Italiane fumano meno, fanno sport e screening ma una su due beve abitualmente
A ottobre controlli in rosa gratis, torna Carovana della prevenzione tumori
Sembrano aver ridotto il vizio del fumo (solo il 18% dichiara di fumare), dedicano tempo all’attività fisica (ben il 63,5% la pratica abitualmente) e sembrano essere informate sul proprio stato di salute: il 53% ha una storia familiare di ipertensione, il 62% di dislipidemia, diabete (45%) e malattie cardiovascolari (32%).
Unico, preoccupante, neo è il consumo di alcol: una donna su 2 infatti lo consuma abitualmente.
Le visite mediche che le donne devono fare per ogni fascia d’età
Oltre 9.800 km percorsi in 120 giorni, 31 tappe in 15 regioni per sensibilizzare le donne italiane sui fattori di rischio
“Missione compiuta”, afferma Stefano Carugo, responsabile scientifico del progetto Prevenzione Possibile e direttore di Cardiologia Unità e Ucic, Uoc cardiologia dell’Ospedale Santi Paolo e Carlo di Milano. “La grande partecipazione, anche in Lombardia – spiega – ha evidenziato quanto fosse importante fare uno screening di base ma, soprattutto, parlare con la gente. Ci siamo resi conto che per fortuna in questi anni qualcosa è cambiato. Dai dati rilevati infatti è emerso che la maggioranza delle donne non solo è consapevole della propria condizione di rischio, ma cerca di migliorarla attraverso stili di vita sani e corretti, evitando di fumare, facendo attività fisica e tenendosi in forma, come dimostra il Bmi medio rilevato pari a 25,45.
Questo scenario positivo – sottolinea – non ci deve far abbassare la guardia: il cuore delle donne merita attenzione e bisogna continuare sulla linea della sensibilizzazione e dell’informazione, soprattutto delle giovani donne. Siamo sulla strada giusta, un’alleanza virtuosa tra Istituzioni pubbliche e aziende ci potrà aiutare sempre di più”.
Bere troppo alcol fa male alle ossa
“L’età media delle donne visitate a bordo del truck è stata 56 anni a conferma della tendenza, oggi, di prestare maggiore attenzione alla salute dopo la menopausa“, riferisce Gabriella Levato, segretario generale regionale Fimmg Lombardia.
“E’ importante però iniziare a farlo fin da subito, cercando di adottare uno stile di vita sano e, soprattutto in caso di familiarità in malattie cardiovascolari, rivolgersi al proprio medico di famiglia in modo da ricevere la prescrizione di esami più appropriati rispetto alla propria situazione clinica. Continuando a mantenere un dialogo costante con il proprio medico di famiglia – continua Levato – noi medici di base possiamo infatti intervenire tempestivamente con un’attività di prevenzione e/o far emergere la patologia sommersa”.
“Dal rapporto Osmed 2015 dell’Aifa, la prevalenza di ipertensione arteriosa nella popolazione in carico ai medici di famiglia risulta del 27,5% nei maschi contro il 28,4% per le femmine”, dichiara Gianni Petrosillo, presidente di Federfarma Bergamo. “Per quanto riguarda invece l’aderenza alla terapia per questa patologia abbiamo il 66,9% per il genere maschile contro il 61,7% per quello femminile. Dunque c’è molto da fare per raggiungere tassi ottimali, con la prevenzione, il monitoraggio e l’informazione”