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Grazie a un nuovo esame e a una tecnica operatoria superprecisa oggi si guarisce in otto casi su dieci
di Cinzia Testa
22.05.2015
Ogni anno sono oltre 37 mila le diagnosi di tumore del polmone. E in circa un caso su quattro si tratta di donne. Per fortuna oggi ci sono armi sempre più efficaci per affrontare questa difficile forma tumorale. Come il robot chirurgico, che permette un intervento soft e una ripresa più rapida. E a breve sarà disponibile un nuovo test sul sangue per una diagnosi preoce.
Certo, come continuano a ripetere gli esperti, per combattere il tumore del polmone è importante anche il nostro impegno. La prova? Oggi se preso in tempo, cioè quando il nodulo è molto piccolo e il resto dell’organo è ancora sano, è possibile guarire in oltre otto casi su dieci. Se sei over 50, allora, e da anni fumi 20 o più sigarette al giorno, parlane con il tuo medico. Oppure contatta via facebook un’esperta di womenagainstlungcancer.it, un’associazione specializzata nei problemi polmonari.
Con la chirurgia robotica oggi è possibile operare anche i casi più complessi, per esempio quando la malattia ha aggredito i linfonodi
L’hanno battezzato test MiRna. E all’apparenza non ha nulla di diverso rispetto al solito prelievo di sangue. Ma l’analisi è super sofisticata.
Come funziona «Le ricerche ci hanno dimostrato che il tumore del polmone lascia una “firma” nel sangue» spiega Lorenzo Spaggiari, direttore del Programma polmone dell’Istituto europeo di oncologia di Milano. «Si tratta di micro Rna, cioè di briciole di materiale genetico che vengono naturalmente eliminate dalle cellule tumorali». Queste tracce sono presenti fin da subito, come stanno dimostrando i risultati degli studi clinici, offrendo così la possibilità di ottenere una diagnosi certa in otto casi su dieci.
Istruzioni per l’uso Già dall’anno prossimo sarà disponibile per tutti, ma al momento il nuovo esame è destinato a over 50 che fumano almeno 20 sigarette al giorno. E si può eseguire solo all’interno di studi clinici. Per informazioni sul test e sulla possibilità di partecipare al progetto di ricerca: [email protected] oppure biomild.org.
Quando il nodulo è inferiore ai 5 centimetri ora si può togliere con un intervento d’alta tecnologia. Il chirurgo infatti non opera il paziente direttamente, ma attraverso un sistema robotico. È seduto a una consolle che dispone di un video per vedere la zona da operare e di due impugnature simili a quelle dei giochi elettronici. In questo modo impartisce i movimenti alle braccia robotiche collegate agli strumenti chirurgici.
Tutti i vantaggi
«Rispetto alla chirurgia mininvasiva manuale, la nuova tecnica ha una marcia in più per diversi motivi» spiega Giulia Veronesi, specialista di chirurgia robotica all’Humanitas cancer center dell’Istituto clinico Humanitas di Milano. «L’operazione è più precisa, perché attraverso la telecamera otteniamo immagini tridimensionali, come se vedessimo direttamente all’interno del torace. Inoltre riusciamo a eseguire interventi più mirati, risparmiando tessuto sano polmonare, e ad asportare con grande precisione noduli che si formano in zone difficili da raggiungere». È decisamente minore anche il dolore al risveglio e nei giorni successivi. Perché i micro strumenti entrano nel torace senza “aprire” lo spazio tra le costole.
L’operazione ai polmoni con il robot viene già eseguita nei centri di oncologia superspecializzati come l’Humanitas cancer center.
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