L’appendicite è un gonfiore molto doloroso causato dall’infezione dell’appendice, una borsa della dimensione di un dito attaccata all’intestino crasso e collocata nell’area inferiore destra dell’addome. Dolore addominale, inappetenza, nausea, vomito, stitichezza o diarrea insieme a qualche linea di febbre fanno scattare l’emergenza, che richiede cure immediate.
Ecco cosa c’è da sapere.
Che cos’è
L’appendicite è un doloroso gonfiore dovuto all’infezione dell’appendice, ovvero quella sorta di borsa attaccata all’intestino crasso nella parte inferiore destra dell’addome. Solitamente questo problema si presenta accompagnato da un fortissimo dolore addominale, ma prima ancora da inappetenza, nausea, vomito, stitichezza e diarrea. Se la febbre sale ed il gonfiore addominale aumenta però, significa che sono richieste cure mediche immediate.
Le età a rischio
In realtà tutti i soggetti, indipendentemente da sesso o fascia d’età, possono considerarsi a rischio, anche se il più delle volte, gli attacchi di appendicite risultano più problematici e insistenti nelle persone tra i 10 e i 25 anni di età.
Sintomi
Il sintomo più facilmente identificabile come spia di una possibile appendicite è sicuramente il dolore addominale acuto e di solito improvviso: inizia vicino all’ombelico e poi si avverte più in basso e verso destra. Questo fastidio si intensifica sempre di più e peggiora nel giro di poche ore aumentando d’intensità ogni volta che ci si muove, si respira profondamente, si tossisce o starnutisce.
In realtà, questo dolore acuto si manifesta dopo una serie di segnali che il nostro corpo ci lancia e che (purtroppo) spesso tendiamo a non ascoltare o a non considerare come dovremmo: segnali come inappetenza, nausea, vomito, stitichezza, diarrea e incapacità di espellere gas sono tutti indici di un’infiammazione dell’appendicite. Certo, si possono mimetizzare con altre cause, ma è bene esserne consapevoli così da stare più allerta.
Cause
L’ostruzione del lume, e cioè la parte interna dell’appendice, è la causa primaria dell’appendicite. Il muco prodotto normalmente dall’intestino per favorire il passaggio delle feci, infatti, retrocede causando la moltiplicazione dei batteri che fanno gonfiare l’appendice, infettandola.
Ma come mai avviene questa ostruzione? Quali possono essere le cause? Feci, batteri, parassiti, una crescita anomala del tessuto linfatico, ristagno di cibo non digerito (come ad esempio i noccioli dell’uva, delle ciliege, di tutta la frutta in generale ma anche dei peperoni) e, nei casi più gravi, i tumori, stressano e aggravano le condizioni dell’appendice che si infiamma e deve essere rimossa perché, scoppiando, diffonderebbe l’infezione nell’addome causando la peritonite, un processo infiammatorio del peritoneo, ovvero la membrana che ricopre buona parte degli organi collocati nella cavità addominale.
Come si cura
Generalmente, l’appendicite si può curare solo in un modo e cioè rimuovendo chirurgicamente l’appendice: se si aspetta troppo tempo, il rischio è, come detto precedentemente, che si trasformi in peritonite.
L’intervento chirurgico, che si chiama appendicectomia, può essere eseguito in due modalità: il primo è il metodo tradizionale chiamato laparotomia, con cui si rimuove l’appendice attraverso una singola incisione nell’area inferiore destra dell’addome; il secondo è un nuovo sistema chiamato video-laparo-appendicectomia, con cui vengono eseguite diverse piccole incisioni attraverso cui viene rimossa l’appendicite.
Prevenzione
Non esiste una vera e propria cura preventiva per l’appendicite: tra le strategie utili a ridurre il rischio di infezione, però, rientrano una dieta ricca di fibre e lo svolgimento di una regolare attività fisica, entrambi accorgimenti utili a favorire il transito intestinale.