Si può essere allergici al sole? Ebbene sì. Anche se non se ne parla spesso, in Italia di allergia al sole soffre fino al 10% della popolazione, in particolare sotto forma di dermatite polimorfa solare. Il disturbo, che causa prurito e irritazione della pelle, è più frequente tra le donne, anche se chiunque può manifestare questa reazione ai raggi solari. Come Aurora Ramazzotti, che in una recente storia sul proprio account Instagram ha spiegato ai follower che non si espone direttamente al sole, ma preferisce l’ombra.
Cos’è l’allergia al sole e come riconoscerla
«L’allergia al sole, detta tecnicamente fotoallergia, è una reazione del sistema immunitario della pelle conseguente alla esposizione alla luce solare», spiega il Professor Gian Luigi Marseglia, Direttore Clinica Pediatrica-Università degli Studi di Pavia – Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, e past Presidente della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAIP). «Si manifesta con prurito, arrossamento della pelle e la comparsa di lesioni cutanee come bolle, vescicole o un quadro di vera e propria orticaria», aggiunge l’allergologo. È in questa forma che si chiama dermatite polimorfa solare.
Perché l’allergia al sole colpisce di più le donne
Prima che ne parlasse sui social Aurora Ramazzotti, forse in pochi l’avevano considerata una vera e propria allergia. Eppure esiste e colpisce soprattutto le donne, in particolare fra e 15 e i 35 anni. «Il motivo non è noto – spiega ancora Marseglia – Spesso esistono condizioni più frequenti in alcune persone rispetto ad altre, che non sono strettamente correlate al genere. Però una delle ragioni che si ritengono plausibili ha a che fare con l’utilizzo, spesso sconsiderato, di prodotti di bellezza».
Attenzione alla cosmesi
Creme e prodotti beauty, dunque, vanno scelti con accuratezza e usati con moderazione, specie se ci si vuole esporre al sole: «Soprattutto se non hanno un contenuto adatto, da un punto di vista farmacologico, possono favorire le forme di allergia solare cosiddette indotte, se usati in modo sconsiderato ed estensivo». Si tratta delle allergie non genetiche, ma che «derivano dall’associazione proprio tra l’effetto dei raggi solari e prodotti cosmetici applicati sulla pelle», aggiunge l’esperto.
L’età di insorgenza
L’allergia solare, a differenza di altre forme allergiche, è «rara nei bambini, mentre inizia a manifestarsi di regola nell’adolescenza e in età adulta. Ne esiste, tuttavia, una forma ereditaria -anch’essa piuttosto rara – che inizia a presentarsi anche in età pediatrica», spiega Marseglia.
Come si manifesta: sintomi e cause
Tra i sintomi più frequenti ci sono, dunque, eruzioni cutanee e prurito, soprattutto su «volto, collo e arti», cioè le parti del corpo più esposte al sole. «La malattia è innescata dalla luce solare che, in soggetti predisposti, altera alcune strutture cutanee scatenando contro di queste una reazione di auto aggressione. In alcuni casi, invece, la reazione del sistema immunitario è innescata dalla contestuale assunzione di un farmaco o di prodotti chimici applicati sulla cute sotto forma di creme o pomate che sotto l’azione dei raggi solari causano la comparsa dei sintomi», spiega l’allergologo.
Allergia o eritema: che differenza?
I sintomi dell’allergia al sole potrebbero essere confusi con quelli dell’eritema solare. Come distinguere i due disturbi? «L’eritema può venire a chiunque, soprattutto a chi ha la pelle chiara. È caratterizzato da una reazione che si presenta sotto forma di bollicine, ma che compare solo nelle aree esposte e, soprattutto, si risolve in breve tempo: possono bastare 2 o 3 giorni di trattamento con una crema idratante, evitando l’esposizione ai raggi solari, perché il disturbo passi. Si tratta, quindi, di una sorta di piccola ustione – spiega Marseglia – L’allergia, invece, comporta un vero meccanismo immunologico, che può persistere per più tempo. In caso di forme ostinate e persistenti, inoltre, può richiedere ulteriori accertamenti come una biopsia, per una diagnosi che escluda altre patologie, come ad esempio il lupus eritematoso sistemico. In generale, comunque, le lesioni dell’allergia sono più persistenti e fastidiose».
Limitare l’esposizione al sole
Che fare, dunque, se si soffre di allergia al sole: evitare l’esposizione, come sembra fare Aurora Ramazzotti, oppure si possono adottare alcune precauzioni? «Prima di tutto bisogna esporsi al sole gradualmente e in modo progressivo in modo di acquisire una sorta di tolleranza verso i raggi solari. In ogni caso è buona norma usare occhiali da sole e nei casi più impegnativi utilizzare indumenti protettivi – consiglia Marseglia – Attenzione a usare prodotti per la prevenzione cutanea senza il parere di un medico. Alcuni di questi filtri, infatti, nei soggetti che presentano allergia al sole possono provocare effetto contrario e peggiorare il quadro clinico. Comunque, nei casi più complessi nei quali nonostante questi semplici consigli non portino a beneficio, è bene rivolgersi a un centro specializzato per avere conferma della diagnosi e seguire una corretta e specifica terapia».
Crescono i casi perché migliora la diagnosi
Sta di fatto che da qualche tempo sembrano aumentare le segnalazioni di allergie al sole. Inevitabile pensare che “sia colpa del sole”, i cui raggi sarebbero diventati più aggressivi a causa dell’inquinamento atmosferico. «Man mano che progrediscono le conoscenze in campo allergologico è indubbio che cresca l’attenzione nei confronti di questo tipo di patologie», conferma l’esperto. Il risultato è che sembra che questi disturbi aumentino, quando a crescere sono le conoscenze e le risposte a questi.