Tutto quello che le donne fanno per farsi amare
“Ti meriti un amore che ti voglia spettinata, con tutto e le ragioni che ti fanno alzare in fretta..”
recita una bellissima poesia di Frida Kahlo. Chi di noi non ha desiderato o non desidera un amore assoluto, che si nutre di istinto e magia? Un desiderio che si fa tanto più forte e urgente quando la vita incalza e non ci dà quello che vorremmo, come nel caso di Emma e Cinzia, amiche dai tempi dell’università entrambe al giro di boa dei 50. Emma è single, vive ancora con i genitori, ha perso il lavoro e anche il suo giovane fidanzato l’ha lasciata dopo averle spillato una cospicua somma di denaro.
Come imparare a dire di no
Quando il dolore e il rimpianto non le danno tregua, Emma si rifugia in una realtà parallela dove ha tutto ciò che desidera e c’è spazio anche per i sogni. Cinzia è una donna di successo. Lavora come regista televisiva, è sposata, appagata. Eppure si dimentica delle promesse fatte quando incontra un uomo con cui vive un’intensa passione. Due donne apparentemente agli antipodi accomunate dalla stessa sete d’amore ed emozioni, sono le protagoniste di “Ti meriti un amore” (Cairo editore) l’ultimo appassionante romanzo di Alessandra Appiano.
La fitta trama indaga nelle loro vite sino al colpo di scena finale, spingendo il lettore a chiedersi:
cosa sono disposte a fare le donne pur di sentirsi amate?
Scrittrice, giornalista ed opinionista televisiva, Alessandra Appiano ha sempre esplorato con molta attenzione l’universo femminile e ha raccontato la grande risorsa dell’amicizia femminile, sempre presente nei suoi romanzi fin dal primo “Amiche di salvataggio” vincitore del Premio Bancarella nel 2003.
“Chi si ritrova single, come la bruttina e stagionata Emma, rischia di idealizzare un amore, anche improbabile, che la riscatti da tutto, soprattutto dal deserto affettivo.” commenta Alessandra Appiano “Chi invece, come l’apparente “risolta” Cinzia, vive un matrimonio di lungo corso, rischia di idealizzare le emozioni e i brividi della passione, paragonandoli alla sottile noia quotidiana, sottovalutando quanto bene c’è in una storia che, nei fatti, ha retto lo sfregio del tempo. Nel mio romanzo volevo soprattutto rappresentare il Sogno, quello in cui sono specializzate le donne, non importa se appaiono glamour o stagionate: tutte tendono a idealizzare l’amore, a cercare il Riscatto in un uomo sublimato, che quasi mai corrisponde alle loro aspettative”.
Il parere dell’esperta
Abbiamo chiesto il parere della dott.ssa Umberta Telfener, psicologa clinica, docente universitaria e autrice di numerosi libri tra i quali “Ho sposato un narciso. Manuale di sopravvivenza per donne innamorate” (Castelvecchi) e “Gli amori briciola. Quando le relazioni sono asciutte” (Magi Edizioni)
“Donne che amano troppo” è il titolo di un libro di Robin Norwood dell’85 che si rivolge a donne che pur riconoscendo il loro partner inadeguato non riescono a liberarsene. Da allora sono trascorsi 30 anni, sono ancora molte le donne che vivono questa conflittualità?
Esistono ancora troppe donne che soffrono in maniera esagerata per amore e che restano in una relazione che offre loro solo dolore, senza nessuna gratificazione. Spesso sono donne caparbie che pensano di cambiare l’altro e che vogliono salvarlo dalla sua distruttività. Sono donne che sono state figlie parentali, che hanno cioè fatto da genitori ai loro genitori e che si sono assunte molta responsabilità fin da piccole, preoccupate del benessere dei genitori. Non sono capaci di stare in una relazione paritaria e preferiscono un uomo “crudele” e distante con cui si ingaggiano in una sorta di sfida e di braccio di ferro. Se andiamo a vedere sono persone che già da piccole hanno ricevuto briciole e che si fissano sull’altro come altri dipendenti si fissano su una sostanza. Come definirebbe le donne che amano troppo?
Donne che usano la storia per sperimentare una sorta di erotismo molto narcisistico, autoreferenziale. Godono della caccia, godono delle poche gratificazioni che ricevono dall’altro, quasi che solo se sono poche riuscissero a meritarsele. Sono anche persone che non si mettono in gioco e che spesso “utilizzano” come scusa per rimanere nel rapporto la spiegazione che non si meritano niente di meglio. Differentemente dai tempi della Norwood queste donne hanno tutte le informazioni per andarsene e chiedere di più alla vita ma spesso scelgono di rimanere, perché ricevono da questa danza una vera e propria gratificazione. Cosa sono disposte a fare pur di farsi amare?
Sono strategiche e pensano di poter mettere in atto qualsiasi strategia pur di ottenere il loro obiettivo. Sono pronte a qualsiasi sacrificio, sembrano indistruttibili, capaci di tutto pur di ottenere ciò che si sono messe in testa. Concordo che sono persone che si tengono l’illusione di un amore piuttosto che mettersi in gioco veramente e che vogliono l’altro non perché sappiano davvero chi è, non perché amino proprio lui, più frequentemente perché sono entrate in una gara all’ultimo sangue con uomini che non fanno altro che perpetrare il loro egoismo. Si umiliano, si deprezzano e si adattano a ricevere il nulla ma è la competizione che le eccita.
Scegliere il partner sbagliato potrebbe essere una strategia, in fondo, per rimanere da sole e non prendersi responsabilità?
Si, in alcune è una strategia per non mettersi in gioco, per soffrire per amore anziché entrare in una relazione d’amore, per paura di star sole, per non guarire da disattenzioni infantili. Stare in una storia insoddisfacente è certamente un modo per non fare i conti personali con il passato. Alcune donne riescono ad utilizzare il dolore che provano (tanto, tantissimo) per andarsi a vedere imprinting precoci.
TEST: Sei pronta per un nuovo amore?
Quali consigli dà a chi è incastrato in queste forme di relazione?
Di volersi più bene, di imparare a centrarsi per poter stare da sole. Inutile consigliar loro di lasciare la storia, sono spesso talmente ingaggiate nel gioco in atto da non riuscire ad abbandonare il campo. Meglio focalizzarsi su ciò che ottengono da questa danza, su quali siano i vantaggi secondari che ne traggono, perché ce ne sono sempre. A volte avere un amore poco soddisfacente permette di concentrarsi sul lavoro e sulla propria carriera. Altre volte permette di mantenere l’idealizzazione sulla vita e sulle relazioni; altre volte ancora di non mettersi in gioco, come abbiamo già detto.