Possono causare problemi alla vista e alla schiena, provocano ansia e sono una dipendenza: che i cellulari siano ormai un prolungamento del nostro braccio è assodato. I più piccoli li manovrano dalla più tenera età, giovani studenti delle scuole elementari spesso ne hanno uno che appartiene solo a loro e basta andare alle medie per essere sempre connessi sui social network del momento. Insomma, fare a meno degli smartphone sembra impossibile: c’è chi non può starne senza per motivi di lavoro e chi tra una faccenda e l’altra non resiste alla tentazione di spulciare qua e là tra i social o inviare qualche messaggio. La paura di rimanere senza cellulare è una malattia: ecco cos’è la nomofobia.

Cos’è la nomofobia, un problema sempre più diffuso

Se il tuo telefono si dovesse bloccare, rompere o restare senza batteria (né con un caricatore a disposizione), andresti su tutte le furie. Non negarlo, sei così abituata a usarlo che immaginarti un’intera giornata – o semplicemente qualche ora – con il tuo smartphone fuori uso ti manda in crisi. Non sei la sola: se vivi quella sensazione di panico e inquietudine, come se avessi perso qualcosa senza cui sai di non poter stare, allora potresti soffrire anche tu di nomofobia…

Se non resisti alla voglia di sbirciare sui social, per scoprire chi ha condiviso cosa, allora potrebbe essere che con il cellulare abbia una certa dipendenza. Se muori dalla voglia di sapere chi ti ha scritto su WhatsApp o desideri assolutamente inviare un messaggio alla tua dolce metà, forse è proprio vero che restare senza smartphone ti fa non poca paura. “No mobile phone + Phobia”: la “nomofobia” è la paura di restare senza telefono.

Considerata una dipendenza patologica, se ogni volta che vedi una notifica sullo schermo del tuo cellulare sei in trepidante attesa di scoprire chi è il mittente e di cos’ha bisogno, allora è vero che sei dipendente da quel telefono che maneggi quasi tutto il giorno. In tal caso, sale il livello di dopamina, perché pensi che chi ti ha scritto abbia qualche novità da raccontarti o in serbo qualcosa di interessante. Tuttavia, è impossibile conoscere in anticipo il contenuto del messaggio e così scatta l’impulso di controllare in continuazione il telefono, attivando lo stesso meccanismo dei giocatori d’azzardo.

Perché c’è da preoccuparsi

Il fenomeno è sempre più diffuso ed è meglio che non passi inosservato. Il problema sta diventando sempre più pervasivo, riguarda soprattutto i giovani ma anche chi è un po’ più in là con gli anni non può dirsi salvo a priori. Più colpiti sono i ragazzi tra i 18 e 25 anni, in particolare i soggetti con bassa autostima e con problemi relazionali. Chi ne soffre può arrivare persino ad avere attacchi di panico e, oltre all’ansia, non sono escluse vertigini, tremore e tachicardia. La causa? Il cellulare è fuori uso. Di tanto in tanto quindi è bene disintossicarsi dagli smartphone e disconnettersi un po’. Coltiva qualche hobby e dedica più tempo a te stessa. Anziché lamentarti di avere sempre poco tempo a disposizione, tra lavoro e mille altri impegni, ricorda che usare lo smartphone in continuazione è una grande perdita di tempo.

Ora che hai capito cos’è la nomofobia vuoi sapere se anche tu ne soffri? Se i sintomi indicati finora non ti sembrano abbastanza e non sei convinta che le sensazioni descritte ti appartengano, sappi che angoscia e nervosismo sono due segnali chiari, che lasciano poco spazio ai dubbi… Se nella tua borsa il caricabatterie non manca mai, non spegni mai il cellulare e quando dormi lo lasci sul comodino accanto a te, allora sappi che sei a rischio. Non è un caso che molti smartphone abbiamo messo a disposizione una sezione dedicata al “tempo di utilizzo”, con la possibilità di regolarlo e apportare alcune limitazioni. Lo ha fatto persino Meta, che su Instagram ha ideato la funzionalità “Prenditi una pausa”.