app di dating dedicate agli over 50: l’accessibilità agli altri è dunque enorme e, se ben usata, contribuisce a formare nuove splendide coppie». L’unica differenza di genere, in questo campo, è che le donne si separano indipendentemente dall’esistenza di un altro e solo perché non sono più innamorate del partner, l’uomo no, ha spesso bisogno della “pista d’atterraggio” alternativa pronta.

Separarsi a 60 anni: se ci stai pensando anche tu

Se sei fra quelli che vivono la fase di ripensamento della propria vita coniugale e ti chiedi se sei pronta a fare la rivoluzione, «Non parlarne troppo con gli amici o mille persone dai più disparati consigli: se ci pensi da tempo fallo, agisci, esci di casa, poi per la separazione legale si vedrà», raccomanda la psicoterapeuta. «Dal punto di vista emozionale è questo lo sblocco vero, perché altrimenti in certi casi diventa una decisione eterna che non si prende mai, che fa soffrire e provoca un logoramento psicologico. Intendiamoci, non è che si deve sparire dalla vita dell’altro, ma uscire dallo stesso tetto sì, proviamoci». Secondo consiglio: «Si deve tener presente che è un viaggio verso l’ignoto, non diamo per garantito di sapere già come sarà, anche se ci separiamo per un’altra persona. E non condividiamo con il nuovo partner tutte le difficoltà personali e i dettagli dei rapporti ancora in essere con gli ex di questo passaggio, altrimenti rischiamo di far saltare anche la nuova storia. L’altro non è il nostro psicoterapeuta». A proposito: molte coppie del dopo divorzio d’argento non vanno a vivere subito insieme, ma fanno un periodo più o meno lungo da fidanzati, in case diverse. Il loro successo, a distanza di anni, sembra dare ragione alla prassi “insieme sì, ma ognuno a casa sua”. Almeno per un po’.

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