Il caffè fa bene alla pelle. Anche alle creme e a ciò mangiamo, anche ciò che beviamo contribuisce alla bellezza della pelle e questa non è una novità. Ciò che invece non tutti sanno è che tra le bevande dall’effetto “cosmetico” va inserito anche il caffè. A indicarlo è uno studio, appena pubblicato sul Journal of Cosmetic Dermatology, da cui emergono gli effetti positivi dei chicchi di caffè per lo skincare e in particolare la loro azione anti-age.

Lo studio sugli effetti del caffè

Secondo i ricercatori, guidati da Xuanchen Liu del Department of Facial and Cervical Plastic Surgery, dell’Accademia cinese di Scienze mediche e del Peking Union Medical College di Pechino, esistono bevande che possono contribuire a rallentare l’invecchiamento della pelle. Lo studio si è focalizzato in particolare su alcune bevande, come caffè, alcol, thè e bibite zuccherate. I test sono stati condotti analizzando le informazioni genetiche e fenotipiche (cioè le caratteristiche individuali) di circa 500mila tra uomini e donne europei, utilizzando la banca dati britannica UK Biobank. L’attenzione si è focalizzata sulle varianti genetiche degli individui.

Il caffè aiuta a contrastare l’invecchiamento della pelle?

I risultati hanno portato ad affermare che il caffè, tra le bevande prese in considerazione, ha un effetto anti-age. Il motivo sarebbe legato ai polifenoli che contiene, di cui è nota l’azione antiossidante: questi nutrienti, infatti, sono in grado di contrastare lo stress ossidativo dato dai radicali liberi. «Va detto che lo studio, interessante, non è il primo sui possibili legami tra il caffè e gli effetti sulla pelle. Tra quelli asiatici condotti finora, ce n’è uno giapponese particolarmente significativo. Tutti hanno mostrato una correlazione positiva tra l’assunzione della bevanda e i benefici a livello dermatologico, anche se occorrono alcune precisazioni», spiega Mauro Picardo, dermatologo, ricercatore clinico dell’istituto dermopatico dell’immacolata-ID IRCCS e professore di Dermatologia presso Unicamillus International University.

La genetica è influenzata anche dallo stile di vita

«Questo studio cinese, a differenza dei precedenti, ha analizzato un campione europeo, esattamente britannico, ponendo particolare attenzione ai cosiddetti polimorfismi, cioè caratteristiche genetiche indotte da particolari abitudini di vita, come il fumo, l’alimentazione o appunto ciò che si beve. In questo caso si prende in considerazione un quantitativo elevato di caffè, tale da modificare in qualche modo l’organismo – spiega Picardo, che è anche Coordinatore della Task Force per la vitiligine della SIDeMaST, la Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse. L’assunzione di caffè, dunque, è associata a una riduzione degli effetti esteriori dell’invecchiamento, ma occorre chiarire che ci sono anche effetti meno positivi sul resto dell’organismo».

I pro del caffè: pelle luminosa e meno macchie

«Una serie di studi conferma come l’aspetto esteriore può apparire più giovane, grazie all’azione dei polifenoli contenuti nel caffè. Lo hanno dimostrato anche alcuni ricercatori olandesi e belgi, prendendo in considerazione parametri biologici in modo serio. Questo è dovuto all’azione antiossidante di queste sostanze, insieme a quella – sottolineata dagli studiosi cinesi – dell’acido clorogenico, che svolge un’azione analoga», conferma il dermatologo. Il risultato finale è una pelle potenzialmente e generalmente «più luminosa e con meno macchie da invecchiamento». Non è un caso che alcuni prodotti dermatologici e cosmetici possano contenere caffeina in dosaggi limitato.

I contro: troppa caffeina fa male

Il problema, però, sta nelle dosi. Come sempre, se si eccede si va incontro a effetti indesiderati e il caffè non fa eccezione: «Sappiamo bene che un consumo elevato può dare problemi di ipertensione, cardiovascolari, ecc. Non dimentichiamo, poi, che la maggior parte della popolazione asiatica ha un consumo di caffè diverso rispetto a quello italiano, sia perché l’espresso è tipicamente nostrano, sia perché spesso da noi è associato anche alla sigaretta, che invece è meno diffusa in altre aree del mondo – spiega il dermatologo – Per questo occorre distinguere tra caffè all’americana, generalmente diffuso all’estero, e caffè italiano in tazzina».

Quanto caffè può far bene anche alla pelle

«Nello studio viene indicato un quantitativo in milligrammi, considerato comunque elevato ma difficilmente traducibile in un equivalente di caffeina contenuta – chiarisce l’esperto – Se prendiamo ad esempio il caffè all’americana, pur essendo in tazza grande o bicchiere, si ottiene da una grana più spessa; il caffè italiano, invece, è macinato in modo più fine, quindi diventa più compatto e, una volta in pressione (come nella moka o nel caffè espresso al bar), si ottiene una maggiore quantità di caffeina. Va detto, però, che se ne consuma molto meno rispetto alle mug americane o straniere. Possiamo dire, quindi, che da questo punto di vista si equivalgono. In genere negli studi condotti finora si è considerato un quantitativo di una tazza e mezza», quindi per avere benefici per la pelle è sufficiente non eccedere rispetto a questo dosaggio.

Quanto conta la tostatura del caffè

Sempre secondo i ricercatori, però, anche la tostatura contribuisce a rendere più o meno efficaci le proprietà anti-età del caffè: «È un’osservazione importante, perché ogni processo di “cottura” può deteriorare le caratteristiche dei nutrienti. Con la tostatura italiana, che è maggiore, si ottiene un caffè generalmente più scuro rispetto a quello americane, che quindi riduce la quantità di polifenoli, la cui azione può essere danneggiata o diminuita. È lo stesso fenomeno che avviene con la frittura, ad esempio, che rompe alcuni legami chimici degli alimenti, che così perdono parte delle loro proprietà originarie», spiega ancora Picardo.

Non solo caffè: dove si trovano i polifenoli

Se uno dei principali benefici dermatologici del caffè è dovuto ai polifenoli, va ricordato che questi nutrienti non si trovano solo nei chicchi di questa pianta. Sono presenti, infatti, anche nel thè, specie in quello nero e in quello verde, nel cacao e cioccolato fondente, nei frutti di bosco, ma anche in agrumi, ciliege, polline, olio di oliva spremuto a freddo, aglio, cipolla, radicchio, cavoli, broccoli e pomodoro. L’effetto di un’alimentazione che preveda anche il consumo di polifenoli, quindi, è generalmente quello di rallentare l’invecchiamento cellulare, «anche se nello studio in questione l’effetto positivo del caffè a livello dermatologico non è riscontrato, per esempio, nel thè», conclude Picardo.