Un recente studio condotto dai ricercatori del Cedars-Sinai Medical Center ha rivelato un potenziale legame tra la stitichezza e una crescita eccessiva di archei, microrganismi presenti nell’intestino che producono metano. Questa scoperta potrebbe aprire la strada a trattamenti più efficaci per le persone affette da stitichezza cronica, offrendo nuove soluzioni personalizzate che affrontano la causa principale dei loro sintomi.
Il nuovo studio sulla stitichezza
La ricerca, basata su un’analisi di oltre 1.500 persone, ha rilevato che i partecipanti con una sovrapproduzione di archei, denominata Intestinal Methanogen Overgrowth (IMO), erano più propensi a soffrire di stitichezza. Secondo il dottor Ali Rezaie, direttore medico del GI Motility Program presso il Cedars-Sinai e coautore dello studio, il passo successivo sarà sviluppare terapie mirate per coloro che soffrono di questa condizione.
La stitichezza è un problema diffuso
La stitichezza è un problema di salute comune. Solo negli Stati Uniti colpisce circa il 16% degli adulti e ben tre persone su dieci tra coloro che hanno più di 60 anni. I sintomi includono gonfiore, dolore addominale e difficoltà nell’avere un’attività intestinale regolare, il che rende questa condizione non solo fisicamente debilitante, ma anche causa di notevole disagio psicologico per chi ne soffre.
Le cause della stitichezza
Le cause della stitichezza possono essere molteplici e includono la carenza di fibre nella dieta, uno stile di vita sedentario, l’uso di determinati farmaci, mancanza di sonno o lo stress. Tuttavia, lo studio ha evidenziato come uno squilibrio nel microbioma intestinale, in particolare la crescita eccessiva di archei produttori di metano, possa contribuire in modo significativo alla manifestazione dei sintomi.
Il ruolo del microbioma intestinale
Il microbioma intestinale è una complessa comunità di microrganismi, tra cui batteri, lieviti e archei, che svolgono funzioni essenziali per la salute dell’apparato digerente. Questi microrganismi aiutano a digerire il cibo, assorbire nutrienti e mantenere l’equilibrio del sistema digestivo. Un microbioma sano si caratterizza per la diversità e la ricchezza di specie, ma uno squilibrio, come nel caso di una predominanza di archei metanogeni, può portare a problemi digestivi, inclusa la stitichezza. Lo studio ha anche dimostrato che, sebbene i lassativi siano comunemente usati per trattare la stitichezza, questi trattamenti possono non affrontare la causa alla radice della condizione. In alcuni casi, infatti, l’uso eccessivo di lassativi può persino peggiorare i sintomi, causando diarrea, gonfiore o altri problemi gastrointestinali. La scoperta di un legame diretto tra la stitichezza e l’IMO offre una nuova prospettiva per sviluppare trattamenti più efficaci e personalizzati.
I pazienti con Imo
Lo studio condotto dal Cedars-Sinai ha evidenziato che i pazienti affetti da IMO presentano sintomi più gravi di stitichezza e una minore incidenza di diarrea rispetto ad altri pazienti con disturbi gastrointestinali. Tra i sintomi più comuni riportati dai pazienti con IMO figurano gonfiore (78% dei casi), dolore addominale (65%), flatulenza (56%) e, appunto, stitichezza (51%). Uno degli aspetti innovativi di questa scoperta è la possibilità di diagnosticare l’IMO tramite un semplice test del respiro. Questo test misura la quantità di metano presente nell’aria espirata dal paziente, che riflette la produzione eccessiva di metano nell’intestino.
La cura per la stitichezza
Una volta identificata la crescita eccessiva di archei, i pazienti possono essere trattati con una combinazione di antibiotici specifici e diete personalizzate per ridurre la popolazione di questi microrganismi nell’intestino. Tuttavia, gli esperti avvertono che sono necessarie ulteriori ricerche per confermare pienamente il legame tra l’IMO e la stitichezza.