Colesterolo e controllo dell’ipercolesterolemia
Non ci sono solo i farmaci nelle linee guida internazionali per il controllo dell’ipercolesterolemia: ora l’elenco delle cure comprende anche integratori ad hoc. Un bel passo avanti: in circa due casi su dieci, questi prodotti sono più che sufficienti a riportare nei ranghi i valori del colesterolo. «Ormai ci sono studi clinici che ne dimostrano l’efficacia» spiega Monica Giroli, specialista in Scienza dell’alimentazione dell’Unità di Prevenzione Aterosclerosi del Centro Cardiologico Monzino di Milano. «Gli esperti internazionali hanno messo a punto una scala di trattamento contro l’ipercolesterolemia che dipende dal rischio di ammalarsi di patologia cardiovascolare. In pratica funziona così: si parte cambiando stile di vita e, se il medico lo ritiene necessario, si associano gli integratori, oppure direttamente i farmaci come le statine o, nei casi irriducibili, i cosiddetti inibitori del Pcsk9».
Se con gli integratori non ci sono benefici, è necessario prescrivere i farmaci. Perché questi potenti nuovi integratori funzionino al meglio però bisogna sceglierli e poi usarli correttamente. Il che non è sempre facile. Vediamo insieme allora come evitare errori.
VERO – A volte si possono prendere al posto dei farmaci
La scelta tra integratore e farmaco però è complessa ed è per questo che ci vuole il medico. È il risultato infatti dell’incrocio di una serie di informazioni, che comprendono il controllo dei valori di colesterolo, glicemia, trigliceridi e della pressione arteriosa, lo stile di vita, il peso corporeo, il numero di sigarette fumate, la familiarità, per citare solo le più importanti. Per dare un’idea, l’integratore può essere la soluzione per chi ha valori di colesterolo leggermente elevati, pari a circa il 10% oltre i valori normali, e dalla raccolta delle informazioni emerge un rischio cardiovascolare basso oppure moderato. A patto che si associ alla correzione dello stile di vita, cioè dieta, abolizione del fumo, movimento regolare. Non va bene invece per chi ha una forma di ipercolesterolemia familiare, oppure ha avuto un problema cardiaco o, ancora, ha già delle placche nelle arterie, perché gli integratori, anche i più efficaci come quelli con riso rosso fermentato, non sembrano in grado di allontanare il rischio di infarto e ictus.
FALSO – Non ci sono grosse differenze: uno vale l’altro
Le sostanze contenute nei prodotti sono diverse: berberina, fibre solubili (psillium e semi di lino), riso rosso fermentato. Quest’ultimo è il più utilizzato per la ricchezza in monacolina K, un principio attivo in grado di abbassare i livelli del colesterolo del 20-25%, contro il 10% circa delle altre sostanze.
Le ricerche condotte hanno visto che la monacolina K ha una struttura simile a quella delle statine, i farmaci antilipidici più prescritti. E agisce allo stesso modo, cioè riducendo l’assorbimento del colesterolo da parte del fegato.
La berberina, invece, secondo le ultime ricerche sembra avere anche altri effetti: oltre che sul colesterolo agisce sul grasso corporeo e migliora la capacità di utilizzo dell’insulina da parte dell’organismo. Le fibre infine riescono a legare una parte del colesterolo nell’intestino evitandone l’assorbimento ed eliminandolo con le feci. Le azioni di queste due ultime sostanze non sono così potenti come quella del riso rosso fermentato, ma possono rafforzarne l’efficacia, tanto che spesso sono presenti insieme nello stesso prodotto.
VERO – Gli integratori vanno assunti sotto controllo medico
In particolare quelli a base di riso rosso fermentato, proprio perché hanno un’azione simile a quella delle statine. Certo, il dosaggio di principio attivo è basso ed è pari a 3 milligrammi di monacolina K, ma più che sufficiente in chi è sensibile, a causare gli stessi effetti collaterali dei farmaci, come dolori muscolari e crampi notturni.
FALSO – Chi inizia la terapia farmacologica non può più assumere gli integratori
Se il medico è d’accordo, chi si scopre intollerante alle statine può assumere l’integratore a base di riso rosso fermentato. Inoltre, chi sta seguendo una cura con i farmaci può comunque aggiungere un integratore specifico per il colesterolo, a patto che non contenga riso rosso fermentato.
FALSO – Gli yogurt non servono a niente
Oggi ce ne sono alcuni arricchiti con steroli vegetali in grado di abbassare il colesterolo del 10%. L’azione è diversa rispetto a quella degli integratori e in particolare di quelli a base di riso rosso fermentato: qui, gli steroli vegetali hanno la capacità di ridurre l’assorbimento a livello intestinale delle molecole di colesterolo introdotto con gli alimenti. Se il medico lo ritiene necessario, chi è intollerante alle statine può anche associarli all’integratore a base di riso rosso fermentato.
Cosa portare in tavola per combattere il colesterolo
– I legumi almeno tre volte alla settimana. Non solo lenticchie oppure fagioli. Si a ceci, fave, cicerchie, lupini e piselli. E agli edamame: fagioli di soia acerbi, ricchi di acidi grassi “buoni” e di fibre. Ma non salarli, hanno un alto contenuto di sodio.
– Le alghe nelle insalate o nella zuppa: sono ricche in fibra. Quelle piu indicate? Le kombu essiccate da sbriciolare direttamente sui piatti. O le wakame, che in piu sono fonte di proteine vegetali. ¨
– Almeno una volta alla settimana la zucca, come contorno oppure passato: oltre alle fibre, ha un elevato contenuto di antiossidanti che proteggono le arterie. ¨
– Almeno un paio di tazze al giorno di te verde: contiene in quantita elevate le catechine, sostanze antiossidanti.