Vittime, questa parola sta lentamente diventando sinonimo di donne, almeno qui in Italia dove nel 2013 in soli 5 mesi le donne uccise dalla violenza domestica sono già 35. Un numero che fa paura, soprattutto perché non ci sono segnali di un’inversione di tendenza.
APPROFONDIMENTO: VIOLENZA DOMESTICA, LE TUTELE PER NOI DONNE
Leggendo questi dati appare chiaro come sia assolutamente necessario in Italia mettere in atto una politica che tuteli le donne. E’ in questo senso che va la Convenzione di Istanbul, documento del Consiglio d’Europa del maggio 2011, che fornisce le linee guida per prevenire e combattere la violenza di genere e che l’Italia si è impegnata a ratificare.
Quattro sono i cardini su cui poggia l’azione anti violenza promossa dalla Convenzione di Istanbul: Prevenzione, Protezione, Persecuzione e Monitoraggio. La combinazione di queste quattro azioni dovrebbe garantire una maggiore sicurezza per tutte le donne. Sottoscrivendo la Convenzione di Istanbul ci si impegna fra le altre cose a condurre delle campagne di sensibilizzazione, mettere in piedi dei programmi di rieducazione per chi perpetra questi delitti.
Stando a quanto stabilito dalla convenzione bisognerà altresì garantire il potere agli organi di giustizia di poter rimuovere chi perpetra la violenza dall’ambiente domestico, in modo da proteggere la vittima.
La grande novità comunque è l’introduzione obbligata di nuovi reati all’interno del sistema giudiziario che puniscano in maniera specifica i diversi tipi di violenza di cui una donna può essere vittima. La Convenzione è stata ratificata dal parlamento italiano lo scorso maggio, la Presidente della Camera Laura Boldrini ha dichiarato in proposito:
“Ma per dare pienezza a questa convenzione bisognerà dare seguito con l'implementazione di quello che prevede la convenzione stessa e trovare anche le risorse per metterlo in atto, altrimenti rischia di rimanere una scatola vuota. Io mi auguro che sia il primo passo per arrivare ad aprire questa scatola con tutti i contenuti che sono richiesti dalla Convenzione”. Insomma, il cammino è ancora lungo, ma forse siamo sulla buona strada.