Il 50% circa dei bevitori ha sperimentato blackout correlati all’assunzione di alcol nel corso della propria vita. Lo riporta l’American Addiction Centers. E, secondo una nuova ricerca, questi potrebbero avere conseguenze sul cervello, in particolare nelle aree correlate all’apprendimento e alla memoria.
Alcol ed elaborazione delle informazioni
«Nei blackout correlati all’alcol, quest’ultimo interrompe i meccanismi nelle regioni del cervello coinvolte nella formazione di nuovi ricordi e nel richiamo di tali informazioni in seguito», speiga a Newsweek Sara Lorkiewicz, neurologa presso il Michael E. DeBakey VA Medical Center di Houston. «L’alcol impedisce il trasferimento di informazioni sensoriali (ad esempio, vista, olfatto, suono) dalla memoria a breve termine alla memoria a lungo termine. Ciò – continua Lorkiewicz – si traduce in individui in stato di ebbrezza che interagiscono consapevolmente con l’ambiente circostante, ma che non ricordano alcuni o tutti i dettagli del momento in cui hanno bevuto perché il loro cervello non ha elaborato tali informazioni».
Quando si verifica un blackout
I blackout si verificano in genere quando qualcuno beve una grande quantità di alcolici in un breve lasso di tempo, con conseguente rapido aumento della concentrazione di alcol nel sangue. «I più forti predittori dei blackout correlati all’alcol sono i comportamenti rischiosi legati al bere (ad esempio, abbuffate o giochi alcolici) comuni tra i bevitori più giovani», afferma Lorkiewicz. «Comportamenti aggiuntivi come bere a stomaco vuoto o l’uso di più sostanze interferiscono anche con il modo in cui il corpo elabora l’alcol e aumentano ulteriormente il rischio di blackout».
Chi rischia di più
Non tutti coloro che bevono sperimentano questi blackout, anche se bevono molto. Potrebbero esserci infatti alcuni fattori genetici che influenzano la capacità del nostro corpo di scomporre l’alcol, e quindi il nostro rischio di blackout dopo aver bevuto molto.
I giovani sono particolarmente inclini a sperimentare questi blackout, in gran parte a causa della cultura del binge drinking. Secondo la nuova ricerca di Lorkiewicz e colleghi, bere in questo modo potrebbe anche avere effetti a lungo termine sul cervello e sull’elaborazione cognitiva.
Come agisce l’alcol sulle regioni cerebrali
Valutando un gruppo di ragazzi dai 12 ai 24 anni per un periodo di sei anni, il team ha scoperto che avere perdite di coscienza correlate all’alcol durante questi anni formativi era associato a cambiamenti significativi nella struttura del cervello, in particolare nelle regioni associate alla memoria e al riconoscimento facciale.
«Abbiamo scoperto che i blackout correlati all’alcol prevedevano una maturazione strutturale attenuata delle regioni cerebrali coinvolte nell’apprendimento visivo e nella memoria, con cambiamenti nella cognizione che potrebbero verificarsi in momenti successivi dello sviluppo», ha affermato Lorkiewicz. I giovani sono particolarmente vulnerabili a questi effetti. «Sappiamo che il cervello in via di sviluppo è particolarmente suscettibile alle conseguenze negative dell’uso di alcol – ribadisce la neurologa – Gli adolescenti e i giovani adulti sono quindi a rischio di futuri cambiamenti neurocognitivi correlati all’assunzione intensa e intermittente di alcol e ai successivi blackout ad esso correlati».