Le persone affette da disturbo da deficit di attenzione (ADHD) sono più propense ad ascoltare musica di sottofondo mentre svolgono un’altra attività? A questa domanda hanno provato a rispondere le neuropsicologhe Kelly-Ann Lachance e Nathalie Gosselin dell’Università di Montreal, in Canada.

Lo studio sulle abitudini di ascolto

Il team ha analizzato le risposte di 434 partecipanti di età compresa tra 17 e 30 anni a un sondaggio online sulle abitudini di ascolto della musica. «Negli studi di laboratorio, le abitudini di ascolto dei partecipanti vengono raramente richieste. È stato interessante tenerne conto perché le persone hanno bisogno di meccanismi di attivazione diversi per svolgere bene un certo compito», spiega Kelly-Ann Lachance. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Frontiers in Psychology.

Per determinare se gli intervistati fossero affetti da ADHD o neurotipici (persone con una struttura neurologica standard), il sondaggio ha incluso domande tratte dall’Adult ADHD Self-Report Scale for DSM-5 (ASRS-5), «un metodo rapido per valutare i sintomi dell’ADHD», specifica Lachance. Ne è venuto fuori che 118 degli intervistati sono stati classificati come ADHD e 316 come neurotipici. Altre domande del sondaggio valutavano lo stato emotivo di ciascun intervistato, il livello di ansia e i sintomi depressivi.

ADHD e musica stimolante

Lo studio ha esaminato le differenze nell’ascolto di musica di sottofondo durante una serie di attività quotidiane, tra cui attività cognitive come la lettura, la scrittura e lo studio, e attività più «leggere» come ad esempio cucinare, usare i mezzi pubblici o praticare sport.

Dai risultati è emerso che le persone affette da ADHD ascoltavano in media più musica di sottofondo, sia durante le attività cognitive che durante quelle non cognitive. Il gruppo con deficit di attenzione sentiva anche musica in modo significativamente maggiore durante lo studio rispetto ai neurotipici che invece trascorrevano più ore delle settimana ad ascoltare musica attivamente, cioè senza fare nient’altro contemporaneamente.

Giovane donna ascolta musica in cuffia

«Avremmo immaginato che la musica costituisse un’interferenza durante un compito cognitivo impegnativo», afferma Gosselin. Ma le abitudini di ascolto hanno detto l’esatto contrario. I risultati hanno rivelato anche una differenza nella proporzione di individui che preferiscono musica stimolante per la quale opta in modo significativamente più frequente il gruppo con deficit di attenzione, indipendentemente dal tipo di attività (più o meno cognitiva). «Perché la musica stimolante? La letteratura ci dice che le persone con ADHD hanno bisogno di più attivazione per raggiungere un risultato equivalente a quello delle persone neurotipiche. La musica potrebbe contribuire a questo, indipendentemente dal tipo di attività», suggerisce Lachance.

I benefici della musica

Ma allora l’ascolto della musica è davvero benefico per le persone con ADHD? E come influisce sulla loro concentrazione e motivazione? Gosselin se lo chiede da tempo. «Il mio primo tirocinio in neuropsicologia è stato in psichiatria infantile», ricorda. «In uno dei miei primi casi, un padre mi ha chiesto se fosse una buona idea per suo figlio adolescente con deficit di attenzione ascoltare musica mentre studiava. Non sapevo cosa dire perché allora non c’era letteratura sul caso. Ma la domanda mi è sempre rimasta impressa…».

Poiché la musica è onnipresente e facilmente accessibile, sarebbe davvero interessante aggiungerla alla «cassetta degli attrezzi» delle strategie per gestire i sintomi dell’ADHD. «La musica non sostituirà i farmaci, ma potrebbe integrarli. La questione è come possiamo impiegare tutto il potenziale della musica per promuovere prestazioni ottimali», conclude Lachance.