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Di Daa al momento ne esistono solo due ma la bella notizia è che entro settembre nelle farmacie ospedaliere arriveranno altre quattro molecole. E questo potrebbe rendere le nuove cure più accessibili .
Ad oggi, infatti, i superfarmaci sono gratuiti solo per alcune tipologie di malati: chi soffre di epatite C in fase avanzata (in pratica, quando l’infezione è in uno stadio pre-cirrotico o è già evoluta in cirrosi) e chi ha subito o è in attesa di trapianto di fegato . Vengono prescritti anche in caso di malattia grave provocata dal virus C, come un tumore del sistema linfatico. «Chi non rientra in queste categorie può avere la terapia solo a pagamento , a un costo di circa 50 mila euro» conclude l’esperto. «Oppure può accedere alla cura tradizionale con interferone e ribavirina, eventualmente in associazione con simeprevir, un Daa di prima generazione».
Ivan Gardini, presidente dell’associazione dei malati Epac, aggiunge: «Adesso la speranza è che l’arrivo di nuove molecole abbassi i costi per far sì che tutti i pazienti, anche quelli che hanno la malattia in fase iniziale , ne possano usufruire».
Tutti questi farmaci si assumono per bocca e hanno il grande vantaggio di dare pochi effetti collaterali (al massimo creano nausea e vertigini). Sono quindi ben tollerati dai malati, a differenza delle cure classiche che provocavano disturbi per alcuni insopportabili.
«La terapia può durare tre o sei mesi e viene decisa valutando numerosi fattori, tra cui la carica virale, cioè l’aggressività del virus, e lo stadio della malattia» aggiunge l’esperto. «Nei casi più difficili può essere associata la ribavirina, un farmaco tradizionale che potenzia l’effetto dei Daa». Le nuove cure vengono prescritte solo nei Centri specializzati nel trattamento dell’epatite C. Trovi l’elenco sul sito epac.it.
Secondo i dati, persino i familiari dei malati ne sanno poco su come si trasmette il virus. Ecco allora quali sono le effettive vie di contagio dell’epatite C.
1. Le trasfusioni di sangue sono sicure : il rischio oggi è vicino allo zero. Perché dal 1992 sono stati imposti per legge controlli rigorosi sul sangue e sui donatori. Questo vale sempre, sia nei centri ospedalieri sia nelle cliniche private.
2. Attenzione a piercing e tatuaggi . In nove casi su dieci il contagio avviene se gli aghi non sono monouso oppure se gli strumenti come forbicine e rasoi non vengono sterilizzati. Occhio allora a dove vai. E scegli solo centri che espongano i diplomi.
3. Nessun rischio con i rapporti sessuali. Uno studio ha monitorato per un anno una serie di coppie con uno dei due partner malato. In nessun caso c’è stato il contagio. Unica precauzione: usa il profilattico se hai una piaghetta nelle parti intime.