Il 31 luglio si festeggia la Giornata Mondiale dell’Orgasmo, istituita a partire dal 2006 per celebrare il momento più alto del piacere. Questa giornata ha un duplice obiettivo: non solo valorizzare il momento intimo, ma soprattutto promuovere l’educazione sessuale, primo passo per una vita sessuale soddisfacente, su cui però l’Italia vanta il primato di essere l’unico Paese dell’Europa mediterranea a non averla obbligatoria a scuola. Certo l’orgasmo femminile e quello maschile sono profondamente diversi: quello femminile è spesso più difficile da raggiungere, dura più a lungo, può essere multiplo e soprattutto è “diffuso”. E proprio perché più complesso, meno conosciuto e studiato di quello maschile, esiste perfino un’intera giornata, l’8 agosto, dedicata alla variante femminile dell’orgasmo (Giornata Mondiale dell’Orgasmo Femminile).

Orgasmo femminile: parlano i dati

Studi e ricerche internazionali abbondano. La piattaforma di educazione sessuale CLIMAX ne ha comparati oltre 70, su un campione di oltre 90.000 persone: solo il 64% delle donne intervistate ha dichiarato di aver avuto un orgasmo durante l’ultimo rapporto sessuale, rispetto al 91% degli uomini. Le donne che incontrano maggiori difficoltà a raggiungere l’orgasmo rientrano nella fascia di età inferiore ai 25 anni (62%). Una donna su 5 si accontenta di raggiungere l’orgasmo solo una volta al mese (21%) e il 4% meno di una volta. Infine, l’11% delle donne in coppia ha detto di non aver provato alcun orgasmo nell’ultimo anno e il 3% di non averne mai avuto uno.

Le donne italiane tendono ad avere meno orgasmi rispetto alle vicine di Francia, Spagna e altri stati europei. La percentuale di donne che lamenta delle difficoltà nel raggiungere l’orgasmo è del 46%, mentre il 52% dichiara di fingere l’orgasmo. Infine, ben il 22% delle donne italiane intervistate ha dichiarato di non aver avuto un orgasmo durante l’ultimo rapporto sessuale.

Un dato che merita attenzione è quello legato al numero di donne che dichiara di non aver mai provato un orgasmo nonostante abbia una vita sessuale regolare: oltre il 12% delle intervistate dello studio sopra citato (quasi una su 10). Un dato su cui riflettere, anche perché potrebbe essere sintomo di un disturbo di cui non ci si sta prendendo cura.

Orgasmo femminile: quando non si raggiunge

Ci sono tante ragioni per cui una donna potrebbe non raggiungere l’orgasmo, per cui non è sempre il caso di preoccuparsi. «L’orgasmo è un processo complesso, con profonde implicazioni fisiche, psicologiche, relazionali e biologiche. È un intricato intreccio tra mente e corpo e riveste un ruolo fondamentale nella soddisfazione sessuale dell’individuo e della coppia» spiega la dottoressa Valeria Fiorenza Perris, Psicoterapeuta e Clinical Director del servizio di psicologia online e Società Benefit Unobravo.

Quando però questa mancanza si fa sentire per tempi prolungati, è il caso di interrogarsi sulle ragioni. Ci sono problemi con il partner? Forse farmaci che hanno come controindicazione la perdita della libido? Un forte periodo di stress? Tutte queste cose possono incidere sul raggiungimento dell’orgasmo, ma magari in forma non stabile o duratura.

Anorgasmia: il disturbo dell’orgasmo femminile

Non è detto che si tratti di vera anorgasmia. Con questa parola si fa riferimento al disturbo che consiste nell’incapacità di raggiungere il culmine del piacere, nonostante una stimolazione sessuale intensa e prolungata. È uno dei disturbi sessuali più diffusi e si verifica con maggiore frequenza nelle donne. Anche conosciuto come disturbo dell’orgasmo femminile (DOF), si manifesta con il ritardo, la riduzione dell’intensità o la totale assenza dell’orgasmo a seguito di una normale fase di eccitazione sessuale. Per poter parlare di anorgasmia però è necessario che almeno una di tali condizioni si presenti in modo persistente o ricorrente durante un lasso di tempo di sei mesi o più.

L’anorgasmia non ha nulla a che vedere con l’assenza del piacere, bensì si delinea come un’inibizione specifica della componente orgasmica durante l’atto o la stimolazione sessuale. «Colpisce sia gli uomini che le donne, anche se è prevalentemente un fenomeno femminile, e può manifestarsi sin dall’inizio dell’attività sessuale così come comparire successivamente, dopo un periodo in cui è stato possibile vivere questa esperienza» chiarisce la dottoressa Perris.

Le cause dell’anorgasmia possono variare da processi fisici, emotivi o psicologici. «Per ciò che concerne le cause fisiche dell’anorgasmia femminile, alcune patologie o condizioni mediche, come la Sclerosi Multipla e il Morbo di Parkinson, possono incidere in maniera consistente» afferma la dottoressa Perris. Da un punto di vista psicologico, tra le cause possono esserci ansia, difficoltà ad accettarsi, ma anche traumi, abusi o violenze. «Identificare e capire l’origine di questa condizione è essenziale per poterla affrontare in modo adeguato e liberarsene».

Cosa fare se pensi di soffrirne

Come per tutti i disturbi, la prima cosa da fare quando ci si riconosce nei sintomi più comuni è contattare il proprio medico di riferimento. Una volta escluse eventuali cause fisiche, è dunque necessario occuparsi della propria salute mentale. Prendersi cura di sé e instaurare un dialogo senza giudizi con il proprio partner o con le proprie amiche permette di vivere più serenamente la propria sessualità e può aiutare a liberarsi da queste inibizioni.

Anche se non è una conoscenza diffusa, gli studi provano che la maggior parte delle donne non raggiunge l’orgasmo unicamente con la penetrazione: uno dei consigli degli esperti è quello di provare a variare tra posizioni e stimolazioni (sia da sole che con il partner). È un modo per conoscersi meglio, ma potrebbe essere la soluzione che fa al caso tuo.

Se il problema persiste, può essere necessario intraprendere un percorso di psicoterapia per comprendere meglio le cause e risolverle con l’aiuto di esperti della salute mentale. «La psicoterapia offre un ambiente sicuro e confidenziale in cui esplorare le sfumature della propria sessualità. Lavorando insieme al terapeuta, si possono identificare gli ostacoli psicologici che limitano l’espressione sessuale e il piacere» conclude la dottoressa Perris. Questo tipo di percorso può aiutare a liberarsi da eventuali ansie, paure o blocchi emotivi che impediscono di vivere la sessualità in modo sereno.

Se l’anorgasmia influisce sulla relazione di coppia, perché non coinvolgere il partner nella terapia? Un percorso condiviso può far emergere problemi di entrambi e favorire la crescita insieme e la comunicazione. L’importante è tenere a mente che non si è mai soli: questo problema coinvolge tante persone – sia donne che uomini – ed è trattabile.