«Desideri per l’anno nuovo?». Scene da un Capodanno di qualche tempo fa. Ilaria cerca di tenere sveglia la conversazione. Il suo ottimismo a buon mercato mi fa sentire, se possibile, ancora più triste: tra me e Pietro ultimamente è un disastro. Per non fare la guastafeste, rispondo: «Vorrei indietro la passione dei primi tempi!». Lui, Pietro, con una scusa è già nell’altra stanza. Tra i nostri amici scende il gelo. Ilaria distoglie lo sguardo. A me sembra di aver dato la risposta sbagliata. Passa qualche mese e capisco meglio il motivo dietro quella serata imbarazzante. Nel frattempo Pietro si è iscritto in palestra, ha lo sguardo fisso nel vuoto e parla di pausa di riflessione. Improvvisamente mi sembra un estraneo.
Tradimento e reputazione: la storia di Ilary come la mia
Doveva essere la prima avvisaglia di tradimento, penso, ora leggendo quello che scrive Ilary Blasi per l’anteprima del suo libro sulla fine del matrimonio con Francesco Totti: Che stupida. La mia verità, in uscita il 30 gennaio per Mondadori. «Ai primi di novembre mi addormentai tra le braccia di Francesco, la mattina dopo mi svegliai con uno che gli assomigliava molto ma non era lui. Schivo, distante, assente, in cerca di pretesti per uscire» racconta la conduttrice. Nel mio caso, davanti alla decisione di Pietro di mettere la nostra storia in stand-by, mi sento come chi più si sforza di riemergere da un pozzo più ci cade dentro.
La cosa che più di tutte mi sorprende è, che quando gli dico che ho ricevuto un’inaspettata quanto insperata offerta di lavoro, taglia corto: «Fossi in te non andrei neanche al colloquio. Meriti di più». Ma come? Sono mesi che non ho un posto stabile! Non me lo ricordavo così protettivo… La verità è che, per una coincidenza assurda del destino, in quell’ufficio lavora la ragazza con cui mi sta tradendo da mesi. Ecco svelato a posteriori il motivo della pausa di riflessione. Ma io, ancora ignara, accetto l’impiego e mi ritrovo a condividere l’ufficio proprio con Valeria, la sua nuova “fidanzata” a mia insaputa.
La scoperta del tradimento e la ferita alla reputazione
Un giorno, sentendola ridere al telefono – strano, è sempre così sospettosa… – azzardo la domanda: «Con chi parlavi?«. Dopo qualche reticenza pronuncia il nome Pietro. Ancora oggi non so per quale sesto senso, io aggiungo il cognome. «Come fai a saperlo?!» dice guardandomi esterrefatta. Sarà che da quando siamo in pausa di riflessione ho alzato le antenne in cerca di indizi… «È il fidanzato di cui ti ho parlato». «Ma che ti stai inventando!». È all’oscuro, esattamente come me. Messo con le spalle al muro, Pietro sceglie lei, lasciandomi in un mare di sofferenza. Si può smettere di amare qualcuno, capita anche se non vorresti, ma perché ingannarmi così?
A farmi male non è solo la “ferita narcisistica” del tradimento, come la chiamano gli psicologi, ma anche il fatto che tanti intorno a noi sapevano e nessuno ha ritenuto importante mettermi al corrente. Per quieto vivere o perché sono felici per la nuova vita del mio ex? L’amarezza di essere le uniche a non sapere… È perfino peggio del tradimento. Penso ancora a Ilary Blasi. «Roma sapeva, ma io l’ho scoperto dopo. A me nessuno ha mai riferito qualcosa» ribatte nel docufilm Unica su Netfix, al tassista che le dice: «Tutti sapevano che a Totti piacevano i maritozzi co’ la panna e… le donne». Ma perché mi brucia così tanto la ferita alla mia reputazione?
Il parere dell’esperta
Chiedo alla psicologa Veronica Vizzari di aiutarmi a capirne le ragioni. «Porre l’attenzione su cosa pensano gli altri è una strategia mentale per deviare l’attenzione emotiva dal dolore, per la perdita del partner o della vita che si condivideva con lui o lei» mi spiega. Sempre meglio, depressione… Ma poi la psicologa aggiunge: «Forzarsi sulla pubblica umiliazione è un comportamento strettamente legato al sentire di non avere un’identità stabile a prescindere dal giudizio degli altri sul nostro conto. Di conseguenza, l’etichetta del tradito brucia di più a chi fa dipendere il proprio valore dall’idea che gli altri gli rimandano: se hanno una cattiva opinione, è portato a pensare di essere una persona di poco valore. Nella stessa situazione, c’è infatti chi pensa invece alla paura di rimanere solo oppure al dolore della perdita».
Tradimento e reputazione: sentirsi sole quando tutti sanno
Che non fossi una campionessa di autostima lo immaginavo. È anche vero che la mia è stata una reazione fin troppo umana e che la sovraesposizione sui social di certo non aiuta. I tradimenti celebri insegnano. Non vorrei essere nei panni di personaggi come l’ex portavoce di Hillary Clinton, Huma Abedin, tradita “virtualmente” dall’ex marito, il deputato democratico Anthony Weiner, che era solito inviare foto delle sue parti intime a delle sconosciute. O in quelli di Belén Rodríguez alle prese con la “sporca dozzina” di amanti dell’ex marito Stefano De Martino di cui ha raccontato in tv una domenica pomeriggio.
Nel mio caso, sapere che in ufficio tutti erano al corrente mi ha fatto sentire esposta e vulnerabile. Valeria, infatti, ha raccontato la sua verità ai colleghi, che si sono divisi immediatamente in due tifoserie maldestre. E chissà cosa avranno detto di me gli amici… Sono tentata di far sapere a tutti di cosa è stato capace Pietro, come ha fatto Shakira con la sua revenge song in cui ridicolizzava il fedifrago Gerard Piqué: «Hai scambiato una Ferrari con una Twingo…».
Le ripercussioni legali
Vuotare il sacco in prima persona – giusto o sbagliato che sia – può essere un modo per rialzare le quotazioni della propria reputazione e abbassare quelle del partner. Come dire: sappiate che se ha tradito me tradirà anche tutte le altre! L’idea di scrivere sugli account social di Pietro “Attenzione, traditore seriale” mi sfora solo per poche ore. Temo gli sguardi di commiserazione e imbarazzo. Ma non solo. Chi rivela i tradimenti del partner, mi mette in guardia una mia amica avvocata, può incorrere nel reato di diffamazione, secondo l’articolo 595 del Codice penale, che consiste nell’offendere la reputazione altrui comunicando con più persone.
Diverso è se si è sposati e tutelati dal reciproco dovere di fedeltà dall’articolo 143 del Codice civile, in base al quale – oltre a chiedere in tribunale la separazione con addebito, quello che si rimpallano Totti e Blasi nella causa di divorzio, la cui nuova udienza è prevista il 24 gennaio – il coniuge tradito ha diritto al risarcimento del danno morale quando il tradimento lede la dignità personale o l’onore. Che è poi il caso anche di quando tutti sapevano tranne il diretto interessato.
Tre consigli per superare l’umiliazione
- Analizza il tradimento. Quando in una coppia si smette di avere un dialogo sincero, può capitare che entrambi i partner mettano in campo un processo difensivo in cui il fedifrago cerca soluzioni al di fuori del rapporto mentre il tradito nega il triangolo in corso.
- Impara dai errori. Come? Rafforzando quelle parti di te che potrebbero essere state concausa del tradimento. Per esempio, sii tu a dire no a una relazione che non ti fa stare bene.
- Non prenderla sul personale. Può aiutare sapere che chi tradisce inganna se stesso prima del partner. Tradire non è mai una soluzione, semmai una vendetta. E solitamente chi si vendica? Chi sente di non avere la forza necessaria di parlare a viso aperto.