Complici le estati sempre più calde e umide, i dati ci dicono che solo ad agosto aumentano del 30% gli accessi al pronto soccorso per i disturbi estivi. E, in un caso su quattro, la ragione è un colpo di calore. «L’estate porta inevitabilmente a essere sempre un po’ incoscienti» spiega Saverio Chiaravalle, responsabile del Servizio di Pronto Soccorso del Policlinico San Donato, Milano. «Ci sta, ad esempio, che in auto si esageri un po’ con l’aria condizionata nelle giornate torride. Il problema però è quando si adottano comportamenti che, se mal gestiti, possono essere pericolosi per la salute. Vale per chi è in città ma ancora di più per chi è in ferie. Oggi lo stacco dal lavoro supera raramente le due settimane e questo crea una specie di “ansia da prestazione” anche legata alle vacanze: l’abbronzatura a ogni costo, i trekking, le grigliate a mezzogiorno, tutto concentrato in pochi giorni e senza dare il tempo al corpo di trovare i suoi ritmi». Insomma, va bene rilassarsi e divertirsi ma, in caso di malore, attenzione a non rovinarsi il resto della pausa estiva. Già, perché c’è modo di prevenire i guai e, soprattutto, esistono regole da adottare tempestivamente per ritrovare il benessere. Con un’avvertenza: se i disturbi non passano o addirittura peggiorano, rivolgiamoci alla guardia medica, oppure al pronto soccorso.
I sintomi del colpo di calore
E, a proposito di pronto soccorso, professor Chiaravalle, è il caso di andarci per un colpo di calore? «Talvolta sì, soprattutto se parliamo di bambini e anziani, che sudano meno rispetto agli adulti e quindi risentono maggiormente del clima caldo. Sottolineo “talvolta”, perché ai primi segnali si può intervenire presto e bene. Il primo campanello d’allarme è un malessere generale con nausea, vertigine e profonda debolezza e la sensazione di avere il corpo pesante. In questo caso bisogna sedersi all’ombra, aspettare qualche minuto, in modo che il corpo disperda l’eccesso di calore accumulato e i valori della pressione arteriosa tornino a livellarsi. Quando si cominciano a riacquistare le forze, bere dell’acqua non ghiacciata a piccoli sorsi. Da evitare i luoghi con aria condizionata, perché sarebbe uno choc per l’organismo».
Le regole per prevenire il colpo di calore
Ma un colpo di calore si può prevenire? «La regola è di bere molto durante la giornata, acqua minerale a temperatura ambiente o fresca, e a piccoli sorsi. E non servono bibite speciali: consumare regolarmente frutta e verdura è più che sufficiente. In questo modo, aiutiamo il corpo a mantenersi in attività, e ad affrontare bene le giornate calde. È meglio poi evitare il “dentro e fuori” dai locali pubblici per cercare refrigerio, perché il corpo si affatica. Vale invece il consiglio di tanto in tanto di mettere i polsi sotto l’acqua corrente e di bagnarsi la nuca, per aiutare l’organismo a mantenere in equilibrio il meccanismo della termoregolazione. E utilizzare il ventaglio per farsi aria in maniera soft».
Come distinguere colpo di calore e colpo di sole
Colpo di calore e colpo di sole sono la stessa cosa? «No. Il colpo di calore è il risultato di un clima afoso in un mix di temperature alte e di umidità elevata. Il colpo di sole invece si manifesta quando si sta a lungo, appunto, sotto il sole. Può succedere a chi fa trekking in alta montagna in una zona assolata, oppure se si sta ore in spiaggia per abbronzarsi. I disturbi sono gli stessi e anche i rimedi. Con l’aggravante che il colpo di sole porta con sé di frequente anche problemi dermatologici».
Cosa fare se ti scotti
Intende le scottature solari? «Purtroppo sì. E dico purtroppo perché lei non ha idea di quante persone arrivano in pronto soccorso con vere e proprie ustioni, provocate da un approccio scellerato ai raggi solari. Eppure, anche in questo caso, è possibile fermarsi prima, quando il problema è ben gestibile. Può succedere infatti che nel primo giorno di esposizione si esageri e la sera la pelle sia arrossata. Questo è il primo livello di scottatura che in medicina si chiama eritema. L’errore è di trascurarlo e di rimettersi al sole l’indomani, senza valutare che quel “semplice” arrossamento è una richiesta della pelle di ombra e di fresco».
E se viene un eritema?
In caso di eritema niente mare allora? «Si può andare in spiaggia, ma con un indumento di cotone per coprire la zona arrossata e, quando si fa il bagno, va indossata una maglietta perché l’effetto-specchio in acqua può peggiorare il problema. Bisogna poi bere molto per mantenere il più possibile idratato il corpo e utilizzare una crema emolliente priva di componente oleosa. Questo perché altrimenti si crea sulla pelle una pellicola che non permette la dispersione del calore e quindi la guarigione dall’eritema. Per la stessa ragione, vanno evitati gli impacchi di olio di oliva, antico quanto inutile rimedio. Se dobbiamo rifarci ai rimedi della nonna, in caso di emergenza, è utile applicare fette di pomodoro maturo, perché ha un effetto lenitivo. A patto però che la persona non sia allergica ai pomodori, cosa oggi peraltro abbastanza frequente».
Come evitare la congestione
Non abbiamo parlato di congestione, altro disturbo estivo. Perché è più diffuso nei mesi caldi? «Le faccio una premessa. Durante la digestione si verifica un maggiore afflusso di sangue allo stomaco per permettergli di svolgere al meglio la sua attività. Questa operazione ovviamente richiede tempi minimi se il pranzo è light, come un’insalata, oppure un centrifugato, diventa impegnativo nel caso per esempio di un panino con cotoletta e maionese accompagnato da una birra e ancora di più quando il pasto è una grigliata accompagnata da parecchi alcolici. Se in questa fase di grande impegno per lo stomaco la persona passa da un luogo con aria condizionata al caldo, l’organismo si trova in difficoltà perché non riesce a far scattare il meccanismo di termoregolazione. Ed ecco allora lo svenimento, sintomo principe della congestione, anticipato qualche minuto prima da sudorazione e pallore esagerato. In questi casi bisogna sedersi con le gambe alzate e aspettare che il corpo ritrovi i suoi equilibri. Da evitare acqua e men che meno bevande calde e alcolici, che affaticherebbero ancora di più lo stomaco. Piuttosto, un indumento leggero su spalle e stomaco, in modo da ridurre lo choc da sbalzo di temperatura».
Pronto soccorso medusa e congiuntivite
Ti “punge” una medusa. Lava abbondantemente la zona con acqua di mare, in modo da eliminare ogni residuo, ma senza toccarti o sfregare la pelle. Questo per evitare che si rompano i tentacolini che rimangono attaccati alla pelle, e che sono urticanti. Evita invece l’acqua dolce, l’ammoniaca e gli antistaminici perché non servono. Rivolgiti al medico se non ci sono miglioramenti nell’arco di un giorno.
Hai gli occhi molto arrossati e che bruciano. Potrebbe essere una congiuntivite attinica se sei stata al sole senza occhiali protettivi. Oppure batterica, se hai preso un colpo d’aria, come capita coi finestrini aperti. Instilla un collirio a base di lacrime artificiali più volte al giorno e rivolgiti al medico se gli occhi non tornano alla normalità in un paio di giorni.