Il cibo può aiutare a combattere i tumori? Alcuni composti chimici naturali rallentano la crescita delle cellule o addirittura facilitano la loro morte programmata (un meccanismo naturale di protezione delle cellule del nostro corpo), o ancora bloccano lo sviluppo di vasi sanguigni che nutrono i tumori. Moltissimi alimenti agiscono sul microambiente attorno alle cellule, impendendo che esso favorisca la loro crescita e facilitando l’attività del sistema immunitario.
E’ importante sottolineare che la quantità di sostanza usata in laboratorio per gli esperimenti è molto più elevata rispetto a quella che ognuno di noi può assumere ogni giorno. Proprio per questo motivo la dieta è fondamentale: ciò che non può fare la quantità, è invece probabilmente possibile per il tempo. Chi mangia bene per un lungo periodo della propria vita ottiene benefici che non si potrebbero avere con una pillola, anche se concentrata.
Ogni ingrediente ha delle specifiche qualità:
LE ALGHE – Noi occidentali le consumiamo raramente, sbagliando: infatti, esse sono una fonte di minerali, di proteine e di amminoacidi essenziali (che il nostro corpo non è in grado di produrre in maniera autonoma). Hanno tante fibre ma sono povere di grassi.
Alcuni studi dimostrano che la bassa incidenza di alcune forme tumorali in Oriente – in particolare in Giappone – è dovuta proprio al consumo di alghe: ad esempio, rispetto alle donne occidentali le giapponesi sono più protette dai tumori ormono-dipendenti (seno ed endometrio) perché hanno nel sangue un livello di estrogeni più basso.
In laboratorio è stato possibile dimostrare anche che alcuni principi attivi delle alghe – per la precisione, le fucoxantine e il fucoidano – sono in grado di rallentare la crescita delle cellule tumorali. Inoltre, il fucoidano stimola la risposta immunitaria del corpo contro il cancro.
Le fucoxantine sono pigmenti gialli simili ad altri della famiglia dei carotenoidi, come il betacarotene (nelle carote e nelle zucche arancioni) e il licopene (nel pomodoro): la loro attività anticancro è decisamente più efficace rispetto a quella degli altri carotenoidi.
Per chi non è abituato alimentarsi con le alghe non è facile … ma basta cominciare poco alla volta, con piccole dosi! Magari partendo da quelle contenute nel sushi, una specialità giapponese molto apprezzata in Italia.
I POMODORI – Lo sapevi che i pomodori non sono verdure, ma frutti? E contengono una molecola, il licopene, che oltre a essere responsabile del loro colore ha proprietà anticancro. Il licopene è più concentrato quando il pomodoro è cotto, meglio ancora se in presenza di molecole grasse, come quelle dell’olio di oliva che usiamo per fare il sugo. Non si conosce ancora di preciso il meccanismo di azione del licopene, ma le sue qualità antiossidanti sono indubbie.
LE SPEZIE – Per molto tempo, medici ed erboristi hanno utilizzato le spezie per alleviare i sintomi di molte malattie; gli scienziati ci hanno svelato quali di questi usi tradizionali hanno una base scientifica e i principi attivi responsabili delle virtù terapeutiche. Oggi sappiamo infatti che numerose spezie e piante aromatizzanti usate comunemente in cucina hanno proprietà antinfiammatorie, antimicrobiche e anticancro.
Ad esempio, lo zenzero (che contiene il gingerolo) e la curcuma (che contiene curcumina) hanno proprietà antinfiammatorie perché bloccano un enzima che favorisce proprio l’infiammazione, la ciclossigenasi 2. Alcuni studi hanno dimostrato che un utilizzo costante delle due sostanze riduce i sintomi di malattie infiammatorie come l’artrite reumatoide. Inoltre, sembra che entrambi i composti facilitino l’eliminazione delle cellule mutate. Ovviamente non si tratta di una cura, ma è comunque un importante aiuto; considerato che l’infiammazione gioca un ruolo importante anche nello sviluppo di alcuni tumori, queste due spezie possono essere inserite in un perfetto menù preventivo.
Menta, timo, maggiorana, origano, basilico e rosmarino, tutte piante tipiche della nostra cucina, hanno proprietà anticancro grazie ai terpeni, che bloccano l’attività di alcuni geni che inducono il processo di trasformazione delle cellule da sane a malate. Grazie all’acido ursolico queste piante aromatizzanti hanno anche proprietà antinfiammatorie; il timo e la menta, in particolare, contengono anche la luteolina, una molecola che rallenta la creazione di vasi sanguigni che nutrono il tumore. Coriandolo, prezzemolo, finocchio, cumino e cerfoglio, così come sedano e carote, contengono invece l’apigenina: è stato dimostrato in laboratorio che questa sostanza blocca la crescita di numerosi tipi di tumore (ad esempio colon, polmone, prostata e seno).
In conclusione, è bene ricordare che gli aromi sono i migliori alleati in cucina per ridurre l’utilizzo di sale, cosa che giova anche alla salute cardiovascolare.
I PROBIOTICI – I probiotici sono batteri del nostro tratto digestivo che hanno il compito di mantenere un ambiente interno equilibrato e di controllare possibili infiammazioni e infezioni: nell’intestino di un adulto ce ne sono circa 1000 miliardi per millimetro, per due chili di peso in totale! Una volta ingeriti, i probiotici sono capaci di arrivare ancora attivi al colon, dove poi svolgeranno le loro funzioni. Nessuno studio ha ancora dimostrato che essi siano effettivamente efficaci di prevenire il cancro – in particolare di quello al colon – ma ci sono dati incoraggianti: ad esempio, mangiando almeno 300 grammi di yogurt al giorno possiamo limitare l’azione cancerogena delle sostanze contenute nelle feci, a protezione delle cellule dell’intestino.
Un consumo regolare di latte fermentato e yogurt protegge alle infezioni all’intestino, riduce l’assorbimento del colesterolo che ingeriamo, rinforza la flora intestinale e il sistema immunitario.
I FRUTTI DI BOSCO – Fragole e lamponi sono benefici perché contengono l’acido ellagico: gli scienziati hanno dimostrato in laboratorio la sua capacità di rallentare, se utilizzato in concentrazioni elevate, la crescita delle cellule tumorali. Questo grazie alle sue proprietà antiossidanti: i frutti proteggono il DNA delle cellule dalle mutazioni, ostacolando le reazioni delle sostanze cancerogene con esso. Studi canadesi dimostrano inoltre che l’acido ellagico impedisce alle cellule cancerose di creare nuovi vasi sanguigni con cui alimentarsi. Lamponi, mirtilli e mirtilli rossi americani contengono le antocianidine, con proprietà antiossidanti e antiangiogeniche.
Nella classifica dei vegetali, i frutti di bosco sono al primo posto per proprietà antiossidanti: mirtilli in testa, seguono i lamponi, le fragole e i mirtilli rossi. Oltretutto, congelarli altera solo in minima parte le loro proprietà nutritive: possiamo perciò gustarli tutto l’anno!
I CAVOLI E LE ALTRE CRUCIFERE – Anche se non sono molto apprezzati dalla maggior parte delle persone, cavoli, broccoli e cavolfiori sono una vera e propria barriera anticancro, coltivati fin dai tempi più antichi per le loro virtù medicinali. Studi epidemiologici dimostrano che una dieta ricca di frutta e verdura è protettiva contro il cancro in gran parte grazie all’introduzione dei cavoli: almeno cinque porzioni a settimana dimezzano il rischio di incorrere nel tumore alla vescica e al seno. Inoltre, sembra che le crucifere siano protettive anche per i polmoni, il colon retto e la prostata. Gli effetti benefici di questi vegetali sarebbero dovuti soprattutto ai glucosinolati, molecole che – quando mastichiamo e rompiamo la parete delle cellule vegetali – si mescolano ad altre, tra cui un enzima che favorisce la produzione del sulforafano, potente anticancro. In pratica, la masticazione rilascia e attiva le sostanze benefiche che nelle crucifere intere sono allo stato latente.
Alcune di queste molecole con proprietà benefiche, però, sono ridotte dalla cottura; per questo motivo, è più salutare cucinare al vapore o cuocere le verdure saltandole in padella per pochi minuti. Inoltre, bisogna prestare attenzione anche al congelamento: spesso prima di essere congelati i prodotti in busta sono spesso sbollentati ad alte temperature, procedimento che può ridurne le proprietà nutritive.
Responsabile dell’odore caratteristico del cavolo è una molecola di zolfo contenuta nel sulforafano: nei cavoletti di Bruxelles e nei broccoli è particolarmente benefica, perché rende più veloce la detossificazione del nostro corpo e la distruzione delle cellule mutate, senza contare che ha proprietà battericide. Interferisce infatti con lo sviluppo di un batterio – l’Helicobacter pylori – coinvolto nella formazione delle ulcere e del tumore allo stomaco.
CIPOLLA, AGLIO & CO – Proprio come i cavoli, anche aglio, cipolla, erba cipollina, porri e scalogno contengono particelle di zolfo; al pari delle crucifere, le proprietà benefiche si attivano solo quando, masticando, rompiamo le cellule delle verdure e il loro contenuto si mescola. Questo succede, ad esempio, quando tagliamo le cipolle e iniziamo a lacrimare … Non succederebbe mai davanti a un sacchetto di cipolle intere!
Quando l’aglio viene tagliato o masticato, sono tre le molecole a sprigionarsi: ajoene, diallilsulfide e diallil-disulfide. Questi elementi sono particolarmente protettivi per il DNA, perché bloccano la creazione delle nitrosamine, in grado di alterare l’informazione genetica e quindi di favorire lo sviluppo del cancro. Inoltre, il diallisulfide induce la morte cellule cancerogene e ostacola la produzione di alcune specifiche proteine delle cellule malate, che normalmente sostengono la resistenza alla chemioterapia.
Attenzione, però: solo cipolle e aglio freschi hanno proprietà anticancro! I supplementi infatti non contengono gli enzimi indispensabili per l’attivazione delle molecole benefiche.
LA SOIA – La soia fa bene perché contiene gli isoflavoni: fave, farina, tofu, latte (di soia) e miso contengono quantità elevate di questi componenti. Ma l’utilizzo della soia non è una prerogativa esclusiva della cucina orientale: è impiegata infatti nella produzione di numerosi prodotti industriali (ad esempio, del pane, dei biscotti, dei wurstel), i quali però sono piuttosto poveri di isoflavoni.
Gli isoflavoni somigliano agli estrogeni, gli ormoni femminili, tanto da essere chiamati estrogeni vegetali o fitoestrogeni: essi hanno proprietà protettive nei confronti della maggior parte dei tumori di origine ormonale, come quello al seno e alla prostata. Infatti, sono in grado di legarsi ai recettori degli estrogeni e di sostituirsi ad essi, impedendo loro di interagire con le cellule: in questo modo, come una chiave che entra nella toppa ma non gira la serratura, i fitoestrogeni non hanno i medesimi effetti biologici degli ormoni naturali.
Studi epidemiologici condotti sulle donne orientali ci dicono che consumare almeno 50 grammi di soia ogni giorno riduce del 50 per cento la possibilità di ammalarsi di cancro al seno. Tuttavia, studi simili ma effettuati sulle donne occidentali non hanno dato gli stessi risultati: gli scienziati ipotizzano che sulla riduzione del rischio influisca anche l’età a cui si è cominciato a consumare questo cibo. In conclusione, è opportuno iniziare da giovani se vogliamo che la soia protegga le cellule del seno al massimo delle sue potenzialità.
E invece, nelle donne in menopausa e che hanno già avuto un cancro al seno? E’ stato dimostrato in laboratorio che i fitoestrogeni favoriscono lo sviluppo di nuovi tumori, quindi potremmo pensare che questo accada anche nelle altre donne. Tuttavia, studi epidemiologici dicono il contrario: lo stato di salute delle donne asiatiche che hanno avuto un cancro al seno e che continuano a consumare soia non è peggiore di quello delle altre. Sembra perciò che gli isoflavoni contenuti nei supplementi in pillole non abbiano gli stessi effetti biologici di quelli naturali, contenuti negli alimenti: mentre questi ultimi vanno bene, i primi sono da evitare.
I FUNGHI – Nel nostro Paese sono consumati soprattutto al Nord e fanno parte della tradizione culinaria; a parte quelli velenosi, sono ingiustamente ritenuti tossici e hanno invece proprietà anticancro, come attestano diversi studi epidemiologici. In Giappone, ad esempio, coloro che coltivano anche qualità di funghi come l’enokitake e il shiitake sono colpiti da alcuni tipi di tumore (soprattutto al colon e allo stomaco) meno della metà delle volte che questo accade al resto della popolazione.
Ad avere effetti anticancro sono i polisaccaridi contenuti nei funghi, in particolare il lentinano: in alcuni studi clinici, aggiungendo questa sostanza alla chemioterapia di tumori allo stomaco e al colon, i pazienti hanno vissuto più a lungo. Non è totalmente noto come funzioni, ma si ipotizza che la molecola sia in grado di stimolare il sistema immunitario.
Fortunatamente, il lentinano non è prerogativa solo dei funghi esotici, ma anche di quelli nostrani: il Pleurotus ostreatus, comunemente chiamato “orecchione”, ne contiene quantità sufficienti, mentre gli Champignon che utilizziamo ad esempio sott’olio ne sono molto ricchi.
IL PESCE E I SEMI DI LINO – Ricco di proteine, il pesce contiene gli omega-3, acidi grassi essenziali che aiutano a prevenire il cancro e le malattie cardiovascolari. Salmoni e sardine – meglio se selvaggi – sono i pesci con maggiori quantità di omega-3, sebbene non sia il caso di abusarne perché più calorici di altri.
Gli acidi grassi omega-6, invece, sono nocivi per la salute, perché nel nostro corpo possono contribuire alla creazione di uno stato di infiammazione: essi sono in gran parte contenuti nel pollame, nella carne e nelle uova. Dovremmo riuscire ad assumere omega-6 e omega-3 nelle stesse quantità, invece normalmente la dieta degli occidentali privilegia i primi rispetto ai secondi. Questo è tanto più sbagliato alla luce di quanto dimostrato da alcuni studi: gli omega-3 potrebbero limitare il rischio di cancro al colon, al seno e alla prostata e ridurre lo sviluppo delle metastasi.
La maggior fonte di origine vegetale di omega-3 sono i semi di lino; inoltre, essi contengono fitoestrogeni e lignani, molecole con un’azione preventiva del tumore al seno. Per consumarne di più, basta tritarli e aggiungerli ai cereali della colazione.
LE ARANCE – Gli agrumi contengono vitamina C, che ha proprietà antiossidanti, e molte altre molecole benefiche, tra cui più di 200 polifenoli diversi e i terpeni, che conferiscono alla buccia delle arance il suo inconfondibile profumo.
Studi hanno dimostrato che le arance sono particolarmente protettive dal cancro all’esofago e allo stomaco. Inoltre, altri studi dicono che terpeni e polifenoli delle arance sono in grado di fermare la crescita delle cellule cancerose. Ma questi frutti danno il meglio di loro nella prevenzione: infatti, favoriscono la detossificazione del nostro corpo dalle sostanze che possono causare la formazione di un tumore.
Nelle arance ci sono anche le poliamine, che contribuiscono a regolare la divisione cellulare.
Bere succo di arancia o arricchire l’insalatona con gli spicchi degli agrumi è quindi una buonissima abitudine, sia per la prevenzione che per il palato. Le arance rosse, poi, contengono le antocianine: pigmenti naturali con formidabili qualità antiossidanti.
IL TE’ VERDE – Una gran quantità di polifenoli, con proprietà antiossidanti, sono contenuti nella pianta del tè; purtroppo però per creare il tè nero è necessario far fermentare la foglia, attività che elimina le proprietà anticancro di queste molecole. L’ideale perciò è consumare tè verde, che gode della presenza benefica delle catechine, polifenoli di un tipo particolare contenute in maggior quantità nei tè giapponesi che in quelli cinesi. Anche il tempo di infusione ha la sua importanza: dopo otto/dieci minuti di attesa le sostanze attive presenti nella bevanda sono cinque volte superiori rispetto a ciò che si ottiene con cinque minuti. A chi non piace il gusto intenso del tè lasciato in infusione per tanto tempo, basta scegliere una seconda soluzione: non buttare la bustina dopo il primo utilizzo e usarla invece una seconda volta.
Con un po’ di pazienza, quindi, possiamo avere un tè che contribuisce a proteggerci dal cancro al colon, alla pelle, al seno, al polmone e alla prostata. Il tè verde ha anche proprietà antiangiogenetiche: per questo motivo, anche AIRC sta finanziando nel nostro Paese sperimentazioni con farmaci che contengono le molecole benefiche della pianta.
IL VINO ROSSO – Tra i tanti composti benefici contenuti nel vino rosso, al primo posto c’è il resveratrolo: è una molecola prodotta dalle piante, che la usano per difendersi dall’aggressione dei microrganismi. E’ stato dimostrato in laboratorio che essa è sia in grado di bloccare lo sviluppo del cancro che di avere effetti preventivi. Il suo effetto è quindi benefico, ma attenzione: è opportuno che le donne non consumino più di un bicchiere di vino al giorno (per gli uomini uno a pasto), mentre gli altri alcolici e il vino bianco non sono altrettanto protettivi per la salute. Infatti, è più che altro la buccia degli acini a contenere il resveratrolo.
Un bicchiere di rosso al giorno aiuta anche a prevenire la degenerazione delle funzioni del cervello e le malattie a carico dell’apparato cardiovascolare; inoltre, il vino ha una potente azione antiossidante grazie ai polifenoli e alle antocianine.
IL CIOCCOLATO – Una buona notizia per i golosi: se vogliamo nutrirci in modo sano possiamo mangiare cioccolato fondente,
perché è molto ricco di polifenoli. Un solo pezzettino di fondente contiene tanto polifenoli quanti ne ha una tazza di tè verde, il doppio di quelli in un bicchiere di rosso. Una cioccolata calda ha cinque volte più antiossidanti di una tazza di tè nero, il triplo di una tazza di tè verde.
Unica accortezza, far attenzione alle calorie, perché il cioccolato ha molti zuccheri e grassi. E’ sconsigliato anche in caso di vescica iperattiva.