Il primo amore non si scorda mai. Il vecchio mantra sembra più attuale che mai, almeno stando a uno degli strumenti più “moderni” del momento: TikTok. Sulla piattaforma, infatti, ci sono qualcosa come 98 milioni di video che parlano della cosiddetta “first love theory”, la teoria del primo amore, appunto, secondo la quale gli uomini ne sarebbero vittime, anche in età adulta. Ecco di cosa si tratta.
Cos’è la teoria del primo amore
A quanto pare non sono solo le donne a ricordare, con più di un sospiro, il loro primo amore. Anzi, gli uomini ricorderebbero la loro prima cotta con ancora più intensità. La prova arriverebbe da TikTok, dove questa tesi (o forse sarebbe meglio dire “teoria”) è sostenuta da migliaia di utenti, che postano video nei quali spiegano che la prima partner lascerebbe un tale ricordo di sé negli ormai ex ragazzi e ragazzini, da indurli a cercarne una copia nel corso della vita adulta.
Il primo amore lascia il segno
«La teoria del primo amore suggerisce che questo possa lasciare un segno particolarmente profondo e persistente nella memoria e nell’immaginario di una persona, più di altri legami successivi. È un fenomeno che ha un nesso anche con i cosiddetti stili di attaccamento della famiglia d’origine perché questi tendono a influenzare molto le relazioni affettive: il modo in cui ci si è relazionati con le prime figure di accudimento, infatti, può influenzare nella scelta del partner, o nelle relazioni all’interne alla coppia o nei rapporti sociali», spiega Ilaria Consolo, sessuologa, psicoterapeuta, vicepresidente dell’Istituto italiano di Sessuologia scientifica.
Il primo amore non si scorda mai
«Il primo amore – spiega ancora l’esperta – lascia il segno soprattutto nel momento in cui è idealizzato e si lega a un’esperienza vissuta in giovane età, specie in adolescenza, quando le emozioni sono particolarmente intense», spiega ancora Consolo. Il tempo, quindi, non cancella i ricordi, ma potrebbe persino amplificarli al punto da spingere a fare continui paragoni tra i partner incontrati nel corso della vita e la/il protagonista del primo amore, come moderni Dante con le loro Beatrici. «Teniamo presente che il primo amore è anche fonte di scoperte, è un momento di crescita persona ed è vissuto con particolare entusiasmo. Inoltre è “incontaminato” dalle esperienze e dalle possibili delusioni che possono arrivare nel corso della vita», spiega ancora la sessuologa.
Primo amore imore idealizzato e nostalgia del passato
«Spesso si idealizza il primo amore non solo a causa dell’innamoramento stesso che porta con sé, ma anche perché manca la consapevolezza del costruire e poi mantenere una relazione. Un fattore da non trascurare, però, è anche la nostalgia di noi stessi, di come vivevamo le emozioni in quel periodo. Le emozioni negative, inoltre, sfumano col tempo e si cristallizzano solo quelle positive», spiega l’esperta. Questo mix tra la tendenza a rievocare con dolcezza una fase della vita e il desiderio di provare quella stessa sensazione di leggerezza, dunque, può portare a spiegare la “teoria del primo amore”, che riguarda soprattutto gli uomini.
La difficoltà (maschile) a chiudere col passato
I dati indicherebbero che proprio gli uomini fatichino maggiormente a superare il ricordo idealizzato del primo amore. Gli esperti confermano e spiegano perché: «Spesso sono meno abituati a elaborare e condividere apertamente i propri sentimenti, specie quelli legati a una fragilità o a una perdita. Per questo potrebbero avere più difficoltà a chiudere col passato e mitizzare il primo amore – osserva Consoli – Questo può portare a vivere quell’emozione in modo più silenzioso e meno elaborato. Le donne, invece, sono più abituate a elaborare i propri sentimenti e a vivere quelli del passato e del presente come maggiore consapevolezza».
Quanto i ricordi ci condizionano
Ma quanto i primi amori possono davvero condizionare il presente? «I primi amori possono avere un impatto duraturo o influenzare le aspettative future. Se, per esempio, sono stati un’esperienza traumatica possono portare a difendersi, a nascondersi o a non fidarsi più dell’altro, per evitare di replicarle – spiega la sessuologa – Potrebbe anche semplicemente portare a provare nostalgia e tenerezza, oppure anche a cercare un modello idealistico, ostacolando lo sviluppo di relazioni nel presente».
I consigli dell’esperta
Occorre, però, superare proprio il rischio di mitizzare la prima esperienza. Per farlo «occorre consapevolezza, serve la capacità di separare ciò che era reale da ciò che non lo è più, per diversi motivi: si ha un’età diversa, che comporta una fase evolutiva differente, condizionata anche dalle esperienze che nel frattempo si sono vissute» spiega l’esperta, che suggerisce: «Non ci si deve bloccare sul ricordo del passato, ma è importante concentrarsi sulla relazione nel presente, ricordandosi che la persona con cui si vive una relazione oggi è diversa da quella idealizzata nel passato».