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Parliamo di questo tema anche in podcast su Giornale radio nella puntata del 19 maggio
Gli esami per la coppia
Ci sono esami della coppia per controllare la fertilità. Ma prima di decidere di fare un bambino nessuno li fa. Anche perché siamo cresciuti convinti che avere un figlio sia la cosa più naturale del mondo, a 20 come a 40 anni.
Alla fertilità si pensa tardi
Peccato che non sia così e ce lo conferma un dato di cui non si parla abbastanza: il 15% delle coppie ha problemi di infertilità. «Arriviamo tardi al primo figlio, ancora più tardi ci rivolgiamo alla procreazione assistita ed è vero che la medicina può molto, ma non tutto» spiega Eleonora Porcu, docente dell’Università di Bologna e già responsabile della struttura di infertilità e procreazione medicalmente assistita del Policlinico universitario Sant’Orsola. L’età media delle italiane che diventano mamme è di 33,1 anni. Chi si rivolge ai centri di Pma ne ha in media 36,9, contro i 35 della media europea, che salgono a 41,8 per chi deve sottoporsi a eterologa. Dopo i 40, poi, le probabilità di una gravidanza calano ancora più drasticamente» continua l’esperta. Per prevenire molte delle brutte sorprese legate alle gravidanze “tardive”, bisognerebbe mantenere nel tempo un controllo della fertilità. Vediamo quali sono gli esami indispensabili.
La fertilità femminile va controllata dai 15 anni
«L’esame della valutazione della riserva ovarica andrebbe fatto a partire dai 15 anni e poi ripetuto ogni 5 anni, di routine, per sapere qual è il patrimonio di ovociti a disposizione, e a che ritmo diminuisce» consiglia Eleonora Porcu. Ma comporta un vero cambiamento culturale per tutti noi. Così come ci siamo abituate a dare importanza alla salute femminile e maschile facendo oggi quegli esami che ci aiutano a prevenire le malattie e i disturbi di domani, allo stesso modo dobbiamo cominciare a occuparci della nostra capacità riproduttiva. «Consiglio questo check up soprattutto alle giovani, ma in generale a qualunque donna pensi di poter volere un figlio in futuro, perché dal mix dei risultati si scopre il numero di follicoli a disposizione. E se dovesse risultare sotto la media, o calare con troppa velocità, si è consapevoli per tempo che la gravidanza non dovrebbe essere rinviata troppo, perché un domani nemmeno la fecondazione assistita potrà risolvere il problema».
Come si controlla la riserva ovarica
L’esame consiste in un’ecografia con conta follicolare, a cui si aggiunge un’analisi del sangue con valutazione di gonadotropine, in particolare l’FSh, e l’Amh l’ormone antimulleriano. Quest’ultimo valore ci dice quanti follicoli sono nella nostra riserva. Se si sospetta un problema alle tube, si può valutare anche l’esame della pervietà, che si effettua con tecniche sonografiche o radiologiche. Serve a escludere occlusioni e nel caso a valutare se agire con una fecondazione in vitro.
Il controllo della fertilità maschile
Le ricerche ci dicono che il numero degli spermatozoi nel liquido seminale si è dimezzato in 50 anni, a causa soprattutto dell’inquinamento. E che un caso di infertilità di coppia su 5 è dovuto a lui. Oggi gli uomini dovrebbero sottoporsi il prima possibile a uno spermiogramma, cioè un controllo della quantità e dello stato di salute dei loro spermatozoi. È l’analisi del liquido seminale, che può rivelarti quanti spermatozoi ci sono, se sono attivi, o se la situazione di partenza è già compromessa. Se desideri andare più a fondo, perché la gravidanza non arriva o perché lo spermiogramma evidenzia qualche anomalia, meglio procedere con una visita andrologica, accompagnata da una batteria di esami ormonali, dosaggio di Fsh, Lh, testosterone ecc, utili per capire se somministrare da subito una terapia per stimolare la crescita e lo sviluppo di spermatozoi o ricorrere direttamente a una Pma.
Gli stili di vita che aiutano
Si è visto che anche gli stili di vita influenzano la fertilità maschile. «Certe buone abitudini sono una vera e propria forma di prevenzione, e smettere di fumare è una di queste, perché il fumo inibisce la produzione di spermatozoi» continua l’esperta. Inoltre, bisognerebbe stare attenti a non esporre l’area dei testicoli a lungo al calore, evitando di stare per troppo tempo seduti o di indossare indumenti troppo stretti.
Quanto tempo serve per iniziare una gravidanza
In una coppia senza particolari difficoltà, la gravidanza può arrivare già nei primi mesi di rapporti non protetti, ma se non accade non bisogna allarmarsi subito. Secondo una ricerca condotta tra Belgio, Usa e Svezia, le under 30 hanno in media l’85% di possibilità di restare incinta entro un anno, a 30 anni il tasso scende al 75%, poi al 66% dopo i 35, per precipitare al 44% a 40.
La strategia cambia a seconda dell’età
La prima mossa è banalmente di “fare l’amore” con il proprio partner. Il più possibile. Anche se spesso ci consigliano di limitare i rapporti al solo periodo dell’ovulazione. «I giorni fertili non sempre sono identificabili con certezza. E la quantità dei rapporti conta molto sulle possibilità di una gravidanza» dice ancora la dottoressa Porcu. Per chi ha più di 35 anni, la strategia va però modificata. «Se non lo ha già fatto, dopo due o tre mesi di tentativi la coppia deve sottoporsi a spermiogramma e riserva ovarica. Meglio non aspettare un anno di prove, ma rivolgersi subito a un ginecologo con una formazione specifica in fertilità».