La dieta di una donna durante la gravidanza può influenzare la probabilità del suo bambino di sviluppare l’autismo? Sì, secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Glasgow, in Scozia, e pubblicato sulla rivista JAMA Network Open.

In Italia colpito un bambino ogni 77

I disturbi dello spettro autistico sono un gruppo eterogeneo di condizioni caratterizzate da un certo grado di difficoltà con l’interazione sociale e la comunicazione. Negli Stati Uniti colpiscono circa 1 bambino su 36 negli Stati Uniti. In Italia, secondo dati ufficiali, un bambino italiano ogni 77, nella fascia di età 7-9 anni, ha un disturbo dello spettro autistico, con una prevalenza maggiore nei maschi (4,4 maschi ogni 1 femmina).

Le cause dell’autismo

«Sulla base delle conoscenze attuali, si pensa che l’autismo sia causato da una combinazione di geni e fattori ambientali», ha spiegato a Newsweek Catherine Friel, dietista e ricercatrice post-dottorato presso l’Università scozzese di Glasgow. «Tuttavia», ha aggiunto, «i meccanismi esatti non sono completamente compresi. Oltre alla dieta prenatale, molti fattori ambientali sono stati correlati all’autismo, come integratori alimentari, BMI materno, tossine ambientali, farmaci e malattie / infezioni».

Secondo la ricercatrice, i potenziali meccanismi possono coinvolgere «l’attivazione immunitaria materna, il microbioma materno e la genetica. In realtà, però, le prove attuali di questi percorsi sono frammentate e incomplete. Quindi, abbiamo idee e teorie sulla causa dell’autismo, ma sono necessarie ulteriori prove per metterle insieme con certezza».

Autismo e multivitaminici

Gli studi hanno dimostrato che l’uso prenatale di multivitaminici e integratori di acido folico, così come un’adeguata vitamina D e un’elevata assunzione di pesce, sono tutti associati a una ridotta probabilità di diagnosi di autismo infantile. Tuttavia, considerare questi fattori isolatamente, non è corretto. Infatti, non vanno trascurati gli effetti sinergici e antagonisti che i nutrienti possono avere se consumati come parte di una dieta prenatale realistica.

Come si è svolto lo studio

A oggi, gli studi si sono basati su campioni di piccole dimensioni, con risultati incoerenti. Per la prima volta, Friel e i suoi colleghi dell’Università di Glasgow hanno condotto un ampio studio su oltre 95mila madri e i loro figli per determinare se esiste un’associazione statisticamente significativa tra la qualità della dieta materna e la probabilità dei figli di sviluppare l’autismo.

La ricerca si è basata su due ampi studi prospettici: il Norwegian Mother, Father and Child Cohort Study e l’Avon Longitudinal Study of Parents and Children, in Inghilterra. I dati sono stati raccolti rispettivamente dal 2002 al 2008 e dal 1990 al 1992 e i bambini sono stati seguiti fino all’età di 8 anni o più.

La qualità della dieta è stata valutata sulla base di linee guida dietetiche globali, tra cui un’elevata assunzione di frutta, verdura, pesce, noci e cereali integrali e una bassa assunzione di carni rosse e lavorate, bevande analcoliche e cibi ricchi di grassi saturi e carboidrati raffinati. I partecipanti sono stati quindi classificati come aventi un’elevata aderenza a modelli dietetici sani, un’aderenza media e una bassa aderenza.

I risultati

Dopo l’aggiustamento per fattori potenzialmente confondenti, come l’IMC materno (indice di massa corporea), i livelli di istruzione e l’uso di integratori, un’elevata aderenza a modelli dietetici sani durante la gravidanza è stata associata a una riduzione del 22% della probabilità che al bambino venga diagnosticato l’autismo. Un’elevata aderenza è stata anche associata a una probabilità inferiore del 24% che il bambino sviluppasse difficoltà di comunicazione sociale.

Secondo i ricercatori, le diete prenatali potrebbero influenzare l’espressione del Dna e regolare i processi immunitari. La dieta è complessa e contiene una vasta gamma di componenti bioattivi, che alcuni ricercatori hanno stimato essere fino a 26mila.

Possono esserci effetti specifici con i nutrienti, ad esempio il loro ruolo specifico nella formazione neurale o i loro effetti antiossidanti e antinfiammatori o l’influenza sull’immunoregolazione. Ma potrebbero esserci anche effetti globali, come l’effetto di una dieta sana che contribuisce a una buona salute materna. Tuttavia, i ricercatori hanno sottolineato che questi risultati sono puramente osservazionali.

Autismo e mutazioni genetiche

Le diete materne non sono, però, l’unico fattore che influenza la probabilità di un bambino di sviluppare l’autismo. Si stima che circa l’80% dei casi possa essere collegato a mutazioni genetiche ereditarie. In altre parole, una madre potrebbe seguire una dieta sana e perfettamente bilanciata e vedere suo figlio ricevere una diagnosi di autismo.