Assorbente interno: la guida
L‘assorbente interno è un dispositivo igienico che serve ad assorbire il sangue mestruale: questo lo sappiamo più o meno tutte, eppure non tutti sanno come si usa correttamente. In questo articolo abbiamo raccolto tutte le informazioni utili relative a come si usa un assorbente interno, anche le meno conosciute, per dissipare tutti i dubbi su questo utilissimo strumento di igiene, che è una delle principali alternative agli assorbenti esterni.
Per fare chiarezza e rassicurare, abbiamo intervistato la dott.ssa Sara Gaita, ginecologa presso il Centro Medico Santagostino di Milano. Uno dei primi dati che si evince dalla chiacchierata con l’esperta, è che le donne hanno ancora una scarsa conoscenza del proprio corpo e, nello specifico, della propria vagina.
Cosa è un assorbente interno e come è fatto
L’assorbente interno è detto anche più comunemente tampone oppure “tampax” (dal nome di uno dei più noti produttori di assorbenti interni). Si tratta di un piccolo cilindro rigido in cotone lungo pochi centimetri e dotato di un cordoncino.
Il tampone va inserito in vagina durante le mestruazioni (non prima e non dopo) e ha il compito di assorbire il sangue mestruale evitando la fuoriuscita dal corpo della donna. Il cordoncino incorporato serve a estrarre il tampone.
Gli assorbenti interni in commercio attualmente si disinguono tra con e senza applicatore:
- Gli assorbenti con applicatore sono appunto dotati di un applicatore in cartoncino che ha un funzionamento simile a quello di una siringa, e aiuta a posizionare in modo corretto il tampone all’interno della vagina.
- Gli assorbenti interni senza applicatore vanno invece inseriti nella vagina direttamente con le dita: sono più indicati per chi ha maggiore dimestichezza con il proprio corpo.
I tamponi possono poi distinguersi per dimensioni e potere di assorbenza, in maniera tale da poterli scegliere in base alla copiosità del proprio flusso e alla fase della mestruazione (ad esempio quelli più piccoli si usano preferibilmente negli ultimi giorni di mestruazioni, quando il flusso si riduce sensibilmente).
Come inserire correttamente l’assorbente interno
Capire come inserire l’assorbente interno è probabilmente il più importante motivo di perplessità delle più giovani, ma anche di tante insospettabili donne adulte. Come si fa a essere sicure di aver inserito bene l’assorbente interno? Cominciamo col farci spiegare con ordine dalla dottoressa Gaita il procedimento completo, con tutte le relative cautele da prendere.
Cosa fare prima di inserire il tampone
«Il primo consiglio è quello di lavarsi perfettamente le mani prima dell’inserimento. I batteri responsabili delle infezioni, infatti, sono presenti sulle mani: ne è un esempio lo streptococco, che può appunto generare la famigerata Sindrome da Shock Tossico. Poi, è opportuno che i tamponi restino ben sigillati fino al momento stesso dell’utilizzo. Io consiglio sempre, soprattutto per chi è alle prime armi, di partire con la misura più piccola di tampone» afferma l’esperta.
Consigli per inserire bene il tampone
«L’assorbente interno va inserito in una posizione comoda: per esempio accovacciate oppure in piedi appoggiando una gamba sul letto o su una superficie rialzata. Inoltre, è importante inserirlo bene in profondità: l’assorbente, infatti, deve stare il più possibile a contatto con la cervice. Questo accorgimento garantirà una migliore assorbenza e ridurrà i rischi di eventuali fastidi. L’applicatore deve essere, dunque, inserito quasi completamente (fuoriuscendo di mezzo centimetro circa) e il cordino, invece, dovrebbe fuoriuscire solo di un paio di centimetri» spiega la dott.ssa Gaita.
«Importante è anche l’angolazione giusta. L’angolazione di inserimento, infatti, non può essere dritta. La spinta del tampone all’interno della vagina deve essere angolata verso l’alto proprio perché la vagina è angolata sostanzialmente di circa 45 gradi. Un inserimento “dritto” può provocare fastidio o dolore» conclude l’esperta.
Se scegli i tamponi senza applicatore il procedimento è in tutto e per tutto simile, con la differenza che bisogna usare le dita: l’assorbente interno va delicatamente inserito all’entrata della vagina, e quindi spinto verso l’alto e spinto in profondità con un dito.
Come capire se l’assorbente interno è inserito bene
Come già accennato assicuriamoci che il tampone sia posizionato il più vicino possibile alla cervice: il cordino deve sempre fuoriscire anche se di pochi centimetri.
Detto questo il segnale che l’assorbente interno sia inserito nel modo corretto sta nel non avvertirlo: se la sensazione di comfort è totale vuol dire l’inserimento è stato fatto bene. Se al contrario “senti” il tampone, se hai fastidi o doloretti di qualsiasi tipo vuol dire che qualcosa è andato storto.
Quanto spesso cambiare l’assorbente interno
Un’altra questione molto importante nell’uso dell’assorbente interno è la necessità di toglierlo e cambiarlo molto di frequente.
Se hai un flusso molto abbondante ti troverai ad avere la necessità di cambiare l’assorbente interno anche nel giro di un’ora o due, ma in caso contrario bisogna fare molta attenzione alle tempistiche.
I tamponi non vanno mai indossati per un periodo di tempo superiore alle 4-6 ore. Questo vuol dire che devi sempre aver presente a che ora hai inserito il tampone, e ricordarti di cambiarlo dopo circa 4 ore. L’assorbente va tolto anche se non è completamente intriso di sangue mestruale.
Come capire quando bisogna cambiare il tampone
Ma se il tampone è da cambiare prima delle canoniche 4 ore, come si fa a capirlo? Questo dubbio è cruciale per chi ha un flusso abbondante, specie nei primi giorni del ciclo.
Generalmente il metodo più efficace è controllare il cordino del tampone: se è intriso anche solo in parte di sangue il tampone è sicuramente saturo. Ma prima ancora di arrivare a questo punto si può capire che il tampone è da cambiare anche solo ascoltando le sensazioni del proprio corpo: i tamponi infatti tendono ad espandersi ma mano che assorbono, se quindi inizi a “sentire” l’assorbente è sicuramente il momento di cambiarlo.
Quando non va usato l’assorbente interno
L’assorbente interno è un dispositivo sicuro e facile da usare (basta aver fatto un po’ di pratica). Tuttavia dobbiamo sempre tenere a mente che stiamo inserendo un corpo estraneo in una delle parti più delicate del nostro corpo, di conseguenza in alcune situazioni è meglio non utilizzare il tampone. Ecco quando:
In caso di infezioni
«L’assorbente interno è sconsigliato se è in corso un’infezione cervico-vaginale accertata o sospettata. La presenza del dispositivo in vagina può favorire la diffusione dell’infezione. Infatti, il sangue è il perfetto terreno di coltura dei batteri e il tampone trattiene il sangue all’interno, rivelandosi quindi un proliferatore dell’infezione» spiega la dott.ssa Gaita.
Di notte
Uno dei dubbi più frequenti che assalgono le donne, è se l’assorbente interno possa essere o meno usato anche di notte. «Si sconsiglia fortemente l’uso notturno degli assorbenti interni. Infatti, la permanenza massima dell’assorbente in vagina dovrebbe essere di circa 4-6 ore. Supponendo che di notte si dorma più di 6 ore, è opportuno preferire l’assorbente esterno. Il rischio è che si generino infezioni, più o meno serie» spiega la dott.ssa Gaita.
Uno dei rischi dell’uso molto prolungato dell’assorbente interno, infatti, è la Sindrome da Shock Tossico.
L’assorbente interno si può usare se si è vergini?
Non c’è nessuna controindicazoine all’uso del tampone per chi non ha mai avuto rapporti sessuali completi. Anche l’eventuale presenza dell’imene non rappresenta un ostacolo all’uso dell’assorbente interno.
Tuttavia nel caso di donne che non abbiano avuto ancora rapporti sessuali, l’uso dell’assorbente interno può provocare anche dolore e fastidio. In tal senso, è bene evitare di insistere e affidarsi agli assorbenti esterni. «Se l’imene non è molto elastico, se ha una forma particolare o se sono presenti anomalie, l’uso del tampone può provocare anche dolore. In questi casi, può bastare una visita ispettiva per capire quanto l’imene consenta l’inserimento dell’assorbente» continua l’esperta.
La Sindrome da Shock Tossico (TSS)
La cronaca ha spesso portato alla ribalta casi drammatici di Sindrome da Shock Tossico correlata all’uso dell’assorbente interno. Ma di cosa si tratta?
«Premetto che si tratta di un’eventualità fortunatamente piuttosto rara. La Sindrome da Shock Tossico è una grave infezione sistemica che si diffonde in tutto l’organismo, compromettendo la funzionalità di organi o arti distanti» chiarisce l’esperta «Questa sindrome può essere appunto favorita dal posizionamento prolungato dell’assorbente interno. Se il tampone è rimasto a lungo in vagina e non si riesce a “recuperare” da sé con l’autoesplorazione, il medico specialista lo estrae e, nel caso, prescrive una terapia antibiotica locale e sistemica» continua la dott.ssa Gaita.
Come usare i tamponi al mare o in piscina
L’estate è probabilmente la stagione in cui si apprezza maggiormente l’uso dei tamponi: gli abiti si assottigliano, e le alte temperature tendono a rendere piuttosto disagevole l’uso dell’assorbente esterno.
A ciò si aggiunge la questione mare o piscina, o qualsiasi altra situazione che preveda di indossare costumi da bagno. In questi casi l’assorbente interno è salvifico, ma bisogna anche fare attenzione al modo in cui lo si utilizza. Ecco poche ma fondamentali regole per gestire bene l’uso del tampone al mare o in piscina:
- Portare sempre con sè gli assorbenti di ricambio
- Dotarsi di gel disinfettante e salviettine intime
- Scegliere spiagge dotate di bagni
- Cambiare spesso il tampone
- In particolare meglio cambiare sempre il tampone dopo un bagno, perchè potrebbe aver assorbito acqua