Ansia, timidezza, paura di affrontare nuove situazioni possono influire sul benessere generale. Ma con i giusti esercizi si può ridurre la condizione di agitazione che può bloccare in situazioni di particolare apprensione. Un ruolo fondamentale, infatti, è svolto dal nervo vago, un cosiddetto “nervo cranico” o “encefalico”, che ha molteplici funzioni: influisce, ad esempio, sull’attività del sistema digerente, sui polmoni e il cuore. Può essere causa di nausea mattutina, oltreché di ansia in condizioni di stress.
Cos’è il nervo vago
Si tratta del nervo cranico (cioè che parte dall’encefalo) più lungo, che scende dalla testa e ai lati del collo e, una volta oltrepassato il diaframma, arriva all’addome. Fa parte del Sistema nervoso autonomo e ha il compito di trasmettere una serie di informazioni sensitive (comprese quelle gustative), addominali e toraciche. Tra le varie funzioni, per esempio, c’è quella di inviare messaggi al cervello per regolare l’attività dei muscoli della laringe e della faringe, e di controllare il funzionamento di cuore, polmoni, stomaco e intestino. È, insomma, una sorta di filo elettrico (in realtà sono due), che si ramifica e permette di raccogliere informazioni dagli organi inviandole al cervello, e viceversa.
L’interruttore delle emozioni (e non solo)
Finché il nervo vago funziona in modo regolare, l’organismo è in perfetto equilibrio. I problemi possono sorgere, però, in caso di infiammazioni. Tutte le attività che regola, dalla frequenza cardiaca alla secrezione del tratto digerente, compresa la contrazione dei muscoli dei bronchi e la dilatazione delle arterie, possono risentirne. Per esempio, si possono avere sintomi a carico del tratto gastro-intestinale come nausea, acidità e bruciore di stomaco; oppure ci possono essere mal di testa, vertigini, sudorazione eccessiva e tachicardia. Non ultimo, una nevralgia del vago può dare disturbi di ansia e influire sulla qualità del sonno e sull’umore. Insomma, funziona un po’ come un interruttore delle emozioni.
Il regolatore del benessere fisico e mentale
«Il sistema nervoso autonomo – e con esso il nervo vago – passa il suo tempo a stabilire se siamo al sicuro o no, seguendo il nostro istinto di sopravvivenza. Purtroppo la grande maggioranza delle persone vive come se il proprio sistema di sicurezza fosse mal regolato, un po’ come un sistema antincendio che si innesca anche in assenza di fuoco» esemplifica Ludovic Leroux, ex atleta e coach, che a questo tema ha dedicato un libro (Il nervo vago – Addio a stress, ansia e timidezza, Edizioni Lswr). È per questo che si arriva a vivere in costante stato «di stress, ansia, mancanza di fiducia in se stessi, grande diffidenza nei confronti degli altri, bassa stima di sé, sensazione ricorrente di “non essere abbastanza” e di “non fare abbastanza”, confronto costante con gli altri per cercare conforto. A questo elenco non esaustivo si aggiungono eventuali problemi di salute: cattiva digestione, infiammazioni, tensioni muscolari e persino disturbi del sonno».
Attenzione alla sindrome vagale
L’importanza del nervo vago arriva a coinvolgere anche l’area del linguaggio e le attività cognitive. Secondo alcuni studi, inoltre, potrebbe intervenire anche sul sistema immunitario. Di sicuro i sintomi di una sindrome vagale andrebbero riconosciuti e non vanno sottovalutati. Attenzione, dunque, a frequenti crampi alla bocca dello stomaco, a un battito cardiaco irregolare (anche lento, dunque bradicardia), ma anche disturbi alle braccia e alle gambe, formicolii ed intorpidimenti, disturbi di deglutizione, sensazione di svenimento. Specie in presenza di questi ultimi, se preceduti da sudorazione, nausea, stanchezza, pallore e abbassamento della pressione, si può andare incontro a una crisi vasovagale.
Rilassare il nervo vago si può
«Spesso alcuni comportamenti sono condizionati dal Sistema nervoso autonomo (SNA), che ha l’obiettivo di proteggerci. L’eccessiva protezione, però, è anche causa di problemi di salute, come appunto cattiva digestione, infiammazioni, tensioni muscolari o disturbi del sonno. A livello emotivo, inoltre, il ricordo di passate esperienze può bloccare davanti nuove situazioni e opportunità. Ma è possibile rieducarlo e riprogrammarlo attraverso alcuni esercizi specifici», aggiunge Leroux.
Gli esercizi giusti: la neurocezione
Un primo esercizio si basa sulla neurocezione, cioè l’ascolto del proprio corpo. «Mettetevi uno di fronte all’altro, a 4-5 metri di distanza e concentratevi. Fate un passo per avvicinarvi e osservate cosa cambia in voi. Se vi sentite a vostro agio, fate ancora un passo e ricominciate a osservarvi». Se, invece, compaiono tensione, leggera agitazione e cambia la deglutizione, «ricordate che non avete nulla da temere. Il vostro corpo vi informa di un pericolo. Ha attivato la neurocezione per avvertire che state vivendo una situazione di insicurezza, anche se davanti a voi avete vostra sorella, vostra madre o un amico», spiega l’esperto, esortando: «Esaminate tutte le sensazioni, anche la più sottile, senza cercare di raccontarvi una storia, né di rassicurarvi con frasi come “Va tutto bene, non c’è motivo di sentirsi insicuri, è un mio amico, o mia sorella”. Successivamente, sarà il cervello a rassicurarvi, quando avrà stabilito che non siete in pericolo».
Scambio di sguardi
Un altro esercizio di rilassamento del vago prevede un’attività di coppia: «Scambiatevi tre sguardi diversi. Come prima cosa, guardate l’altra persona con sguardo scocciato, come se foste arrabbiati con lei. Mantenete lo sguardo per 20 secondi cercando di restare seri, se siete con persone che conoscete. A volte, anche con gli sconosciuti, può scappare da ridere. È una risata “nervosa” che appartiene allo stato simpatico di fuga, quando ci troviamo a disagio – spiega Leroux – Poi, passate a uno sguardo neutro, senza espressione, perso nel vuoto, senza intenzioni, e mantenetelo di nuovo per 20 secondi. Infine, terminate con uno sguardo dolce, caloroso, come se voleste trasmettere amore, per altri 20 secondi. Alla fine, scambiatevi i ruoli».
Agire sulla mente, oltreché sul corpo
Lo scopo, dunque, è agire sulla mente e non solo sui sintomi fisici che può dare un’alterazione dell’attività del nervo vago. «È facile immaginare che uno sguardo nervoso e cupo ci farà reagire. Cogliamo un’informazione di insicurezza e, molto rapidamente, iniziamo a cercare un significato. Attingeremo alla memoria per capire cosa possiamo aver fatto che spieghi il comportamento dell’altra persona. Il corpo si attiva per reagire all’informazione e preparare una reazione di attacco, fuga o inibizione», spiega Leroux. È in questa condizione che entra in gioco la mente, nel rilassare il sistema nervoso.
Basta sopravvivere: meglio vivere!
«Senza una conoscenza del funzionamento del sistema nervoso autonomo, né la consapevolezza di ciò che produce in noi, rischiamo di passare tutta la vita a cercare di risolvere i problemi lottando contro noi stessi e il nostro meccanismo di sopravvivenza. Invece, è molto più semplice rieducarlo, regolarlo affinché torni a funzionare normalmente, riconquistando così la tranquillità necessaria per passare all’azione», conclude l’esperto.