Un’indagine scientifica condotta congiuntamente dall’Università di Helsinki, dall’Istituto finlandese per le risorse naturali e dall’Università di Tampere ha rivelato che dedicarsi al giardinaggio al chiuso per un arco temporale di trenta giorni può incrementare la varietà dei batteri presenti sulla pelle: questo effetto è stato collegato a una concentrazione maggiore di molecole anti infiammatorie presenti nel flusso sanguigno. I dettagli di questa ricerca sono stati esposti nella pubblicazione scientifica Environment International, evidenziando come l’interazione con la terra e le piante in un ambiente controllato possa avere effetti benefici non soltanto psicologici e legati all’attività fisica, ma anche relativi al afforzamento del sistema immunitario.
La funzione dei microrganismi che risiedono sulla nostra pelle
Il microbiota della pelle (dermobiota) ha il compito di mantenere il delicato equilibrio della moltitudine di microrganismi che albergano sulla pelle, è fondamentale per supportare il nostro sistema immunitario e ridurre le infiammazioni. I microbi presenti sulla pelle possono anche aiutare a impedire ai batteri “cattivi” di prendere il sopravvento o di penetrare attraverso la nostra barriera cutanea.
I vantaggi di un mese di giardinaggio
Il contatto con materiali ricchi di microbi in natura, come è stato dimostrato, può aumentare la diversità del microbioma umano. In questo nuovo studio, pubblicato sulla rivista Environment International, i ricercatori hanno scoperto che un mese di giardinaggio urbano indoor è stato sufficiente per aumentare la diversità dei batteri della pelle nei partecipanti ed è stato associato a livelli più elevati di molecole antinfiammatorie nel sangue.
“Un mese di giardinaggio urbano indoor ha aumentato la diversità dei batteri sulla pelle dei soggetti ed è stato associato a livelli più elevati di citochine antinfiammatorie nel sangue. Il gruppo studiato ha utilizzato un terreno di coltura con un’elevata diversità microbica che emulava il suolo forestale”, ha spiegato Mika Saarenpää della Facoltà di scienze biologiche e ambientali dell’Università di Helsinki. “I risultati sono significativi, poiché l’urbanizzazione ha portato a un notevole aumento delle malattie immunomediate, come allergie, asma e malattie autoimmuni, generando elevati costi sanitari. Viviamo troppo “puliti” nelle città – ha dichiarato Saarenpää -. Sappiamo che l’urbanizzazione porta alla riduzione dell’esposizione microbica, ai cambiamenti nel microbiota umano e ad un aumento del rischio di malattie immunomediate. Questa è la prima volta che possiamo dimostrare che un’attività umana significativa e naturale può aumentare la diversità del microbiota degli adulti sani e, allo stesso tempo, contribuire alla regolazione del sistema immunitario”.
I vantaggi dell’esposizione ai microbi “buoni”
Nello studio, 28 partecipanti sono stati divisi in due gruppi: il primo ha ricevuto un terreno ricco di microbi, il secondo un terreno povero di microbi. A entrambi i gruppi è stato chiesto di coltivare piante commestibili al chiuso in fioriere per un mese e, durante il periodo di studio, sono state osservate differenze evidenti tra i due gruppi. Naturalmente, con un campione così piccolo è difficile trarre conclusioni concrete da questi risultati. Ma lo studio si aggiunge a un crescente corpo di prove secondo cui l’esposizione a microbi “buoni” nel nostro ambiente può aiutare a supportare varie funzioni immunitarie.
Il giardinaggio, un toccasana per la salute
L’esposizione regolare a un ambiente ricco di biodiversità vegetale, anche all’interno di spazi chiusi, sembra quindi favorire un arricchimento del microbioma cutaneo e un potenziamento delle difese naturali dell’organismo contro gli agenti patogeni. Questi risultati aprono nuove prospettive sulla possibile influenza delle attività di giardinaggio indoor sulla salute e sull’importanza di integrare elementi naturali negli ambienti abitativi per promuovere un migliore equilibrio biologico.