Adolescenti saltano colazione e la cena è il pasto principale

Stili alimentari tra luci e ombre per gli adolescenti italiani: il 34% dei maschi e il 43% delle femmine non consuma la prima colazione; il pranzo è di gran lunga il pasto principale della giornata solo al Sud e nelle isole, nel resto d’Italia pranzo e cena sono percentualmente molto vicini, mentre nelle aree metropolitane lo scenario cambia ed è la cena ad essere maggiormente indicata come pasto principale. Il record a Milano, dove la cena è il pasto principale per il 62% dei giovani. È quanto emerge dall’indagine nazionale Adolescenti e stili di vita, realizzata da Laboratorio adolescenza e Istituto di ricerca Iard con la collaborazione della Società italiana di medicina dell’adolescenza realizzato con il sostegno incondizionato di Ancc-Coop (Associazione nazionale cooperative consumatori) e Mediatyche. L'indagine è stata svolta tra novembre 2017 e maggio 2018 su un campione nazionale rappresentativo di 2654 studenti frequentati le scuole medie superiori (età 14-19 anni; età media 16,5 anni).
I risultati evidenziano come un terzo degli adolescenti consuma regolarmente una merenda pomeridiana, ma più dell'80% mangia snack dolci e salati, caramelle, cioccolata e gelati durante la giornata e fuori dai pasti principali. La pasta è l’alimento più consumato (la mangia quotidianamente il 74,4% degli adolescenti).
Seguono il pane (65,2%), frutta (58%), verdura (52,9%) e carne (50,3%). Meno consumati legumi, uova e pesce, indicati come presenti nella dieta quotidiana occasionalmente o raramente.
Il 6,4% dei ragazzi beve quotidianamente vino ai pasti, il 6,9% birra, mentre il 37,8% consuma abitualmente caffè. Consumi e gusti, tranne che per pasta e carne che piacciono molto, non sempre sono allineati – evidenzia il report – e dolci e salumi (ma anche il pesce) piacciono molto di più di quanto non si consumino, mentre verdura e frutta molto meno.
"Il combinato disposto della prima colazione disertata e dello spostamento del pasto principale dal pranzo alla cena – commenta Gianni Bona, ordinario di Pediatria all’Università di Novara e membro del Consiglio direttivo di Laboratorio adolescenza – evidenzia un dannoso squilibrio dell’apporto nutrizionale quotidiano verso l’ultima parte della giornata, proprio quando il consumo energetico diminuisce. Non rispettare le indicazioni ottimali (25% dell’apporto nutrizionale quotidiano la mattina, 50% a pranzo e 25% a cena) compromette il corretto metabolismo e accresce enormemente i rischi di sovrappeso e obesità".
 
Riguardo le cucine etniche, il campione si divide tra un 40% di estimatori (la cucina che piace di più è quella giapponese), un 30% di curiosi, che non le hanno mai sperimentate ma vorrebbero farlo (la cucina che incuriosisce di più è quella indiana), ed un 30% di refrattari, che le hanno provate ma non gradite o, soprattutto, che non hanno alcuna voglia di sperimentarle (quella che insospettisce di più è la cucina africana).
Mediamente buona (ma con alcune lacune ancora da colmare) la conoscenza delle principali caratteristiche nutrizionali dei principali alimenti. Il 61% è consapevole di cosa significhi commercio equo e solidale, mentre solo il 24% riesce a dare una definizione corretta di filiera corta. Buone, invece, le conoscenze riguardo i prodotti Ogm. Gli studenti dei licei appaiono mediamente più informati dei loro colleghi delle scuole tecniche e professionali.
Riguardo al fenomeno dello spreco alimentare nelle famiglie, la causa maggiormente indicata (dal 40%) è stata: "Si comprano, per una sbagliata valutazione, più prodotti alimentari di quelli che in realtà sono necessari".