La fedeltà è possibile?
Ci si incontra, ci si innamora e inizia l’idillio: sarà esclusivamente lei, o lui, per sempre! Niente e nessuno sembra poter scalfire l’unione con la persona che amiamo e dalla quale siamo amati. Eppure, presto o tardi, i problemi iniziano e, a volte, il problema ha un nome e un cognome. Così, quell’ “esclusivamente” inizia a sgretolarsi.
I motivi di un tradimento possono essere i più svariati ma tutti si riassumono ad un paio di denominatori comuni: un malessere accompagnato da insicurezza che porta alla ricerca di conferme, oppure alla ricerca di un’atmosfera di gioco e passione che momentaneamente può essersi affievolita nel rapporto ufficiale. Il tradimento può essere quindi sporadico, per soddisfare il gusto proibito della scappatella, o recidivo quando si viene a creare una vera e propria relazione clandestina con una o più persone.
È idea diffusa che, se c’è tradimento, significa che non c’è più amore per il partner. Non è così. La cultura monogama dei Paesi occidentali ha creato infatti una profonda confusione tra sentimenti e comportamenti sbagliati. L’amore, per natura, non è un sentimento esclusivo; pretendere il contrario sarebbe come limitare i genitori ad amare un solo figlio, pretendere che un figlio ami un solo genitore, o chiedere ad una persona di voler bene ad un solo amico o amica. Per ragioni culturali e religiose, l’Occidente ha adottato l’idea di un’esclusività dell’amore di coppia. Il rispetto di questa norma è sicuramente una grande manifestazione d’amore proprio perché va contro l’istinto naturale (ndr gli animali stessi non sono monogami), che esiste ma deve essere controllato dalla ragione, per rispettare il partner.
Chi tradisce decide di sottomettere la ragione all’istinto perché l’istinto è troppo forte o perché, pur sapendo di sbagliare, sceglie di tradire ugualmente e di nascondere l’errore commesso, sposando la teoria “occhio non vede, cuore non duole”. In ogni caso, il tradimento non è mai giustificabile, semmai perdonabile. Tradire la persona che ci sta affianco significa arrecare un forte danno alla sua autostima e darle un colpo emotivo non indifferente, che può mettere in discussione la propria visione di sé stessi e del proprio rapporto con l’altro sesso. A questo punto, si potrebbe pensare che basti nascondere il tradimento per non creare problemi a nessuno.
Per correttezza e onestà, il tradimento va confessato; spetta al partner tradito decidere per il perdono o per l’abbandono. E se il partner deciderà di perdonare, non significa che la fiducia debba essere subito dovuta. Ricostruirla sarà invece un percorso lungo e faticoso per entrambi, che non è detto possa portare buoni risultati. Se non si è disposti a lavorare duro su questo percorso, sarà un ulteriore segnale , ancora più forte del tradimento, che tutto quell’amore che si pensava ci fosse, in realtà non c’è. Se si è stati traditi, non è detto che non si possa ricostruire la storia ma è meglio pensare bene se è il caso di dedicare tutta l’immane fatica per ricostruire un rapporto che sarà a lungo pieno di fantasmi e di insicurezze, assieme a una persona che ci ha causato un dolore così grande.
Meglio forse ricominciare da capo ma con un’altra persona. Spesso si accetta di perdonare il tradimento perché si ama talmente il partner da passare sopra anche ad errori altrui così gravi. Si pensa che senza di lui, o di lei, staremmo ancora peggio. Questo è un chiaro campanello d’allarme su qualcosa che non funziona sulla propria autostima e sulla propria indipendenza emotiva. Esiste sempre qualcuno capace di farci stare meglio, anche se in quel momento, nonostante tutto, sembra impossibile. Tuttavia, prima di fare qualsiasi tipo di discorso moralista e accusatorio verso chi tradisce è importante chiederci: noi per primi, abbiamo davvero la coscienza pulita…? Il dare prima del chiedere sta alla base del vero amore e quindi anche della fedeltà.
A cura di Massimo Raciti