Il bello delle fantasie e dei sogni erotici, è che sono perfetti. Basta chiudere gli occhi (ma anche tenendoli aperti si può restare incantati) et voilà, ci si immerge nella visione idilliaca della passione che avremmo sempre voluto vivere, quello che ricorda le favole di quando si era bambine, magari con l’aggiunta di qualche scena hot. Oppure, a volte sono un film o un libro – come in passato sono stati 9 settimane e mezzo o Le età di Lulu – a dare nuovo impulso all’immaginario erotico femminile.
E negli ultimi mesi, senza dubbio è stata la trilogia Cinquanta sfumature a risvegliare la fantasia moltissime donne, scatenando a suo modo una piccola rivoluzione nella vita sessuale delle coppie. Le vendite dei sex toys sono aumentate, la curiosità ha sdoganato giochi erotici su cui prima aleggiavano superstizioni o tabù, routine sessuali monotone sono state spezzate, passioni che si credevano estinte si sono riaccese…
Peccato che, dopo il sogno, ci sia l’inevitabile confronto con la realtà. Che in alcuni casi potrebbe gettare nello sconforto.
Nel cercare di capire come risolvere (pacificamente) il conflitto, non potevamo che chiamare in causa Rossella Calabrò, autrice di Cinquanta sbavature di Gigio, e Cinquanta smagliature di Gina, “due libretti scherzosi, per riderci un po’ su, per giocare proprio sul confronto tra i divini protagonisti della trilogia, e noi comuni mortali”.
E come si evince dai titoli, il primo consiglio per superare l’empasse del “perché il mio lui non è come Mr. Grey?”, è proprio l’ironia: “perché se è vero che quando smettiamo di sognare un uomo che prenda il comando ci troviamo davanti a un Gigio che si gingilla con il telecomando, è altrettanto vero che il nostro partner, per quanto meno fascinoso, è molto più divertente e conosce un giochino che invece Mr Grey ignora: farsi amare solo strappandoci un sorriso”.
Sul versante femminile invece, “le Gine afflitte delle loro infinite smagliature interiori, dovrebbero imparare la grande lezione dell’auto-ironia, che permette di capire che sono proprio quelle smagliature a renderle uniche, interiormente ricche e misteriose (o incomprensibili, a seconda dei casi). Non solo: è anche l’arma di seduzione più efficace che ci sia, perché un sorriso in più ci rende anche più belle”.
Sdrammatizzare la realtà, quindi, per imparare ad amarla per quello che è, sbavature o smagliature comprese. Ma anche smitizzare il sogno. “Nella trilogia, più del sesso, sono più il rapporto di coppia, il romanticismo, le dinamiche preda-cacciatore che poi si invertono, che fanno presa sull’immaginazione di chi legge. Ma se ci si fa caso, i contenuti del romanzo sono talmente conservatori, da coppia anni Cinquanta, e a volte così surreali, che non possono che far sorridere. E poi, se ci piacerebbe davvero stare con un perfettino noiosetto maniaco del controllo come Mr Grey, è tutto da vedere.”
A questo punto la situazione si ribalta, e forse è il sogno che non reggerebbe il confronto con la realtà, rivelandosi deludente. E questo perché fare confronti è, nella maggior parte dei casi, non solo dannoso, ma anche completamente inutile: “nessuno dovrebbe sentirsi frustrato dal confronto tra un personaggio letterario e una persona in carne e ossa. Sarebbe come dire che io mi sento frustrata perché non ho le mutande di Eta Beta, le orecchie di Topolino o la faccia blu della Puffetta. Va benissimo sognare, basta sapere che la realtà è un’altra“.
Infatti, “il bello, ricco, sensibile, misterioso e sexy Mr Grey ha un piccolo difettuccio: non esiste. Quindi è moooolto meglio non cercarlo nei nostri Gigi perché sono pedalate a vuoto, che poi vengon due polpaccioni così. Lo stesso vale per le Gine”. Viceversa, noi e i nostri compagni-mariti-amanti, esistiamo eccome, e la realtà è quello che abbiamo.
In altre parole, bisogna imparare a considerare fantasia e quotidianità per quello che sono: dimensioni parallele, sì, ma diverse. E per godersi la vita, invece di fare continui confronti, meglio imparare a prendere dal sogno quello che ci può essere di utile per rendere più divertente (ed erotica) la realtà: “lavorando con l’immaginazione, che è il più potente afrodisiaco che ci sia, no?”