Separazione e comunione dei beni divorzio
Non ci si sposa certo con l'intento di divorziare, ma talvolta essere lungimiranti aiuta ad avere meno problemi in caso di crisi. Non ci sono molte alternative, in effetti al momento di contrarre il matrimonio si può scegliere unicamente se optare per un regime di comunione dei beni o preferire quello della separazione. Cosa determina la scelta di ciascuno dei due in caso di divorzio?
Separazione consensuale: tempi
Sempre più coppie scelgono di sposarsi in separazione dei beni, soprattutto perché la condivisione patrimoniale non è regimentata da regole chiare e univoche e può talvolta riservare qualche brutta sorpresa. In realtà la comunione dei beni nasce per garantire che le ricchezze accumulate dalla famiglia vengano equamente ripartite durante il corso del matrimonio.
Cade sotto il regime di comunione dei beni tutto ciò che è stato acquistato dalla coppia dopo il matrimonio. Perché questo? Perché così qualora uno dei due si dedicasse principalmente alle esigenze familiari, magari riducendo l'orario lavorativo per dedicarsi ai figli, avrebbe diritto a una parte dei beni accumulati dal coniuge in quanto l'accumulo di detti beni è reso possibile dal sacrificio di entrambi. Naturalmente ciò non avviene in regime di separazione dei beni.
Ai fini di un divorzio o di una separazione se i due coniugi non hanno avuto figli si seguiranno quindi questi due orientamenti. Ma se dal matrimonio sono venuti dei figli allora il discorso cambia. In generale infatti, oltre al patrimonio monetario vero e proprio, è la casa uno dei motivi principali di contesa e questa viene assegnata nella quasi totalità dei casi al genitore presso il quale i figli vivono, senza tener conto di un'eventuale separazione dei beni.