Contro le vampate da menopausa arriva un nuovo farmaco. Ad autorizzarlo, per ora, sono state le autorità sanitarie del Regno Unito. Si tratta del fezolinetant, ritenuto un prodotto innovativo in grado proprio di prevenire le classiche vampate di calore, soprattutto notturno, che sono causa di notti insonni o disturbate per molte donne over 50. Come spiega il quotidiano The Guardian, ora il farmaco può essere acquistato dietro prescrizione medica. A fronte del beneficio di non soffrire più di uno dei sintomi degli sbalzi ormonali, alcuni esperti evidenziano però alcuni limiti.

Cos’è il farmaco anti-vampate da menopausa

Sette donne su 10 soffrono dei cosiddetti sintomi vasomotori della menopausa, ossia proprio le vampate di calore. Per loro, però, c’è una buona notizia: la possibilità di assumere un farmaco che le riduce. I dati di uno studio clinico sul fezolinetant, pubblicato lo scorso marzo, mostrerebbero come dopo 12 settimane di utilizzo la frequenza delle vampate di calore si riduce di circa il 60% nelle donne con sintomi moderati o gravi, rispetto a una riduzione del 45% in coloro che hanno ricevuto un placebo. Secondo il campione di volontarie, sarebbe migliorata anche la qualità del sonno. In realtà a beneficiarne al momento sono solo le donne inglesi e americane, ma quali sono i vantaggi e come agisce il farmaco?

Come funziona il farmaco senza ormoni

A differenza della terapia ormonale sostitutiva, cioè quella più utilizzata per ridurre gli effetti della menopausa, questo farmaco è un «antagonista selettivo non ormonale, cioè agisce su un recettore di una proteina cerebrale (la Neurochinina-3), impiegata nella regolazione della temperatura corporea nelle donne in menopausa», chiarisce Guia Carminati, medico specialista in ginecologia presso il Gruppo SantAgostino. Come spiega la ginecologa, infatti, «Prima della menopausa c’è equilibrio tra gli estrogeni e questa proteina, che ha i suoi recettori nell’ipotalamo e che appunto è deputata alla termoregolazione. Quando gli estrogeni diminuiscono, questo viene meno e i livelli della proteina aumentano. Il fezolinetant di fatto la riduce e permette di diminuire il numero e l’intensità delle vampate di calore e delle sudorazioni notturne».

Quali benefici: per chi è adatto

Il maggiore beneficio, quindi, è nel benessere che dà alle donne che soffrono di questo tipo di disturbi legati alla menopausa, con il vantaggio di rappresentare un’alternativa rispetto alla terapia ormonale sostitutiva. Già autorizzato dalla Food and Drug Administration, l’ente americano di regolazione per farmaci e alimenti, il farmaco anti-vampate in effetti può essere indicato per le donne che hanno limitazioni nell’assunzione della TOS, come le ipertese o quelle con problemi di coagulazione. «Il valore aggiunto è il target del farmaco, che è molto specifico. Agisce, infatti, in modo mirato rispetto a un sintomo, peraltro molto comune tra le donne in menopausa. È adatto soprattutto a coloro che non hanno magari altri sintomi importanti legati a questo passaggio della vita femminile. Questo, però, può rappresentarne anche un limite», spiega Carminati.

Attenzione ai limiti

«È vero che si può dare a chi ha problemi di coagulazione o rischio trombosi, ma per le pazienti oncologiche non è ancora stato testato, quindi non possono assumerlo le donne con un tumore in atto o pregresso, né chi ha una compromissione epatica severa. In quest’ultimo caso, infatti, il limite è dato dal fatto che si tratta di un farmaco biologico, che agisce proprio a livello epatico. In caso di somministrazione, quindi, vanno monitorati i valori delle transaminasi e della creatinina», aggiunge la ginecologa. Un altro limite consiste nel fatto che «spesso la paziente in menopausa ha svariati sintomi, anche complessi come osteoporosi o secchezza vaginale, per i quali questo farmaco non è efficace».

Farmaco per molte, ma non per tutte

Si tratta, dunque, di un medicinale potenzialmente adatto a molte, ma non a tutte. L’Agenzia italiana del farmaco è in procinto di autorizzarlo anche in Italia, ma non ci sono ancora indicazioni sul prezzo: nel Regno Unito non è ancora fissato, mentre negli Usa si stima una spesa di 550 dollari per 30 giorni di cura. Inoltre non può essere offerto alle over 65: «Infatti non è stato studiato in questa fascia di età, né in termini di sicurezza né di efficacia, quindi non ci sono raccomandazioni sul dosaggio. Nonostante gli studi condotti sugli animali siano durati a lungo, quelli clinici sulle donne si limitano alle 12 settimane di somministrazione. Per questo, anche una volta autorizzato è soggetto al cosiddetto monitoraggio addizionale: il personale medico deve quindi segnalare eventuali nuovi effetti collaterali che non siano quelli comuni indicati, come diarrea e insonnia», chiarisce Carminati.

Le alternative per le donne italiane

Quali alternative, dunque? «Gli estrogeni restano importanti: la terapia ormonale sostitutiva è quella principale, ma oggi ci sono anche gli ormoni bio-identici, i cosiddetti Bhrt, che hanno una struttura molecolare uguale a quella degli ormoni prodotti dal nostro corpo. L’alternativa per quella fetta di pazienti che non possono prendere gli ormoni, invece, è data dalle sostanze naturali, i fitoterapici. Questi vanno a mimare l’azione degli ormoni, come il progesterone, ma sono estratti naturali, utilizzati ad alto dosaggio. Si ottengono con preparazioni galeniche in laboratorio, quindi si può scegliere una terapia disegnata appositamente sulle esigenze e caratteristiche della paziente e dei suoi sintomi», conclude la ginecologa.