Ansia e caldo: un binomio esplosivo

Caldo e afa sono arrivati, e molte persone che soffrono d’ansia tremano all’idea di camminare per la strada sotto il sole e di respirare aria umida e bollente. Questo periodo dell’anno può essere molto difficile per gli ansiosi: l’aria si surriscalda e spesso è molto umida e mantiene vicine al suolo le sostanze inquinanti che concorrono a formare una cappa a volte irrespirabile, specialmente nelle zone poco ventilate e molto inquinate. Come riuscire a far fronte a questa situazione? Ce ne parla la Dott.ssa Flavia Massaro

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Quali sono i fattori principali che in estate possono generare stati di ansia?

In estate, una serie di fattori climatici concorrono a creare delle condizioni che di fatto “mimano” gli effetti dell’ansia: sensazione di respirare poco e male, capogiri, eccessiva sudorazione e così via. Si tratta di effetti che possono verificarsi anche nel caso di persone che non hanno particolari disturbi o vulnerabilità, ma quando colpiscono un ansioso possono essere dirompenti e innescare un circolo vizioso: gli effetti fisici del caldo afoso sono scambiati per sintomi d’ansia e innescano la vera e propria sintomatologia ansiosa.

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Per fare un esempio, l’ansioso che inizia a sentirsi mancare l’aria si spaventa e attribuisce questa sensazione all’ansia invece di pensare che può essere determinato da fattori oggettivi. A quel punto in lui può scatenarsi un vero e proprio attacco di panico anche quando, in assenza di quei fattori, non si sarebbe scatenato.

Come affrontare questa situazione?

Per far fronte a questa situazione è utile evitare tutto quello che può far peggiorare il disagio percepito nella stagione calda: no a cibi grassi e troppo piccanti, sì ad una dieta leggera e ricca d’acqua e ad abiti che permettano la traspirazione e la dispersione del sudore. Sono consigliabili anche l’assunzione di sali minerali e l’utilizzo dei rimedi naturali disponibili in erboristeria, come l’eleuterococco, oltre al monitoraggio della pressione arteriosa che, abbassandosi, può concorrere a determinare alcuni fastidi come i capogiri

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E da un punto di vista psicologico?

Dal punto di vista psicologico intervenire nel momento più critico può essere meno agevole ed è preferibile che chi soffre d’ansia si rivolga ad uno psicologo prima di arrivare ad un livello di sofferenza insopportabile e cronicizzato. E’ comunque possibile intervenire efficacemente anche quando caldo e afa determinano il peggioramento dell’ansia o la sua comparsa.
Alcune tecniche di rilassamento impiegate in seduta, infatti, sono utili in tutte le situazioni, e lo psicologo può affiancare la persona ansiosa ricostruendo la “storia del sintomo” e individuandone le cause e le emozioni correlate per impostare un intervento personalizzato. L’importante è non arrendersi al malessere e non pensare che non ci sia via d’uscita: la sopportazione di un disagio che può essere risolto è inutile e, nel caso dei mesi estivi, non permette di godere delle belle giornate e anche delle meritate vacanze, col risultato di produrre stress invece che relax

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