«L’unica cosa più triste di essere una damigella di 34 anni era essere una damigella di 34 anni single» scriveva Carrie Bradshaw in un’iconica puntata di Sex & the City che si apre con Miranda alle prese con uno speed dating. Se oggi dovessi scrivere cosa che mi ha portato a uno di questi eventi, direi: «L’unica cosa più noiosa di usare le dating app è limitarsi a fare swipe tra i profili e non scegliere nessuno».
È quello che facciamo io e le mie amiche su Hinge, un’app che ci fa sentire più cool di chi usa quelle classiche. L’ora del gioco di Hinge è un appuntamento fisso a cene e aperitivi: guardiamo le home l’una dell’altra, ridiamo delle descrizioni sempre uguali, ci consigliamo a vicenda le foto con cui presentarci. La rassegnazione nei confronti del dating online non è solo nostra: secondo un sondaggio Axios, l’80% dei ragazzi della Gen Z ha perso interesse per le app e il numero degli utenti è calato di 17 milioni dal 2021 a oggi.
Quella volta che sono stata a uno Speed Date
Forse è per questo che mi salta all’occhio l’evento Speed Date & Art, con lo slogan «Art over Apps» (meglio l’arte delle app). A organizzarlo è Even Numbers, una creative community guidata da Kayla Jagusch, popolarissima a Milano. Dopo la pandemia, gli eventi creativi sono aumentati a dismisura in tutto il mondo. Ad attrarre quelli della Gen Z come me non sono più i format generici, dal corso di ceramica al book club, ma “mix” che uniscono interessi, passioni e attività.
E questo fenomeno ha interessato anche il mondo del dating. Lo scopo non è trovare l’anima gemella (o almeno non soltanto), ma godersi una bella esperienza con persone nuove (e se non scocca il colpo di fulmine, pazienza). Quando contatto Kayla per partecipare, vengo catturata dalla bio di Instagram dove si definisce una “curatrice esperienziale”. «Creo eventi che includano tutti i cinque sensi: vivo di immaginazione!» racconta. È arrivata a Milano pochi anni fa dopo aver passato quasi tutta la vita a New York. Dopo gli studi al Fashion Institute of Design, si è occupata di organizzazione eventi per i vip e vic (i clienti da viziare) di Louis Vuitton, e ha imparato tutto quello che sa.
Speed Date, ecco come funzionava
Arrivata a Studio And, la location della serata, Kayla e Marco, l’insegnante di arte, mi spiegano le regole. Ogni ragazza ha un blocco di creta e ogni 10 minuti un ragazzo diverso la aiuterà a realizzare la sua creazione. Non serve scambiarsi profili social o numeri di cellulare, perché ognuno è munito di un bigliettino su cui trascrivere i nomi dei potenziali match: sarà Kayla poi a metterci in contatto.
Al mio tavolo siamo in due e ci chiamiamo entrambe Giulia S., il che confonde non poco i partecipanti. Meno male che lei è bravissima, quindi diventa “Giulia l’esperta”. Io sono a tutti gli effetti “Giulia l’Inesperta”: il mio blocco di creta è già diventato duro come la pietra. Non aiuta che Luca, il mio primo date, sia una noia mortale. Milanese, lavora nella finanza, parla poco e presto inizia a guardarsi intorno senza nemmeno aiutarmi. Alla fine dei primi 10 minuti, mi sembra siano passate ore. Kamal è molto più simpatico: viene dall’India ma ha vissuto sempre a Londra e oggi lavora a Milano, si occupa di analisi dei dati. Gli chiedo come ha fatto a lasciare Londra (a me si spezza il cuore dopo ogni viaggio) e ridiamo sui codici informatici (all’università ero una secchiona in materia).
Quasi tutti i partecipanti sono stranieri, quindi si parla in inglese, ma il tempo ridotto, la creta da modellare e i pensieri da tradurre rendono tutto più difficile. Non mancano pause e silenzi, si sente anche qualche incomprensione, i famosi lost in translation. Riprendo a parlare italiano con un ragazzo di Genova e ironizzo sul fatto che quello che volevo diventasse una tazzina sembra invece un nido. Lui mi risponde: «E allora facciamo gli uccellini!». Quando il tempo finisce, è l’ora dell’aperitivo. Marco passa a ritirare le opere, adora il mio nido e insiste per provare ad infornarlo, «anche se gli uccellini potrebbero esplodere». Non funziona, ma se funziona…
E l’anima gemella?
Con le mani finalmente pulite, ognuno consegna il foglio con i nomi dei potenziali match e cominciamo a chiacchierare, stavolta a ruota libera. Siamo tutti tra i 20 e i 30 anni, scopro che molti sono stati contattati direttamente da Kayla su varie dating app e che quasi tutti volevano passare una serata insolita più che trovare l’amore.
Non a caso, l’unico contatto che porto a casa è quello di Sara, spagnola che abita a Milano e insegna la sua lingua madre nelle scuole. Mi chiede se anche io avrei voluto matchare con Marco: la risposta è sì, e ridiamo. Ha vissuto a Londra e mi esorta a scriverle se volessi andare, sarebbe felice di aiutarmi. Anche Kayla mi scrive qualche giorno dopo, ma non perché ha trovato un match per me… Abbiamo scoperto di essere vicine di casa e di amare lo stesso bar, dobbiamo pianificare qualche merenda insieme. Alla fine, dell’anima gemella neanche l’ombra, ma forse un’idea questa serata me l’ha dato: non sarà il caso di farlo a Londra il prossimo date?
5 alternative alle app
CON I TAROCCHI La libreria Ècate di Milano organizza i Tarot Speed Date, serate di letture individuali brevi di tarocchi (tel. 3285755732)
ON THE ROAD I viaggi sono l’occasione perfetta per trovare l’amore. «Abbiamo perso il conto di quante storie sono iniziate» ironizza Paolo De Nadai, founder di WeRoad. «In viaggio si condivide la vita vera, per questo ci si sceglie» (weroad.it)
TRA I LIBRI Da Napoli (Libreria The Sparks) a Milano (Ostello Bello) sono sempre più popolari gli speed date letterari. Basta cercare quello più vicino!
CON LO YOGA Su Meeters si trovano viaggi esperienziali per single over40. Tra i più popolari, “Hatha Yoga e passeggiata sul ponte tibetano” (meeters.org)
A TAVOLA “Dinner with Strangers” è una serata internazionale: basta prenotarsi (al costo di circa 12 euro) e comunicare le proprie preferenze (cibo, interessi, hobby), poi il team creerà i potenziali match (per info, Ermantourage Hollywood su EventBrite).