Al lavoro, spesso si tende a evitare le discussioni o a evitare conflitti per non creare situazioni di tensione. Ma non sfogare la rabbia quando si subiscono atteggiamenti scorretti raddoppia il rischio di subire un infarto.

A rivelarlo è un gruppo di ricercatori dello Stress Research Institute  di Stoccolma che, per oltre 10 anni, ha seguito 2.755 impiegati che fino a quel momento non avevano avuto problemi cardiaci. I conflitti sul lavoro causavano spesso sintomi come mal di testa o mal di stomaco e scatti di rabbia a casa. Ma, rispetto agli uomini che al lavoro affrontavano i problemi di petto, alcuni di quelli che al lavoro reprimevano la rabbia, hanno avuto, nel corso dello studio, un infarto o sono morti per malattia cardiaca.

Secondo gli studiosi, la rabbia può produrre delle tensioni psicologiche che, se non vengono liberate, fanno salire la pressione del sangue e alla lunga danneggiano il sistema cardiovascolare.

La relazione tra rabbia e malattie cardiache era già nota da tempo, ma questo studio ha evidenziato una correlazione particolarmente forte.

Inoltre, secondo gli studiosi, ciò che è vero per gli uomini potrebbe non esserlo per le donne. Lo studio, infatti, comprendeva anche 2.000 lavoratrici, ma il numero limitato non ha consentito di trarre conclusioni. Hanno però notato che ”le donne parlano di più e generalmente si chiariscono prima, e quindi gestiscono le situazioni di stress meglio degli uomini, che invece preferiscono tenersi tutto dentro”.