Come sta il tuo cuore? Se pratichi una regolare attività fisica, anche semplicemente una camminata tutti i giorni, mangi sano e cerchi di mantenerti in linea, probabilmente hai risposto: bene, grazie. Ma sappi che puoi fare ancora di più.

Cuore: le donne sono più fragili

Lo dicono le ultime ricerche che arrivano direttamente dal Congresso internazionale di cardiologia. E che sono indirizzate proprio a noi donne, con l’obiettivo di difendere la salute del nostro sistema cardiovascolare. Già, perché se è vero che almeno fino alla menopausa siamo superprotette dagli estrogeni e dai progestinici è altrettanto vero che gli ormoni buoni non sono sempre sufficienti. Facciamo un caso tra i tanti. Se soffri di una malattia reumatica, come l’artrite reumatoide, potresti avere un rischio più alto di soffrire di ipercolesterolemia. Un esempio che ci dice quanto avere non uno ma più specialisti che si prendono cura della nostra salute cardiovascolare sia un aiuto prezioso.

«Oggi più che mai si stanno creando vere e proprie reti tra esperti di diverse specialità con l’obiettivo di proteggere il cuore delle donne» interviene Francesco Prati, presidente del Centro per la lotta contro l’infarto. «In questo ha un ruolo fondamentale il ginecologo. Gli studi hanno dimostrato per esempio che aver avuto un parto pretermine o più aborti o soffrire di sindrome dell’ovaio policistico sono tutte condizioni che possono creare uno stato di infiammazione nell’organismo che rende il cuore più fragile. Ora che lo sappiamo, possiamo tenere sotto controllo queste donne, correggere i fattori di rischio come lo stile di vita e allontanare così i pericoli per la salute cardiaca». Ma quali sono le novità che ci possono dare una mano a proteggere il nostro apparato cardiovascolare?

Partiamo dal colesterolo

Al centro dell’ attenzione c’è il famoso Ldl, che non a caso viene chiamato cattivo perché è quello più dannoso per il cuore. «Abbiamo studi positivi che ci dicono che si può fermare questo pericoloso processo» aggiunge il professor Prati. «Oggi sappiamo che riducendo al di sotto di 116 il valore dell’Ldl nel sangue, in chi non ha problemi cardiaci abbattiamo del 25% il rischio di malattie cardiovascolari». Per far scendere l’Ldl il più delle volte ci vuole un farmaco ma anche qui c’è una novità. Il principio attivo si chiama acido bempedoico. Come le celebri statine, le molecole ipolipemizzanti usate di solito, si assume una volta al giorno ma rispetto a queste ha il vantaggio di non causare dolori muscolari, il grande problema che molte volte porta a interrompere la terapia. Al momento viene prescritto quando le statine causano disturbi, da solo oppure in associazione a ezetimibe, un’altra molecola ipolipemizzante, se c’è bisogno di un’azione più potente perché i valori dell’Ldl continuano a essere alti.

Puntiamo sul riso italiano

Per far stare bene il cuore mangia il pesce almeno tre volte alla settimana, la carne rossa una volta alla settimana, le uova una volta alla settimana e, per i restanti giorni, scegli i legumi. Seguire questo schema fa bene al microbiota intestinale e lo mantiene in equilibrio. Gli studi hanno dimostrato che le persone con problemi cardiaci hanno livelli inferiori di quei batteri capaci di produrre le molecole benefiche, come gli acidi grassi a catena corta, cioè proprio le sostanze contenute nel pesce. Sì anche al riso, che uno studio recente ha sdoganato: i ricercatori hanno scoperto che due qualità italiane in particolare, Selenio e Argo, hanno un indice glicemico molto basso. E questo fa sì che siano particolarmente indicati per chi ha problemi di linea e per la salute del cuore.

Cuore: fai il pieno di potassio

Ma le novità non sono finite. «Uno studio ha esplorato la stretta relazione tra sodio e potassio nel contrastare l’ipertensione» dice il professor Prati. «Per la prima volta, ha dimostrato che abbassando drasticamente il sodio e alzando il potassio, è possibile ridurre anche del 20% i valori della pressione. E, inaspettatamente, i benefici sono maggiori nelle donne, per ragioni non ancora note». Lo studio ha anche provato che non servono integratori, è sufficiente l’alimentazione. Sostituisci allora il sale tal quale con gli aromi, le spezie, il limone, evita cibi confezionati e insaccati, che sono ricchi di sale, e per fare “il pieno” di potassio mangia ogni giorno cinque porzioni tra frutta e verdura. Ma sceglile bene: la ricchezza del minerale è al top solo in quelle di stagione.

Stai alla larga dall’inquinamento

C’è un settore della ricerca nuovo che ha un nome complicato: esposoma. Qui confluiscono tutti gli studi che analizzano gli effetti sul cuore dell’inquinamento acustico, luminoso e atmosferico. Già, perché alla lunga possono fare male. «Questi tre fattori possono addirittura agire in sinergia tra di loro, amplificando gli effetti dannosi sul cuore» spiega il professor Prati. Da evitare quindi le strade molto trafficate se cammini a piedi, oppure ti muovi in bicicletta. Così, risparmi anche alle tue orecchie l’eccesso di rumori che, associati all’inquinamento, incrementano lo stato di infiammazione alle arterie. Di notte fai in modo che non entrino dall’esterno le luci della città e disabituati a tenere accese lampade in casa durante le ore notturne. Perché la luce provoca alterazioni nella secrezione di melatonina, l’ormone del sonno, e nel tempo porta a un aumento della pressione arteriosa.

Se fumi, rischi più di lui

Ora infatti abbiamo informazioni in più, che devono mettere sul chi vive noi donne. Quello che è emerso dalle ultime conoscenze scientifiche riguarda il modo differente in cui l’organismo femminile reagisce al fumo. Se per lui il rischio diventa elevato sopra le 20 sigarette, gli studi hanno provato che per noi donne è sufficiente un terzo di quel numero per raggiungere la stessa soglia di pericolo. La ragione? Un calibro dei vasi sanguigni più piccolo e quindi una sensibilità maggiore ai danni infiammatori innescati dal tabacco.

Fa malissimo ma non è infarto

Quando si dice che un grande dolore fa male al cuore, è vero. E in nove casi su dieci le più fragili sono le donne. Si è visto che sotto l’influsso di una forte emozione, il muscolo cardiaco assume la forma del tako-tsubo, un vaso usato in Giappone come trappola per i polpi. Da qui, il nome della sindrome di tako-tsubo.

I sintomi sono gli stessi dell’infarto: dolore al petto, respiro corto e senso di grande affaticamento. Per la diagnosi, è necessario l’ecodoppler cardiaco. Grazie alle immagini, è possibile vedere in diretta la forma “a vaso” del cuore.

A differenza di quanto accade con un infarto, in questo caso per fortuna non ci sono lesioni alle coronarie o danni cardiaci. E di solito si guarisce bene, grazie a un mix di farmaci che aiutano il cuore a riprendere la sua forma.