Risarcita per aver fatto la nonna…sottopagata! È accaduto in Cina di recente, ma il caso non è isolato tanto che periodicamente si parla di quanto possa valere il “lavoro” da baby sitter svolto dai nonni per accudire i nipoti. Nel caso cinese la signora aveva ricevuto dalla figlia e dal genero circa 8.000 euro per essersi presa cura del nipotino per cinque anni, da sola, mentre i genitori del bimbo lavoravano in un’altra città. Lei, però, ne voleva 25.000 e si è dunque rivolta al Tribunale per ottenere un risarcimento. I giudici le hanno riconosciuto l’equivalente di 10.000 euro. Ma quanto vale davvero il “lavoro” dei nonni in Italia? A fare i conti ci ha provato ProntoPro, piattaforma che aiuta a trovare servizi professionali.
I nonni sono una risorsa sottopagata
Secondo i dati Istat, in Italia sono oltre 12 milioni i nonni che si prestano nella gestione dei nipoti. Il più delle volte lo fanno gratis, ossia senza chiedere alcun riconoscimento per il loro contributo alla gestione della famiglia, e in qualche caso sono persino loro che aiutano economicamente i figli adulti. Ecco, quindi, che molti pensionati fanno da veri e propri baby sitter, vanno a prendere i nipoti a scuola, preparano da mangiare, li aiutano nei compiti a casa e li portano agli allenamenti sportivi o alle lezioni di musica e danza. Facendo un rapido conto, secondo ProntoPro, «l’importo totale che un nonno o una nonna dovrebbe guadagnare mensilmente per il suo insostituibile supporto alla famiglia ammonta a 3.300 euro».
Quanto vale il lavoro da autisti dei nonni
Quello svolto dai nonni, infatti, è equiparabile a un vero e proprio lavoro. Per calcolarne il valore, è sufficiente scomporlo. Partendo da quello di autisti privati, «percorrendo le strade per una media di 4 ore settimanali, i nonni garantiscono un servizio di trasporto su misura. Considerando il costo medio di un autista privato, pari a 30€ all’ora, dovrebbero percepire 480€ al mese solo per questo servizio», spiegano gli esperti.
Chef a domicilio e ripetizioni private
Come dimenticare, poi, il contributo in casa, dove i nipoti vengono non solo accolti, ma anche sfamati (in genere in modo più che abbondante) con ricette della tradizione. Ecco che il loro lavoro da chef, per circa 5 ore alla settimana, è stimato in 1.100€, ossia pari a 55 euro all’ora che è la retribuzione di un professionista sul mercato. Un discorso analogo si può fare con l’aiuto nei compiti a casa: «I nonni dedicano in media 3 ore settimanali all’affiancamento nei compiti dei nipoti. Valutando un compenso di 20€ all’ora, questa attività porterebbe a un guadagno di 240€ al mese», calcola ProntoPro.
Animazione e consulenza psicologica
Un altro contributo importante è quello da animatori per bambini, a cui i nonni si dedicano in media per 4 ore alla settimana che, considerando una tariffa di 50€ all’ora, potrebbe fruttare a un professionista fino a 800€ mensili. Il sostegno psicologico (spesso i nonni sono anche confidenti e consiglieri per i nipoti), per un paio d’ore alla settimana, a un costo di 55€ all’ora da parte di un terapeuta, potrebbe valere fino a 440€ al mese.
Nonni tuttofare (comprese le pulizie in casa)
Si sa poi che un nonno e una nonna, se le condizioni fisiche lo consentono, non stanno con le mani in mano neppure in casa dei figli, prestandosi alle faccende domestiche. Considerando una tariffa di 15€ all’ora, in questo caso il loro supporto equivale a 120€ risparmiati per i figli, che non devono rivolgersi a servizi esterni. Se poi hanno anche abilità manuali, ecco che si cimentano anche in piccoli lavori di manutenzione domestica o cura del giardino, per circa 1 ora alla settimana, che possono valere altri 120 euro al mese, considerando un costo di 30€ all’ora se si chiama un tecnico o un professionista.
Serve un “bonus” per i nonni?
Da qui la domanda: è ipotizzabile pensare a una forma di “bonus” o incentivo per riconoscere il supporto economico che i nonni forniscono alle famiglie? «I dati del nostro portale dimostrano che è in forte crescita la richiesta di servizi dedicati al benessere dei bambini, ma anche alla gestione del menage familiare. Nel 2023 abbiamo registrato un +25% di domanda per animatori di feste per bambini, insegnanti di ripetizioni per scuole medie e superiori, psicologi infantili, ma anche per imprese di pulizia e servizi di piccole riparazioni. Una serie di necessità che, quando si ha la fortuna di averli ancora sani e vicini alla propria residenza, sono spesso demandate ai nonni. La domanda quindi c’è, ed è sempre più elevata» osserva Başak Taşpınar Değim, co-CEO di ProntoPro.
È giusto chiedere aiuto ai nonni?
Eppure la via del bonus non sembra convincere gli esperti: «Più che concentrarsi su un bonus per i nonni, come mamma e imprenditrice credo che le aziende potrebbero offrire un contributo significativo per promuovere un migliore equilibrio tra lavoro e vita personale, grazie ad esempio alla flessibilità di luogo e orario di lavoro offerta dal lavoro ibrido o da remoto», spiega Değim. D’altro canto non è sempre facile trovare professionisti qualificati, soprattutto in un ambito delicato come la gestione dei bambini. «I nonni offrono una combinazione unica di cura, esperienza e connessione emotiva che è difficile da replicare professionalmente, anche se a volte un professionista può supportare e massimizzare il loro ruolo insostituibile».
Cosa serve di più in famiglia
Se i ruoli di cuochi rimangono spesso appannaggio dei nonni, i dati mostrano una crescente richiesta di sostegno psicologico: «Abbiamo notato che una richiesta su 10 tra quelle raccolte nel 2022 si focalizzava sul supporto per bambini tra i 10 e i 18 anni», spiega la co-Ceo di ProntoPro, che ha introdotto questa figura nella propria piattaforma, osservando una crescita media del 15% al mese. La richiesta maggiore sul portale, però, resta per animatori di feste e tutoring scolastico sia per scuole medie che superiori. I nonni sono avvertiti.