La terapia di coppia e la mediazione familiare possono aiutare i coniugi in crisi di coppia a salvare il loro matrimonio dalla separazione o dal divorzio. La terapia di coppia e la mediazione familiare sono due strade da provare prima di decidere di separarsi
Non sempre rivolgersi ad un avvocato è la via migliore per uscire dal conflitto coniugale. Spesso, infatti, quando si presume che la crisi sia solo passeggera o comunque risolvibile, potrebbe essere opportuno avviare altri tipi di percorsi finalizzati non alla formalizzazione della rottura, ma alla verifica dei presupposti per poter salvare il proprio matrimonio.
CHI E' IL MEDIATORE FAMILIARE?
Si parla, a questo proposito di “terapia di coppia” o “terapia familiare”, un percorso che può essere intrapreso sia privatamente che presso strutture pubbliche nel quale uno psicoterapeuta affronta le problematiche che hanno contraddistinto la vita coniugale, cercando di valutare gli estremi per poter proseguire l’unione e, nel caso, indirizzare la coppia in questo senso.
Questa terapia non va confusa, invece, con la cosiddetta “mediazione familiare”, un intervento professionale a cura di addetti del settore (generalmente laureati in psicologia) che, con un percorso fatto di più sedute alla presenza di entrambi i coniugi, hanno l’obiettivo di riorganizzare le relazioni familiari e di salvaguardare il ruolo genitoriale di entrambe le parti nell’ottica della separazione.
Tra le funzioni del mediatore, ritroviamo, ad esempio, quella di incoraggiare accordi il più possibili rispondenti alle esigenze di tutti i componenti del nucleo familiare, oppure quella di affrontare sia gli aspetti emotivi che quelli strettamente materiali. Solo una volta concluso il percorso di mediazione che, precisiamo, non è affatto obbligatorio, è necessario contattare un legale per avviare l’iter giudiziario della separazione.