Le donne che soffrono di steatosi epatica non alcolica (Nafld), più comunemente nota come ' fegato grasso', sono più a rischio di ictus cerebrale e di infarto. L'allarme arriva dai gastroenterologi della Società italiana di gastroenterologia ed endoscopia digestiva (Sige) che ricordano come l’accumulo eccessivo di grasso nel fegato è oggi la più comune causa di danno epatico cronico e può evolvere verso la cirrosi epatica e il carcinoma epatocellulare.
Studi recenti – riferisce una nota Sige – hanno però valutato se il sesso femminile rimane un fattore protettivo nei confronti di infarto ed ictus anche nelle donne con fegato grasso. Ricerche americane, condotte su una ampia fascia di popolazione, hanno confermato che infarto del miocardio ed ictus sono ridotti nella popolazione femminile rispetto a quella maschile, ma hanno evidenziato come, nelle donne con fegato grasso l’incidenza di eventi ischemici cardiovascolari è risultata essere simile a quella degli uomini.
Quindi la presenza del fegato grasso fa perdere alle donne l’effetto protettivo del sesso nei confronti delle malattie cardiovascolari. Di conseguenza, le donne con fegato grasso sono affette da malattie cardiovascolari in età più giovane rispetto a donne senza steatosi epatica, aumentando in modo drammatico l’età cardiovascolare di questi soggetti di ben 18 anni, raddoppiando il rischio di infarto e/o ictus nelle donne giovani o di mezza età con fegato grasso.
"Sono ormai consolidate le evidenze che dimostrano come il fegato grasso – afferma il presidente della Sige Domenico Alvaro – rappresenti una variabile predittiva di rischio di malattie cardiovascolari, di sindrome metabolica e di rischio oncologico. Pertanto quando in un paziente viene scoperta la presenza di steatosi epatica, dovrebbero essere messe in atto tutte le misure per una adeguata e globale valutazione dello stato di salute del paziente oltre che misure dietetiche e comportamentali esercizio fisico che riducono il rischio) atte a ridurre i rischi”.