Oggi solo in Italia sono quasi quattro milioni: per immaginarteli, pensa agli abitanti di Roma e di Milano messi insieme. Stiamo parlando dei cancer survivor, persone che hanno affrontato il cancro e le cure. E ne sono uscite. In sei casi su 10 sono donne e grazie ai progressi della ricerca, ogni anno il numero aumenta.
La nostra diretta
Puoi rivedere la diretta Facebook del 19 giugno realizzata con la collaborazione di LILT dove abbiamo parlato dell’importanza della prevenzione terziaria, tutta la fase che segue la fine delle terapie e la fuoriuscita dalla malattia. Con la nostra giornalista Barbara Rachetti ci sono la giornalista e yoga teacher Francesca Senette, la psiconcologa Martina Busi e la nutrizionista Alessandra Borgo.
La prevenzione terziaria dopo il cancro
Per i cancer survivor è fondamentale la prevenzione terziaria. Si chiama così quel protocollo di controlli regolari per proteggersi al meglio da eventuali riprese della malattia, ma anche quel percorso che con l’aiuto dello psico-oncologo, un giorno dopo l’altro permette di ritrovare la gioia di vivere e aiuta a prendersi cura di se stessi anche con un’alimentazione sana e una regolare attività fisica. «C’è ancora poca cultura sull’importanza della prevenzione terziaria, essenziale non solo per il benessere della persona che ha avuto un cancro ma anche per quello di tutta la sua famiglia» spiega Concetta Stanizzi, presidente LILT Catanzaro, vice-presidente LILT nazionale e coordinatrice Prevenzione Terziaria. «Per questo abbiamo ideato servizi e luoghi dove si impara ad avere fiducia nella vita, a sentire di nuovo energia, sostenute dagli esperti e insieme a chi ha vissuto la stessa esperienza. Le testimonianze di chi frequenta questi percorsi sono la linfa che ci spinge a crearne altri sul territorio nazionale, per farci carico delle loro problematiche e favorirne il reinserimento sociale e lavorativo».
Cancer survivor day: l’iniziativa di Lilt
A tutt’oggi, però, ancora in troppi considerano il cancro una malattia senza ritorno, che segna per sempre l’esistenza e impedisce di “ritornare alla vita di prima”. È per questo che in tutto il mondo è stato creato il Cancer survivor day, una giornata ricca di eventi, un appuntamento che si celebra anche in Italia con una seduta collettiva di yoga coordinata da LILT Milano e che quest’anno sarà in contemporanea in diverse piazze italiane il 22 giugno.
Lo yoga riduce l’infiammazione
La scelta dello yoga non è un caso. Esistono studi scientifici che dimostrano quanto benessere al corpo e alla mente possa regalare la pratica di questa disciplina. Uno su tutti, la ricerca pubblicata su Journal of Clinical Oncology. Dati alla mano, in chi ha seguito sessioni di yoga dopo avere concluso il ciclo di terapie oncologiche, si è ottenuto un miglioramento significativo della qualità della vita e della gestione dei disturbi. E un secondo studio, sempre pubblicato sulla stessa rivista scientifica, ha dimostrato addirittura che lo yoga riduce lo stato di infiammazione generale, diminuendo così il rischio di recidiva. «Non mi stupisce» dice convinta Francesca Senette, giornalista e yoga teacher, che condurrà la giornata LILT a Milano. «Chi pratica questa disciplina decide di accendere per un’ora i riflettori su di sé. E attraverso l’ascolto del proprio respiro, il silenzio e tutti gli esercizi che permettono di fare un lavoro fisico importante sul corpo, si spalanca un altro mondo, si captano le forze che sono lì, dentro di noi, in attesa di “risvegliarsi” per farci stare meglio. Ogni seduta rappresenta un’esperienza molto intensa e lo dimostrano le testimonianze delle persone che seguo, quasi tutte donne. Al termine dell’ora, quando escono gradualmente dalla seduta, tante piangono, e sono lacrime liberatorie, di nodi che si sciolgono». Per molte cancer survivor e per le persone a loro care lo yoga diventa parte della quotidianità. A partire dalla respirazione, che permette di abbassare lo stress e lo stato di ansia.
Cancro: l’attività fisica contro le ricadute
Gli studi su quello che succede dopo un tumore sono sempre più numerosi e approfonditi e grazie alle indicazioni del World cancer research fund (www.wcrf.org/dietandcancer) oggi sappiamo che un’alimentazione e uno stile di vita sani hanno addirittura il potere di allontanare il rischio di ricadute: l’attività sportiva può aiutare addirittura a dimezzarlo, come ha dichiarato Elia Biganzoli, responsabile ricerca clinica e statistica medica ospedale Fatebenefratelli Sacco di Milano, nel corso dell’ultimo Festival della prevenzione LILT. Ha un potente effetto antinfiammatorio soprattutto a livello del sistema immunitario, con un’azione a lungo termine, e che attiva una serie di processi metabolici. Perfetti gli esercizi aerobici come la camminata, il nuoto. E, ancora una volta, lo yoga.
La riconquista della femminilità dopo il cancro
Yoga e sport però non sono sempre sufficienti per ritrovare un equilibrio. Ci sono donne che al termine del ciclo di terapie avvertono il peso della malattia, si guardano allo specchio e non si riconoscono più. «Molte mi confessano di sentirsi a disagio, perché sentono che dovrebbero essere felici ma non riescono ad esserlo» sottolinea Martina Busi, psico-oncologa responsabile dello Spazio Parentesi LILT di Milano. «Si tratta di una fase del tutto normale perché la mente, che prima era concentrata su un unico obiettivo, quello della guarigione, ora si sta gradualmente spostando su altre priorità. Il nostro compito, come psico-oncologi, è far sì che la persona ritrovi la fiducia in sé e nelle sue capacità». In questa fase è molto importante anche riconquistare la propria femminilità, con l’aiuto di percorsi di make-up e di restyling estetico. Perché il benessere psicologico e la nuova vita delle cancer survivor passa anche da qui.
Il 22 giugno yoga per tutti con Lilt
Una seduta di yoga collettiva per rigenerare mente e corpo e sviluppare forza contro la malattia. È questo il filo conduttore del Cancer survivor day organizzato da LILT, che si tiene in contemporanea il 22 giugno in 4 piazze italiane: Milano, Biella, Roma e Catanzaro. L’evento è gratuito e aperto a tutti: alle e ai survivor, ma anche alle loro famiglie, agli amici e in generale a chiunque voglia ribadire che chi ha superato la malattia ha gli stessi diritti delle altre persone e può essere aiutato a vivere una nuova normalità. Tutte le informazioni qui: www.celebriamolavita.it.