In Italia, nello scorso anno, le richieste di ritocchini sono aumentate del 45 per cento (dati Codacons): 272 mila infiltrazioni di tossina botulinica e 252 mila di acido ialuronico. È quello che gli esperti chiamano il fenomeno dello zoom boom.
Ritocchini per colpa di selfie e video call
Il termine, un regalo dell’era digitale, definisce il numero crescente di interventi che finiscono per correggere imperfezioni di cui ci si accorge solo davanti al pc. Selfie, reel, video call ci costringono tutti i giorni a confrontarci con la nostra faccia, sempre in primo piano. Lo schermo, insomma, è diventato il nostro secondo specchio, con effetti a volte negativi: fa da amplificatore, distorce la nostra immagine, genera stati di stress e ansia. Così, capita che al medico venga chiesto di correggere difetti inesistenti: non a caso si parla sempre più spesso di dismorfofobia, il disturbo psicologico scatenato dall’eccessiva preoccupazione per i propri inestetismi.
Ritocchini per accettarsi
Il video, specchio della vanità «La bellezza è un tema cruciale della nostra epoca e coinvolge aspetti psicologici ed emozionali» spiega Maria Barbuto, psicoterapeuta e psicoanalista, docente presso l’Irpa (Istituto di Ricerca in Psicoanalisi Applicata). «Il rapporto tra individuo e specchio, soprattutto quello digitale, non è scontato né semplice: di fronte allo specchio cerchiamo il senso della nostra identità, sollecitando tutta una serie di emozioni che hanno a che fare con l’accettazione della nostra immagine. E se è giusto curare l’aspetto per trasmettere all’esterno la nostra versione migliore, se è giusto volersi bene e migliorarsi, bisogna però stare attenti a non fare come Narciso e cadere nello stagno: si rischia di non essere più in grado di uscirne». A volte, si esagera davvero.
Ritocchini come i filtri di Instagram
Le ritoccate seriali, che continuano a servirsi di botox e filler per inseguire l’irrealtà dei filtri di Instagram, sono in aumento. E il trend coinvolge anche le giovanissime. Tra le ventenni, per esempio, c’è grande richiesta di interventi per ottenere bocche a cuore voluminose che trasformano tutte in bambole. Ma che cosa si nasconde dietro questo desiderio di perfezione? «Spesso siamo di fronte a una fragilità interiore che coincide con momenti della vita particolari: l’adolescenza, la menopausa, oppure una separazione, un trauma in generale» spiega Giorgio Astolfi, medico estetico, direttore sanitario Merz Lab Italia. «Ma ci si avvicina alla medicina estetica anche per emulazione, come quando si desidera assomigliare a qualche star del mondo dello spettacolo. Per questo il medico oggi, oltre ad avere senso estetico, conoscenza dell’anatomia e dei prodotti, deve essere anche un po’ psicologo: è suo compito valutare le richieste della paziente e mai speculare su queste. Insomma, il professionista deve sapere anche dire di no».
No a ritocchini ravvicinati
L’obiettivo della nuova medicina estetica è quello di preservare il più possibile le proporzioni naturali del viso. Sempre più spesso infatti si parla di nude beauty e di naturalità. Eppure ancora oggi si vedono risultati artefatti. Quali sono gli errori più comuni? «Capita a volte che, dopo le prime iniezioni con effetto soddisfacente, i pazienti chiedano subito di ripetere il trattamento» spiega Raffaele Rauso, chirurgo plastico vicepresidente della FIME (Federazione italiana medici Estetici). Niente di più sbagliato. Una dose di filler di troppo, in questo caso, rischia di dare un risultato innaturale, gonfio e artificiale. Studi scientifici dimostrano che, dopo 6 mesi, l’acido ialuronico non è stato completamente riassorbito dal corpo». Anche per quanto riguarda il botulino bisogna rispettare
i tempi e mai eseguire le iniezioni troppo ravvicinate. «L’ideale è aspettare almeno 3-4 mesi tra una seduta e l’altra» avvisa Giorgio Astolfi. È importante poi fare attenzione alle zone trattate. «Il botulino è l’ideale per trattare la fronte e le rughe glabellari: dà subito un’aria più fresca e riposata. Ma io preferisco evitare di iniettarlo sulla parte inferiore del viso, a livello dei muscoli depressori: certo levighiamo la pelle, ma rischiamo anche di perdere espressività».
Ritocchini, le controindicazioni: guance da criceto
Per riempire il solchi della regione nasolabiale, le cosiddette rughe della marionetta, viene spesso utilizzato l’acido ialuronico. Attenzione, però: se si esagera con la quantità, si rischia di ottenere un viso sproporzionato: troppo volume nella parte bassa del volto e quell’aria buffa da criceto. La soluzione? «Meglio intervenire con il filler a livello delle guance. Sollevando leggermente gli zigomi, si otterrà anche una distensione più naturale delle rughe nasolabiali senza gonfiare» suggerisce Giorgio Astolfi, medico estetico.
Naso da Avatar
La tecnica di rinofiller è perfetta per eliminare una piccola gobbetta dal naso senza ricorrere alla chirurgia. «Ma se si riempie troppo l’angolo nasofrontale si rischia di ottenere un ponte nasale alto e largo, decisamente innaturale» avvisa Raffaele Rauso. E si rischia di assomigliare agli alien blu del film Avatar.
Labbra a canotto
Prodotti sempre più performanti e tecniche soft permettono oggi di ottenere risultati naturali anche sulle labbra. Ma c’è chi vuole troppo.
Tante donne, per esempio chiedono effetti extra sul labbro superiore.
Un errore: un volume eccessivo a livello dell’arco di Cupido aggiunge subito un’aria finta alla bocca.
Sguardo pesante
«La tossina botulinica utilizzata in maniera corretta è il trattamento
più sicuro in medicina» afferma Giorgio Astolfi. Ma ci sono alcune
attenzioni da seguire. «Meglio lasciare qualche ruga sulla parte bassa
della fronte, altrimenti si rischia l’abbassamento delle arcate sopraccigliari, cosa che rende lo sguardo stanco e pesante. Ma sono per fortuna effetti negativi che spariscono nel giro di qualche mese, senza lasciare tracce».
S.O.S. per ritoccate pentite
Hai esagerato con il filler oppure non sei soddisfatta del risultato ottenuto? Una buona notizia arriva dall’ultimo Congresso Internazionale di Medicina Estetica Agorà, appena concluso a Milano, dove è stato presentato il trattamento di ialuronidasi. Cos’è? «Nelle zone da correggere viene iniettato un enzima in grado di degradare le molecole di acido ialuronico, dissolvendo i legami formati all’interno delle loro catene» spiega Sergio Noviello, medico e chirurgo estetico. Così, facce gonfie e labbra a canotto tornano a essere normali.